Antenne di Pace – 30 giugno 2020

“A partire dalla legge di stabilità del 2014 si istituisce in Italia, in via sperimentale, il contingente dei Corpi Civili di Pace (CCP): una vera novità nel panorama europeo e mondiale. Tale modello ha come obiettivo la ricerca di soluzioni alternative all’uso della forza militare attraverso l’impiego di giovani volontari in azioni di pace in aree di conflitto, a rischio di conflitto o in emergenza ambientale. La sperimentazione viene suddivisa in tre annualità, con tre diversi contingenti formati da circa 150 volontari ognuno, scelti dalle diverse organizzazioni non governative (ONG) italiane titolari dei progetti approvati dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale. Come sottolineato da Marco Mascia e Antonio Papisca del Centro Diritti Umani di Padova, l’istituzione dei CCP potrebbe avere un significativo impatto nella politica estera italiana, orientando il paese verso quella che i due accademici definiscono una “neutralità attiva” nei tentativi di costruzione della pace all’estero. Infatti, attraverso il coinvolgimento diretto delle organizzazioni della società civile nei processi di trasformazione dei conflitti, il peacebuilding italiano acquisisce un nuovo significato, aprendo a una moltitudine di attori una realtà storicamente riservata alla diplomazia e alle Forze Armate.”

L’articolo “Un nuovo peacebuilding italiano? Corpi Civili di Pace e post-conflitto in Colombia” scritto per Human Security 12 da Riccardo Toso viene riportato dal blog Antenne di Pace.

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