Una mossa a sorpresa spariglia il tavolo da gioco delle “Tre Sorelle”: l’11 luglio scorso l‟agenzia cinese Dagong ha presentato un proprio rapporto sul debito sovrano di 50 paesi, sfidando a viso aperto l’oligopolio del rating esercitato da Fitch, Moody‟s e Standard & Poor’s.
Ma che cos’è Dagong Global Credit Rating Co. Ltd? Quali sono i metodi d‟indagine coi quali ha declassato il debito americano – assegnandogli un “AA” contro la valutazione da tripla A dei concorrenti – e promosso a pieni voti quello cinese in valuta locale? Stiamo assistendo alla nascita di un‟alternativa allo strapotere delle tre agenzie statunitensi o il governo di Pechino si sta dotando di un nuovo strumento di politica internazionale? In un‟intervista esclusiva ad AgiChina24 il presidente di Dagong Guan Jian Zhong fa un po‟ di luce sul nuovo oggetto misterioso della finanza mondiale: “Dagong è completamente privata, nasce nel 1994 e nel 1999 vara una collaborazione temporanea con Moody’s, nel corso della quale abbiamo osservato i loro metodi di valutazione. Il nostro lavoro sul debito sovrano nasce cinque anni fa e il rapporto presentato l’11 luglio era già pronto alla fine del 2009, quindi all‟incirca sette mesi fa. Abbiamo aspettato il momento propizio per pubblicarlo, con i dovuti aggiornamenti, fino al G20 di Toronto, quando il presidente Hu Jintao ha parlato della necessità di mettere a punto un sistema di rating “obiettivo, leale e ragionevole‟. Il nostro metodo possiede tutte queste caratteristiche”.
Guan Jian Zhong attacca frontalmente i concorrenti: “L’attuale sistema di rating è unanimemente a guida americana. Le tre famose agenzie di rating Usa condividono lo stesso retroterra culturale e adottano l’ideologia occidentale, specialmente nel valutare il sistema politico di un paese. Noi, d‟altra parte, rifiutiamo un criterio ideologico, e invece di valutare il sistema politico di un paese puntiamo su altri elementi, come la capacità di crescita”.
Dagong assegna il massimo dei voti a una pattuglia di paesi come Australia, Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Singapore e Svizzera, mentre a Francia e Regno Unito, insieme a Giappone e Corea, spetta un “AA-”.
Come può Dadong accreditarsi presso gli investitori come agenzia indipendente? Come è composta la sua proprietà e in che rapporti è con il governo cinese? “Dagong è al 100% privata. Ci sono due soci che detengono il 60% e il 40% della compagnia” dice Guan Jian Zhong, che però glissa elegantemente sulle relazioni con la leadership di Pechino: “Cosa ne penserebbero gli specialisti occidentali, se dicessi che uno dei soci fa parte del governo? A mio parere, se fosse davvero così, forse il Paese riporrebbe in noi una fiducia ancora maggiore”.
Anche il rating italiano è stato declassato rispetto a quello assegnato dalle “Tre Sorelle”: “Riteniamo che ci siano alcuni problemi nella stabilità e nell’efficacia delle politiche del governo, nella capacità di adottare riforme e nell’efficienza del settore pubblico. Pensiamo che l’Italia anche affrontando un deterioramento della sua competitività a livello internazionale, che in futuro può minacciare il potenziale di crescita della nazione. Il settore bancario italiano ha mantenuto una forte stabilità nella crisi finanziaria internazionale, ma il principale problema che l’Italia deve fronteggiare è di natura fiscale. Le tasse che gravano sui cittadini sono troppo alte. Per questo, abbiamo assegnato all‟Italia un rating di A-”. E anche se ammette che “ci vorrà del tempo prima che gli investitori si abituino alla nostra presenza”, Guan Jian Zhong non rinuncia alla stoccata finale: “Un mondo multipolare ha bisogno di agenzie e metodi di rating multipolari”.
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