Nella vicenda che ha portato alla caduta di Bo Xilai una questione tuttora da chiarire riguarda il ruolo degli apparati di sicurezza. Voci e indiscrezioni più o meno attendibili si sono soffermate in particolare sul ruolo di Zhou Yongkang, membro del Comitato permanente dell’Ufficio politico del Partito comunista cinese (Pcc) ritenuto assai vicino a Bo. Zhou è Segretario del Comitato politico-giuridico centrale (Zhongyang Zhengfa Weiyuanhui, 中央政法委员会), l’organo di partito che esercita funzioni di direzione sugli apparati di pubblica sicurezza. Questi apparati, che hanno acquisito negli ultimi anni importanza crescente, potrebbero giocare un ruolo non secondario nella politica di successione e meritano pertanto particolare attenzione.
Contrariamente a quanto spesso assunto dalla stampa occidentale, in Cina l’ordine pubblico non è di competenza dell’Armata popolare di liberazione (Apl). Secondo l’articolo 22 della Legge sulla Difesa nazionale (sito in cinese) del 1997, “proteggere l’ordine sociale” (weihu shehui zhixu, 维护社会秩序) spetta in primo luogo alla Polizia armata del popolo (Zhongguo Renmin Wuzhuang Jingcha Budui, 中国人民武装警察部队, Pap). L’Apl “assiste” (xiezhu, 协助) la Pap solamente “in caso di necessità […] in accordo con leggi e regolamenti”. Come nota Dennis Blasko, l’Apl ha principalmente un ruolo di deterrenza, mentre la gestione effettiva dell’ordine pubblico è di competenza primaria della Pap.
Istituita nel 1982, la Pap è una forza armata a doppio comando civile-militare: essa risponde sia al Consiglio di Stato (il governo presieduto da Wen Jiabao), sia alla Commissione militare centrale (l’organo di vertice delle Forze armate presieduto da Hu Jintao). La Legge sulla Polizia armata del popolo (sito in cinese) del 2009 definisce questa doppia catena di comando come un “sistema in cui si integrano direzione unitaria e comando separato” (tongyi lingdao yu fenji zhihui xiang jiehe de tizhi, 统一领导与分级指挥相结合的体制). Questo equilibrio tra civili e militari ha subito aggiustamenti e correzioni nel corso del tempo. Nel 1989, per esempio, in seguito alla fallimentare gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di Tian’anmen, i vertici della Pap furono sostituiti con alti ufficiali provenienti dall’Apl, con ciò rafforzando il peso dei militari.
Fu appunto in seguito ai fatti del 1989 che la Pap venne potenziata, in particolare con l’istituzione di unità di reazione rapida. Secondo il Libro bianco della difesa del 2008 la Pap ha attualmente quattro compiti principali: protezione, sorveglianza e scorta di specifiche infrastrutture, avvenimenti e personalità; gestione delle emergenze di ordine pubblico, come disordini, disastri naturali ed emergenze sanitarie; anti-terrorismo, inclusa la partecipazione a forme di cooperazione internazionale in materia; protezione dei confini terrestri e marittimi, nonché ispezioni portuali e aeroportuali.
Oggi la Pap è impegnata in un ampio sforzo di modernizzazione, il cui obiettivo è – nel linguaggio ufficiale (sito in cinese) – “costruire una moderna forza di polizia armata che sia in grado di proteggere efficacemente la sicurezza statale e la stabilità sociale, nonché di assicurare la sicurezza e il benessere (an ju le ye, 安居乐业) del popolo”. Gli obiettivi della modernizzazione sono illustrati in un articolo (sito in cinese) pubblicato nel 2010 su Qiushi – rivista ufficiale del Comitato centrale del partito – a firma di Wang Jianping e Yu Linxiang, rispettivamente comandante e commissario politico della Pap. La fase attuale sarebbe contraddistinta da un contesto internazionale complicato e dall’acuirsi delle “contraddizioni interne al popolo” (renmin neibu maodun, 人民内部矛盾). In questo quadro, un efficace processo di modernizzazione incentrato sulla tecnologia informatica sarebbe essenziale per consentire alla Pap di portare a termine compiti sempre più “delicati, diversificati e complessi”.
Del resto modernizzazione e potenziamento non riguardano in questo momento la sola Pap, bensì l’intero comparto della “pubblica sicurezza” (gonggong anquan, 公共安全) – come sottolinea Maurizio Marinelli in questo numero di OrizzonteCina. Quali siano i confini esatti di tale comparto resta tuttavia poco chiaro. Secondo il commento di un anonimo funzionario del Ministero delle Finanze, infatti, la voce “pubblica sicurezza” riportata dai bilanci cinesi includerebbe i settori più disparati, tra cui l’igiene pubblica, la sicurezza nei cantieri e (persino) i trasporti pubblici.
Al di là delle dovute cautele, è certo comunque che la modernizzazione della Pap rappresenti una priorità per la dirigenza cinese. In questo senso meritano particolare attenzione tutti quegli sviluppi di politics che paiono oggi lambire gli apparati di pubblica sicurezza: la posizione di Zhou Yongkang nella vicenda di Chongqing, il suo (previsto) ritiro in occasione del prossimo Congresso del Pcc per raggiunti limiti di età – nonché la sua possibile sostituzione con l’attuale Ministro di Pubblica sicurezza Meng Jianzhu – sono variabili da monitorare con cura nei prossimi mesi.
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