La preoccupazione per il “mantenimento della stabilità” è profondamente radicata nell’ideologia della “Nuova Cina”, la Repubblica popolare fondata nel 1949. Già Mao Zedong aveva posto l’accento sul binomio “stabilità e unità” (安定团结), anche se, paradossalmente, “senza rinunciare alla lotta di classe”, con tutto il disordine che ne derivò in particolare durante la Rivoluzione culturale (1966-69, nella sua fase acuta).
La più recente versione retorica della coppia concettuale “stabilità e unità” è stata messa a punto dal segretario generale del Partito comunista cinese (Pcc) Hu Jintao con la parola d’ordine della “società armoniosa” (和谐社会). Soprattutto dopo la Rivoluzione culturale, e ancor di più nella fase successiva a Tian’anmen, “mantenere la stabilità” è stata la principale preoccupazione dei decisori politici cinesi. In epoca post-maoista, lo slogan di “stabilità e unità” formulato da Mao è stato riaffermato e al tempo stesso rafforzato da Deng Xiaoping. È lui ad aver coniato lo slogan “la stabilità prima di tutto” (稳定压倒一切). Il 26 febbraio 1989, appena pochi mesi prima del coagularsi del movimento di Tian’anmen e del suo tragico epilogo, durante una conversazione con il presidente americano George H. Bush, Deng dichiarava: “In Cina l’esigenza principale è la stabilità. Senza un ambiente stabile non possiamo ottenere niente, anzi potremmo persino perdere ciò che abbiamo guadagnato. (…) La Cina attraversa ora un periodo in cui deve concentrarsi sullo sviluppo economico”.
Dopo il 4 giugno 1989 il mantenimento della stabilità balzò in cima alle priorità politiche ed economiche del Pcc. A un anno esatto dai fatti di Tian’anmen lo slogan era ormai diventato un mantra: 稳定压倒一切 fu scelto come titolo emblematico di un editoriale pubblicato dal Quotidiano del popolo il 4 giugno 1990.
Pochi mesi dopo la morte di Deng Xiaoping, nel suo discorso al XV Congresso nazionale del Pcc riunito a Pechino dal 12 al 18 settembre 1997, il segretario generale del Pcc Jiang Zemin rilanciò lo slogan di Deng, riformulandolo come una nuova, assoluta conditio sine qua non: “senza stabilità, niente può essere ottenuto” (没有稳定,什么事情也办不成). Jiang è stato da allora identificato con questo slogan, che sottintende un collegamento assiomatico tra i tre pilastri del “contratto sociale” oggi in essere tra Partito-Stato e popolo cinese, ossia riforma, sviluppo e stabilità: “È della massima importanza gestire correttamente i rapporti tra riforma e sviluppo da un lato e stabilità dall’altro, in modo da mantenere un ambiente politico e sociale stabile. Senza stabilità, niente può essere ottenuto”.
Il 7 luglio 2011 il presidente Hu Jintao, nel suo discorso alla cerimonia per il novantesimo anniversario della fondazione del Pcc, ha riaffermato l’importanza della “stabilità” e l’ha combinata con il benessere del popolo nello slogan “确保 人民安居乐业、社会和谐稳定” (“garantire l’unità e la felicità del popolo, e la stabilità armoniosa della società”).
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