Il 2016 offre a RISE l’occasione per fare un bilancio sull’evoluzione del Vietnam. Sono passati infatti trent’anni dal 1986, quando il governo di Hanoi lanciò il doi moi, il programma di rinnovamento economico che ha proiettato il paese tra i principali hub manifatturieri a livello mondiale, trasformandolo in un paese a medio reddito.
Tuttavia, come in tutti i casi di sviluppo tumultuoso, le contraddizioni sono molteplici. Quali sono quindi le luci e le ombre del Vietnam riformista? La popolazione ha davvero tratto benefici dalla crescita economica? Vi sono limiti allo sviluppo guidato da un partito comunista da decenni al potere, che ha appena celebrato il suo dodicesimo congresso? Alcuni articoli che RISE presenta in questo numero si soffermano sulla tensione tra le città e le campagne, sulla nuova precarietà del lavoro, e sugli effetti dell’entrata del paese nell’Organizzazione mondiale del commercio, senza dimenticare il ruolo della politica, che sembra oggi muoversi tra “l’immutabile e l’effimero”.
Il Vietnam affronta inoltre uno scenario geopolitico – quello dell’Asia orientale – in veloce evoluzione, come dimostrato dalla recente abrogazione da parte del Presidente Obama dell’embargo statunitense sulla vendita di armi: RISE si chiede se quest’ultima azione sia dovuta solamente alla necessità di contenere la Cina, o se in realtà sia espressione di una dinamica storica più complessa. Nel frattempo, le relazioni tra Italia e Vietnam sembrano godere di ottima salute, soprattutto sul fronte economico e culturale, anche se ci sono ampi margini di miglioramento per sfruttarne tutte le potenzialità. Chiude il numero la recensione di una raccolta di racconti di Nguyên Huy Thiêp, in cui davvero – come dice il titolo – è racchiusa l’anima del Vietnam, rendendola perciò una lettura obbligatoria anche per chi ha deciso di passarvi le prossime vacanze.
All’interno di RISE VOL. 1 N. 3 Luglio2016:
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