Stati Uniti e Indonesia: gli alti e bassi delle relazioni strategiche

L’Indonesia e gli Stati Uniti (USA) hanno una relazione lunga e dinamica sin dall’apertura dell’ambasciata americana a Giacarta nel 1949. I due Paesi sono accomunati da una popolazione numerosa e dal sistema politico democratico, elementi che potrebbero costituire la base di una forte cooperazione. Ma non sempre è così.

Stati Uniti e Indonesia

Si potrebbe affermare che l’Indonesia sia in debito con gli USA per la sua indipendenza poiché, senza la fine della Seconda guerra mondiale, il Paese avrebbe vissuto un calvario ben più lungo sotto l’invasione giapponese. Ciononostante, la linea politica statunitense durante la Guerra fredda ha tollerato lo sterminio di migliaia di indonesiani simpatizzanti della sinistra, sostenendo l’ascesa militarista al potere del presidente Suharto[1]. Sostenendo il leader indonesiano, gli USA sono stati, tra il 1970 e il 1990, il principale fornitore di aiuti, tecnologia e addestramento militari per l’Indonesia[2]. Un numero significativo di ufficiali militari indonesiani partecipò ai programmi di formazione e di addestramento militare negli USA, arrivando a ricoprire cariche di alto livello al loro ritorno. Questo investimento ha prodotto effetti a lungo termine: secondo i dati del 2015, circa il 16% dei generali dell’esercito indonesiano ha svolto attività di formazione negli USA[3].

Nel periodo della Guerra fredda, i due Paesi conducevano abitualmente esercitazioni militari congiunte con la partecipazione di unità militari d’élite, tra cui le forze speciali indonesiane (Kopassus). Questa collaborazione diventò problematica quando i Kopassus furono accusati di essere coinvolti nelle gravi violazioni dei diritti umani avvenute nel 1991 in occasione del massacro di Santa Cruz, a Timor Est[4], e nei rapimenti di attivisti antigovernativi nel 1998[5]. Washington sospese, di conseguenza, la vendita di armi e pezzi di ricambio militari, nonché il programma di istruzione e formazione militare internazionale (IMET)[6]. In seguito, fu emanata la “legge Leahy”, che vietava di fornire assistenza militare alle unità delle forze di sicurezza straniere responsabili di aver violato impunemente i diritti umani[7].

I legami militari con gli USA furono completamente interrotti quando l’Indonesia conobbe la transizione democratica tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila sotto il presidente B.J. Habibie e la situazione si aggravò durante il mandato del successivo presidente Abdurrahman Wahid, quando una serie di manifestazioni antiamericane costrinse alla chiusura temporanea dell’ambasciata statunitense a Giacarta[8]. Vi furono animosità da entrambe le parti: gli indonesiani erano contrariati dalla “guerra al terrorismo” intrapresa a seguito degli attentati dell’11 settembre, mentre Washington lamentava la mancata collaborazione dell’Indonesia nelle indagini sull’uccisione di due suoi concittadini nell’area di conflitto di Papua nel 2000, a cui seguì il congelamento, da parte degli Stati Uniti, di seicentomila dollari destinati all’addestramento di funzionari e ufficiali militari indonesiani[9].

L’antiterrorismo è stato un tema controverso per le relazioni diplomatiche tra i due Paesi. L’invasione dell’Afghanistan guidata dagli USA fu interpretata come una guerra all’Islam, il credo di oltre il 90% della popolazione indonesiana, suscitando la richiesta di mettere al bando le merci americane e di deportare i cittadini statunitensi[10]. Durante la transizione dell’Indonesia verso la democrazia, i politici che avevano bisogno di guadagnare voti erano meno inclini a schierarsi con gli USA. Per questo motivo, Giacarta reagì con apprensione alla richiesta di Washington di punire severamente il responsabile dell’attentato di Bali, Abu Bakar Bashir, sottolineando che non vi erano sufficienti prove a sostegno di tale richiesta[11].

Gli sforzi per recuperare le relazioni nel campo della difesa si concretizzarono, infine, nel 2003, quando la presidente indonesiana Megawati visitò la Casa Bianca, facendo ammenda per le dichiarazioni irragionevoli del suo vicepresidente Hamzah Haz, secondo il quale gli attacchi terroristici “purificherebbero” gli Stati Uniti dai loro “peccati”[12]. La visita di Megawati riuscì a ricucire i rapporti interrotti e portò all’accordo per il proseguimento dell’IMET e all’avvio di programmi di fellowship regionali per la difesa e l’antiterrorismo[13]. L’accordo prevedeva un contributo statunitense di cinquanta milioni di dollari per l’addestramento, da un lato, alla lotta al terrorismo con metodi non letali[14] e al processo di ravvicinamento per il ripristino delle relazioni militari, anche se la partecipazione era ancora vietata al personale della difesa che si era macchiato fino ad allora di violazione dei diritti umani[15]. Nonostante la cooperazione militare fosse limitata a causa delle sanzioni, gli alti funzionari delle Forze armate di entrambi i Paesi potevano scambiarsi opinioni su questioni strategiche regionali e globali grazie all’istituzione del “Dialogo annuale sulla sicurezza Indonesia-USA” (IUSSD)[16].

Lo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004 offrì l’opportunità di una collaborazione tra le Forze armate indonesiane e statunitensi nell’ambito del sostegno umanitario, che rappresentò il primo contatto di natura militare autorizzato dopo la legge Leahy. A ciò contribuì il fatto che il leader indonesiano dell’epoca, il presidente Susilo Bambang Yudhoyono, si era diplomato nell’ambito del programma IMET e godeva della fiducia degli USA. Viste le condizioni favorevoli, l’allora segretario di Stato americano Colin L. Powell ripristinò la vendita dei pezzi di ricambio militari statunitensi all’Indonesia, consentendo la riparazione degli aerei da trasporto C-130 utilizzati per la consegna degli aiuti alle vittime dello tsunami. Successivamente, il governo statunitense fornì circa un miliardo di dollari in aiuti, risollevando la reputazione del Paese e portando a una graduale riconciliazione[17]. Nel 2005 ripresero la vendita di armi e le attività di addestramento degli USA con l’Indonesia, e il periodo di divieto formale fu revocato nel 2010.

L’avvicinamento degli USA all’Indonesia non è un atto di altruismo, ma probabilmente un’azione deliberata per promuovere un’alleanza in Asia e nel mondo musulmano. Per Washington è vantaggioso avere strette relazioni con Giacarta, Paese guida dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Association of South-East Asian Nations, ASEAN) e aspirante protagonista all’interno di diversi organi delle Nazioni Unite, ovvero nel Consiglio di Sicurezza (2007-2008, 2019-2020), nel Consiglio dei diritti umani (2020-2022) e nel Consiglio economico e sociale (2021-2023). Nonostante la dottrina di politica estera “attiva e indipendente” dell’Indonesia impedisca di aderire a un patto di sicurezza voluto dagli USA, le relazioni tra i due Paesi si sono gradualmente approfondite con la Comprehensive Partnership del 2010, che prevede l’impegno in materia di commercio, società civile e sicurezza[18] e con la Strategic Partnership del 2015, in cui rientra la cooperazione in materia di difesa[19].

Nell’ambito dell’accordo di partenariato, USA e Indonesia si sono impegnati in più di centoquaranta esercitazioni militari congiunte, comprese esercitazioni multilaterali, come il Cobra Gold nel Pacifico[20]. Tra i settori specifici oggetto dell’accordo vi è il peacekeeping: gli USA hanno fornito supporto logistico all’operazione di pace dell’Indonesia in Libano e stanziato 3,3 milioni di dollari destinati al “Centro indonesiano per il peacekeeping[21]. In materia di antiterrorismo hanno contribuito con 6,6 milioni di dollari in finanziamenti, attrezzature e addestramento all’unità antiterrorismo della polizia indonesiana Detachment 88[22]. Infine, nel settore marittimo hanno fornito sistemi radar costieri e navali per un valore di cinquantasei milioni di dollari, oltre a trenta motovedette destinate alla polizia marittima indonesiana[23]. Il flusso di denaro scorre anche in direzione opposta, dal momento che il governo indonesiano appalta i progetti alle aziende statunitensi: la Collins Aerospace sosterrà l’ammodernamento degli aerei per il trasporto militare indonesiani C-130H Hercules e la Lockheed Martin fornirà cinque velivoli C-130J-30 per un contratto del valore stimato di 88,6 milioni di dollari[24].

Per gli USA la cooperazione con l’Indonesia è essenziale nel quadro delle rivalità geopolitiche con la Cina. Attualmente, Washington ha relazioni strategiche più salde con l’Indonesia, grazie al coinvolgimento di oltre dodicimila membri del personale indonesiano addetto alla sicurezza e alla difesa in vari programmi di formazione e addestramento militare statunitensi[25]. La situazione potrebbe tuttavia cambiare, dal momento che gli USA hanno difficoltà a competere con la crescente presenza economica della Cina, soprattutto alla luce della visione “sviluppista” dell’attuale presidente indonesiano Joko Widodo, più desiderosa di infrastrutture, commercio e investimenti esteri anziché di relazioni di sicurezza e difesa. Con il governo statunitense impegnato a stringere alleanze nell’ambito dell’AUKUS e del QUAD, esiste la possibilità che l’Indonesia possa sentirsi tagliata fuori e che cerchi partenariati strategici altrove. Ciò detto, gli Stati Uniti dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di offrire garanzie e un impegno coerente se vogliono mantenere un solido engagement strategico con l’Indonesia.

Traduzione dall’inglese a cura di Silvia Frosina


[1] Human Rights Watch (HRW) (2017), “Indonesia: US Documents Released on 1965-66 Massacres”, Human Rights Watch, 18 ottobre, disponibile online al link https://www.hrw.org/news/2017/10/18/indonesia-us-documents-released-1965-66-massacres.

[2] Murphy, A.M. (2010), “US Rapprochement with Indonesia: From Problem State to Partner”, Contemporary Southeast Asia, Vol. 32 (3), pp. 362-387.

[3] Laksmana, E.A. (2018), “Are Military Assistance Programs Important for US–Indonesia Ties?”, East Asia Forum, 18 aprile, disponibile online al link https://www.eastasiaforum.org/2018/04/18/are-military-assistance-programs-important-for-us-indonesia-ties/.

[4] HRW (1991), “East Timor: The November 12 Massacre and Its Aftermath”, 12 dicembre, disponibile online al link https://www.hrw.org/legacy/reports/pdfs/i/indonesa/indonesi911.pdf; Wenas Inkiriwang, F. (2020), “The Dynamic of the US-Indonesia Defence Relations: The ‘IMET Ban’ Period”, Australian Journal of International Affairs, Vol. 74 (4), pp. 377-393.

[5] Priest, D. (1998), “US Military Trains Foreign Troops”, Washington Post, 12 luglio, disponibile online al link https://www.washingtonpost.com/wp-srv/national/longterm/overseas/overseas1a.htm.

[6] Wenas Inkiriwang, F. (2021), “‘Garuda Shield’ vs ‘Sharp Knife’: Operationalising Indonesia’s Defence Diplomacy”, The Pacific Review, Vol. 34 (6), pp. 871-900.

[7] Wenas Inkiriwang, “The Dynamic of …”, cit.

[8] Wenas Inkiriwang, “‘Garuda Shield’ …”, cit.

[9] Elegant, S. (2003), “Indonesia: US Teachers Killed at Mine”, The Time Magazine, 10 febbraio, disponibile onlne al link https://content.time.com/time/subscriber/article/0,33009,421081,00.html.

[10] Ibidem.

[11] Ibidem.

[12] Ibidem.

[13] The White House (2003), “US and Indonesia Joint Statement”, 22 ottobre, disponibile online al link https://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2003/10/20031022-1.html.

[14] Murphy, op. cit.

[15] Comer, C.K. (2010), “Leahy in Indonesia: Damned If You Do (and Even If You Don’t)”, Asian Affairs: An American Review, Vol. 37 (2), p. 68.

[16] Wenas Inkiriwang, “‘Garuda Shield’…”, cit.

[17] Murphy, op. cit.

[18] The White House (2010), “The US-Indonesia Comprehensive Partnership”, 27 giugno, disponibile onlne al link https://obamawhitehouse.archives.gov/the-press-office/us-indonesia-comprehensive-partnership.

[19] The White House (2015), “Joint Statement by the United States of America and the Republic of Indonesia”, 26 ottobre, disponibile online al link https://obamawhitehouse.archives.gov/the-press-office/2015/10/26/joint-statement-united-states-america-and-republic-indonesia.

[20] Murphy, op. cit.

[21] Haseman, J.B., e Lachica, E. (2010), “The US-Indonesia Comprehensive Partnership: The Security Component,” cogitASIA CSIS Asia Policy Blog, 30 settembre, disponibile online al link http://www.cogitasia.com/the-u-s-indonesia-comprehensive-partnership-the-security-component/.

[22] Murphy, op. cit.

[23] Storey, I. (2009), “Maritime Security in Southeast Asia: Two Cheers for Regional Cooperation”, Southeast Asian Affairs, pp. 36-58.

[24] Kadidal, A. (2022), “First C-130J-30 for Indonesia produced”, Janes Defence, 21 novembre, disponibile online al link https://www.janes.com/defence-news/news-detail/first-c-130j-30-for-indonesia-produced; Reed, J. (2022), “Collins Aerospace Signs Agreement with PT Dirgantara Indonesia for Digital Cockpit Upgrades”, Aviation Today, 11 novembre, disponibile online al link https://www.aviationtoday.com/2022/11/11/collins-aerospace-signs-agreement-pt-dirgantara-indonesia-digital-cockpit-upgrades/.

[25] Laksmana, E. (2021), “A Fragile Fulcrum: Indonesia-US Military Relations in the Age of Great-Power Competition”, Asia Policy, Vol. 16 (4), pp. 106-114.

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