L’andamento parabolico della crescita del Prodotto interno lordo (PIL) del Myanmar nel periodo compreso tra l’avvio del processo di riforma nel 2011 e l’inizio dell’esperienza di governo della National League for Democracy (NLD) guidata da Aung San Suu Kyi nel 2016[1] suggerisce la metafora di un decollo economico non riuscito e il ridimensionamento delle aspettative sul futuro di questo Paese così diviso e carico di contraddizioni. L’approssimarsi delle elezioni politiche previste a novembre 2020 in un contesto sociopolitico segnato da una forte frammentazione etnica e religiosa accompagnata da diseguaglianze crescenti e dalla recrudescenza di numerosi conflitti civili e militari nelle regioni periferiche del Paese alimenta un clima di incertezza che non favorisce l’economia e non permette per il momento alcuna revisione al rialzo delle prospettive per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Fig. 1 – Crescita reale annua del PIL, periodo 2011-2018.
Fig. 2 – Flusso di IDE (in percentuale al PIL), periodo 2011-2018.
La situazione congiunturale e strutturale
Le consultazioni annuali previste dall’articolo 4 tra il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e le autorità del Myanmar, tenutesi a dicembre del 2019, hanno evidenziato un tasso di crescita del PIL sostanzialmente stabile intorno al 6,5% per l’anno fiscale 2018-2019[2]. Il FMI si aspetta inoltre che l’inflazione scenda dall’attuale 8,6% al 6-7% nel medio termine, poiché l’impatto una tantum di tariffe elettriche più alte si sta esaurendo e la pressione dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è in diminuzione. Inoltre, la domanda interna nel 2018-2019 è stata per lo più debole, riflettendo il rallentamento della crescita del credito e il calo degli investimenti. Il disavanzo fiscale è cresciuto leggermente passando dal 3,0% del PIL nel 2017-2018 al 3,5% nel 2018-2019, e il suo finanziamento da parte della banca centrale è stato superiore rispetto all’anno precedente[3]. Il disavanzo delle partite correnti si è dimezzato nel 2018-2019 rispetto all’anno precedente scendendo al 2% del PIL per effetto della riduzione delle importazioni e contribuendo a mantenere stabili le riserve valutarie e il valore del kyat[4].
Nonostante una serie di importanti riforme strutturali che hanno portato al miglioramento delle telecomunicazioni, al rafforzamento del settore finanziario e del clima degli investimenti, molto rimane da fare per far crescere la competitività del Paese. La presenza di infrastrutture obsolete e carenti può rivelarsi un serio ostacolo allo sviluppo, così come il basso livello d’istruzione della popolazione, la scarsa produttività del lavoro e un clima imprenditoriale che, sebbene migliorato, rimane tra i più deboli della regione, mentre il controllo e l’influenza dei militari su settori chiave dell’economia continuano a creare forti distorsioni di mercato. Il FMI ha inoltre osservato che la ritardata ristrutturazione e ricapitalizzazione del sistema bancario potrebbe aumentare i rischi sistemici con gravi ricadute macroeconomiche[5].
L’effetto delle elezioni sull’economia
Il grafico relativo al flusso degli investimenti esteri diretti (IDE) rispetto al PIL (cfr. Fig. 2) mostra un crollo dal 6% nel 2017 all’1,8% nel 2018[6]. Gli IDE e le approvazioni di progetti si sono ridotti rispetto agli ultimi anni, in parte perché alcuni grandi progetti sono stati completati, ma anche perché gli investitori stranieri rimangono cauti in vista delle elezioni di novembre. L’incertezza riguarda innanzitutto gli equilibri di potere nella fasepost-elettorale, ma anche gli effetti economici del probabile intensificarsi degli scontri politico-sociali lungo un percorso elettorale che si preannuncia carico di forti tensioni. Gli scontri esistenti, in particolare quelli tra i numerosi gruppi etnici, e quelli tra esercito e guerriglia nelle zone periferiche del Myanmar rischiano di peggiorare influendo negativamente sullo sviluppo umano e sulla crescita del Paese.
L’NLD e Aung San Suu Kyi rimangono i probabili vincitori delle prossime elezioni, tuttavia l’esperienza di governo – condivisa con i militari – nel periodo 2016-2020 ha ridotto la popolarità del partito e della sua leader[7]. Suu Kyi non è riuscita a far progredire il processo di pace al quale aveva attribuito la massima importanza nella sua agenda di governo, e anzi, la pessima gestione della crisi dei Rohingya e l’intensificarsi degli scontri negli stati Rakhine, Chin, Shan e Kachin rappresentano un grave arretramento nella ricerca di una pace generale e duratura per il Paese[8]. La gestione economica e il processo di riforma a guida NLD si è dimostrato altrettanto debole, come chiaramente evidenziato dai dati sulla crescita e sugli investimenti in forte calo riportati sopra, inoltre, le condizioni di vita nelle campagne non sono migliorate. Anche nella terza area di trasformazione del Paese, quella politica, non si sono realizzati i miglioramenti attesi. La riforma della costituzione che avrebbe dovuto ridimensionare il ruolo politico dell’esercito si è completamente arenata con l’assassinio del costituzionalista Ko Ni, il 29 gennaio 2017, seguito dall’assordante silenzio di Suu Kyi sul drammatico evento e l’impunità dei mandanti politici dell’omicidio[9]. La libertà di espressione e la repressione dei media misurata con il numero di giornalisti incarcerati da quando la NLD è al governo, sono peggiorate rispetto al precedente governo “quasi-civile” del presidente Thein Sein[10].
Suu Kyi non ha saputo, inoltre, creare un gruppo dirigente competente capace di coadiuvarla e un giorno eventualmente sostituirla alla guida del Paese. La distanza tra centro e periferia è aumentata, con una crescente disaffezione dei diversi gruppi etnici verso la NLD che non ha saputo o voluto rappresentarli adeguatamente nei governi regionali[11]. Sebbene la maggioranza della popolazione sembri ancora credere in Suu Kyi, il quadro politico è sicuramente mutato rispetto alle elezioni del 2015, quando la NLD ottenne il 77% dei consensi. Nelle elezioni suppletive di novembre 2018 la NLD ha vinto soltanto sei dei 13 seggi in gioco[12]. Dunque, il numero di posti in Parlamento che la NLD potrà vincere a novembre sembra destinato a ridursi rispetto al 2015 e con esso anche la possibilità di far avanzare speditamente il processo di riforma. Risulta inoltre incerto in quale misura Suu Kyi potrà controllare il Paese e con quali forze sia all’interno sia all’esterno dell’esercito dovrà allearsi. Tutto ciò rappresenta una prima ragione di probabile rallentamento economico a fronte dell’incertezza sui futuri equilibri di forza tra i diversi gruppi di potere del Paese.
Inoltre, la competizione elettorale in un quadro politico così incerto, con la limitata cultura democratica che contraddistingue il Paese e un quadro normativo elettorale ancora debole, si dovrà confrontare con numerosi tentativi di distorsione dell’opinione pubblica, manipolazioni del comportamento politico, incitazioni alla violenza e tentativi di sopprimere la partecipazione politica con tutti i mezzi possibili, compresi la rete e altri media[13]. Esiste dunque il rischio di forti contestazioni di tutto l’iter elettorale e conseguenti conflitti più o meno gravi che inevitabilmente rallenteranno l’attività economica. Dopo decenni di governo militare, infatti, il Paese non ha ancora adottato sufficienti misure di riforma elettorale. Per cominciare, l’assenza di un obbligo a fornire un calendario delle principali tappe elettorali aumenterà le incertezze economiche e rallenterà gli investimenti. Inoltre, le leggi elettorali limitano la spesa a favore di un singolo candidato, ma non quella a favore del relativo partito, e non è richiesta nessuna documentazione per le spese sostenute da questi ultimi. Ad eccezione del divieto dei finanziamenti da parte di organizzazioni straniere, esistono ben poche restrizioni alle donazioni da parte delle imprese a favore dei politici: esse possono dunque offrire viaggi aerei e spese alberghiere senza alcuna rendicontazione[14]. La debolezza del quadro legislativo in merito al finanziamento elettorale finirà per permettere ad alcuni gruppi di potere economico interni ed esterni al Paese di manipolare almeno parzialmente i risultati aumentando i conflitti, la disaffezione per lo strumento elettorale e il grado di incertezza generale e quindi, in definitiva, scoraggerà ulteriormente l’attività economica del Paese.
In conclusione, appare dubbia la previsione del FMI secondo la quale la crescita in Myanmar nel periodo 2019-2020[15], in fase pre-elettorale, cioè nei prossimi mesi, possa mantenersi intorno ai valori degli ultimi due anni al di sopra del 6% annuo. Bisognerà più realisticamente attendere diversi mesi, e forse anni, dopo le elezioni di novembre 2020 per ritrovare una crescita del PIL del 6-7% e raggiungere gli obiettivi di stabilità economica, equità, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo del settore privato indicati nel programma di governo dalla NLD[16]. Ciò potrà accadere solo a condizione di un esito elettorale chiaro e condiviso e di un rinvigorimento del processo di riforma nelle aree di trasformazione del Paese discusse più sopra.
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[1]Cfr. i dati della World Bank, disponibili online al sito https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.MKTP.KD.ZG?locations=MM.
[2] Cfr. Myanmar: 2019 Article IV Consultation-Press Release; Staff Report; Staff Statement; and Statement by the Executive Director for Myanmar, disponibile online al sito https://www.imf.org/en/News/Articles/2019/12/20/pr19480-imf-staff-completes-2019-article-iv-visit-to-myanmar.
[3] Ibid.
[4] Ibid.
[5] Ibid.
[6]Cfr. i dati della World Bank, disponibili online al sito https://data.worldbank.org/indicator/BX.KLT.DINV.WD.GD.ZS?locations=MM.
[7] “Suu Kyi no shoo-in at Myanmar’s 2020 polls”, Asia Times, 29 dicembre 2019.
[8] Callahan M. e Oo Myo Zaw (2019), “Myanmar’s 2020 Elections and Conflict Dynamics”, United States Institute of Peace, disponibile online al sito https://www.usip.org/sites/default/files/2019-04/pw_146-myanmars_2020_election_and_conflict_dynamics.pdf.
[9] “Four Men Convicted in Killing of Top Aide to Myanmar’s Leader”, The New York Times, 15 febbraio 2019.
[10] “Myanmar freedom of expression getting worse ‘day by day’, report finds”, The Guardian, 1° febbraio 2019.
[11] Callahan M. e Oo Myo Zaw (2019), “Myanmar’s 2020 Elections…”, cit.
[12] “Suu Kyi no shoo-in…”, cit.
[13] Callahan M. e Oo Myo Zaw (2019), “Myanmar’s 2020 Elections…”, cit.
[14] Ibid.
[15] Cfr. Myanmar: 2019 Article IV Consultation-Press Release…, cit.
[16] The Government of the Republic of the Union of Myanmar, Ministry of Planning and Finance (2018), “Myanmar Sustainable Development Plan (2018-2030)”, disponibile online al sito https://themimu.info/sites/themimu.info/files/documents/Core_Doc_Myanmar_Sustainable_Development_Plan_2018_-_2030_Aug2018.pdf.
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