Prabowo Subianto e il nuovo volto gemoy dell’autoritarismo populista indonesiano

Il 14 febbraio scorso duecento milioni di cittadini indonesiani sono stati chiamati alle urne per eleggere, in un unico giorno, un nuovo presidente e vicepresidente, insieme ai rappresentanti del parlamento nazionale e di altri due organi legislativi locali in quella che, nonostante la quasi totale disattenzione da parte della stampa italiana, è stata una delle più imponenti consultazioni elettorali mai tenutasi al mondo[1].

Sebbene non inaspettata, la vittoria di Prabowo Subianto, ufficialmente confermata il 20 marzo dopo più di un mese di conteggi, ha generato un’ondata di allarme e sconforto sia a livello nazionale tra intellettuali, artisti, e attivisti pro-democrazia sia presso numerosi osservatori internazionali[2]. Come hanno sottolineato vari commentatori stranieri e confermato diversi interlocutori locali che ho avuto modo di intervistare durante un periodo di ricerca sul campo condotto, proprio a ridosso delle elezioni, nel gennaio 2024, la vittoria di Prabowo è stata in gran parte resa possibile dal sostegno offertogli dal presidente in carica, Joko Widodo (detto Jokowi)[3]. Jokowi, infatti non solo è riuscito, con una serie di controverse manovre (inclusa una deroga da parte della corte costituzionale al limite minimo di età per partecipare alla corsa presidenziale), ad affiancare a Prabowo, in qualità di vice presidente, il suo giovane figlio trentaseienne, Gibran Rakabuming Raka, ma ha anche orchestrato una massiccia mobilitazione di risorse e apparati statali a supporto del binomio Prabowo-Gibran[4]. Inoltre, come mostra con dovizia di particolari, il mirabile documentario Dirty Vote diretto dal giornalista investigativo Dandhy Laksono e basato sulle analisi di tre esperti indonesiani di diritto costituzionale, la vittoria di Prabowo è stata resa possibile dalle sofisticate forme di frode elettorale e manipolazione politica che si sono dispiegate sia sul medio sia sul breve periodo[5].

Tuttavia, senza negare il ruolo fondamentale di questi processi strutturali, la schiacciante vittoria di Prabowo è in parte dovuta anche ad un abile campagna di rebranding che ha permesso a questo ex-generale, divenuto Ministro della Difesa, di attuare una trasfigurazione radicale della sua immagine politica[6].  Prabowo è riuscito nel giro di pochi mesi a trasformarsi da sanguinaria incarnazione dell’autoritarismo militare del regime di Suharto ad amabile emblema di una nuova tonalità affettiva improntata a tenera goffaggine e graziosa delicatezza. Nei mesi e nelle settimane che hanno preceduto il suffragio qualsiasi distretto, urbano o rurale, centrale o periferico, è stato infatti saturato dalla presenza di variopinti striscioni e cartelloni elettorali (spanduk e baliho) realizzati con stampanti per grande formato su ampi teli di vinile. Nonostante la grande varietà di colori, stili grafici, messaggi propagandistici e registri visuali gli striscioni per Prabowo spiccavano tra gli altri per la sistematica rappresentazione del candidato in guisa di cartone animato con gli occhi enormi e le guance paffute (Immagine 1a e 1b).

Nonostante le documentate violazioni dei diritti umani e le efferatezze da lui compiute a Timor Leste durante il periodo di occupazione indonesiana, Prabowo ha scelto di adottare, grazie all’ausilio dell’ Intelligenza Artificiale generativa, le sembianze di un grazioso cartone animato per divenire quindi la personificazione di quella volatile e ineffabile qualità affettiva che possiamo variamente associare all’immagine di un orsacchiotto di peluche, di un gattino che invita alle coccole o di un tenero cucciolo umano, detto in una parola: gemas (“tenero,” “carino,” “che ispira voglia di coccole e/o di affettuosi pizzicotti”), o, nell’ancora più popolare slang contemporaneo, gemoy. Creato utilizzando le tecnologie offerte in forma open access beta da Midjourney Inc., un laboratorio di ricerca indipendente di San Francisco che ha messo a punto un software di IA capace di generare immagini fotorealistiche a partire da comandi di testo (https://www.midjourney.com/home), l’avatar digitale di Prabowo (e del suo giovane vice Gibran) ha avuto un successo virale e inaspettato, assicurando alla coppia ampi consensi soprattutto tra le fasce più giovani dell’elettorato (più del 56% dei votanti indonesiani è costituito da individui under 40, che appartengono alle generazione Z e ai millennials), permettendo a Prabowo di consolidare e disseminare mediaticamente il suo nuovo volto gemoy[7].

Immagine 1a

Indonesia

Foto di Aurora Donzelli

 

Immagine 1a. Un cartellone elettorale a Bali rappresentativo del pastiche di riferimenti culturali su cui ha fatto leva la campagna di Prabowo-Gibrain. Il gesto del cuore coreano (il pollice e l’indice che si incrociano producendo un cuore) rinvia al popolare genere musicale del K-Pop (il pop coreano) e alla semiotica delle emoji scambiate attraverso gli smartphone; lo slogan inglese “all in” vuole sottolineare l’audacia e la determinazione politica della coppia presidenziale (nel lessico del poker l’espressione si riferisce alla mossa in cui un giocatore scommette tutte le sue fiches sull’esito sperato); e, infine, il più tradizionale: “Bersama Indonesia Maju” (“Insieme l’Indonesia avanza”) che si richiama alla retorica “sviluppista” post-coloniale.

Immagine 1b.

Foto di Aurora Donzelli.

 

Immagine 1b. Un cartellone elettorale a Giacarta raffigura Prabowo e Gibran come due cartoni animati e promette latte e pasti gratis nelle scuole.

Questa rappresentazione teneramente infantilizzante del ‘generale dei massacri’ è stata capillarmente disseminata attraverso cartelloni elettorali, magliette, hashtags sui social network, e inquietanti video, divenuti virali grazie a miliardi di visualizzazioni su YouTube e Tiktok, di goffi balletti in cui Prabowo danza al ritmo di Oke Gas 2, la petulante canzone di Richard Jersey, divenuta inno elettorale del duo Prabowo-Gibran (Immagine 2)[8].

Immagine 2.

Immagine 2. Uno screenshot fatto dall’autrice del video (https://www.youtube.com/watch?v=jwYRwOj9RdA) del cantante manadonese Richard Jersey che al ritmo di un rap elettronico inneggia alla vittoria di Prabowo e Gibran, il ticket presidenziale numero 2, e i candidati paling pas (“più ganzi”, letteralmente “più calzanti”).

Contrariamente alle forme di populismo eroico-machista più convenzionale, Prabowo ha dunque adottato un nuovo registro estetico-affettivo.  Il nuovo volto gemoy, nel senso letterale e metaforico e del termine, di Prabowo stride però con la biografia politica del neo-eletto presidente. Durante il regime autoritario di Suharto, il cosiddetto Orde Baru (“Nuovo Ordine”), Prabowo, che di Suharto fu anche genero, si è macchiato di numerosi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani (hak asasi manusia, o HAM). Ha collaborato attivamente, negli anni Ottanta e Novanta, con l’agenzia di intelligence statunitense DIA finalizzata ad attività contro-insurrezionali e contribuito a reprimere ferocemente i movimenti indipendentisti a Papua occidentale, Timor Leste e Aceh[9].  A Timor Leste, durante l’occupazione indonesiana della ex-colonia portoghese, in qualità di comandante delle unità di forze speciali dell’esercito indonesiano (Kopassus), Prabowo diresse un’operazione militare (a Kraras sul monte Bibileo) in cui vennero massacrati tra l’agosto e il settembre del 1983 centinaia di timoresi. A Papua occidentale, fu artefice di un’imboscata in cui venne utilizzato un finto elicottero della Croce Rossa per attirare civili e ucciderli a colpi di mitragliatrice.[10] Prabowo, inoltre, fu, alla fine degli anni Novanta, responsabile del rapimento e della tortura di attivisti pro-democrazia durante i mesi che preludevano al rovesciamento di Suharto. Come è stato descritto con dovizia di particolari e di fonti nelle 500 pagine del recente (2024) libro di Muhidin Dahlan Kronik Penculikan Aktivis dan Kekerasan Negara 1998 (“Cronoca del rapimento di attivisti e della violenza di stato del 1998”), nel 1997-98 Prabowo rapí e torturò 24 giovani militanti, 13 dei quali non fecero mai più ritorno[11]. Mai formalmente incriminato, ma ufficialmente sospeso dall’esercito per queste azioni, Prabowo ha recentemente compiuto un’indiretta ammissione di colpa, chiedendo formalmente scusa agli attivisti superstiti e producendo reazioni discordanti tra gli ex-militanti. Si veda, per esempio, da un lato, l’indignazione manifestata da Faizol Riza e la frustrazione espressa da Petrus Heryanto a nome della Koalisi Masyarakat Sipil e, dall’altro, la posizione di apprezzamento adottata da un altro ex-militante: Budiman Sudjatmiko[12].

Come sostiene Karen Strassler, le immagini sono centrali nella formazione dei nuovi immaginari politici emersi in Indonesia a partire dal nuovo millennio[13]. Dopo un regime che per più di tre decenni (1965-1998) ha operato all’insegna della censura, della repressione dell’opposizione politica, ed è stato caratterizzato da stili di discorso politico basati sull’eufemismo, la rimozione e le formule semantiche indirette, la transizione all’Era della Riforma (Era Reformasi) ha segnato la diffusione di nuovi ideali di partecipazione popolare enfatizzando i valori della trasparenza (transparansi) e responsabilità (akuntabilitas), producendo nuovi stili di leadership politica[14]. Ne è un esempio la pratica del blusukan (ossia della visita improvvisata) che vede i candidati, vestiti informalmente, presentarsi in luoghi pubblici per stringere la mano e chiacchierare con la gente comune (masyarakat). Durante la sua campagna presidenziale del 2013-2014, Jokowi ha fatto leva sulla presentazione di un sé politico affabile e “alla mano”, andando spesso sul campo (terjun ke lapangan) per ispezionare direttamente le condizioni reali dei cittadini.

A questi nuovi valori di affabilità, trasparenza, e intervento diretto si è, negli ultimi anni, sovrapposto un ulteriore livello di stilizzazione politica fatta di mascotte “carine” (Immagine 3) e immagini che rinviano alla qualità estetico-affettiva dei cartoni animati giapponesi e coreani (si veda il pionieristico lavoro di Christine Yano sull’utilizzo del registro cute-cool nel Giappone contemporaneo)[15].

Immagine 3.

Immagine 3. Le due mascotte delle elezioni presidenziali Sura (ovvero “la voce del popolo”) e Sulu (ovvero “la voce delle elezioni”). Disponibile online al sito: https://id.m.wikipedia.org/wiki/Berkas:Maskot_Pemilu_2024.png 

 

È questa la nuova veste del soft power del populismo indonesiano che permette di occultare violenza, repressione e manipolazione politica attraverso le forme espressive teneramente infantili e apparentemente innocue del gemoy. Il nuovo registro visuale, utilizzato nella campagna del 72enne Prabowo, ha permesso di produrre consenso popolare attraverso l’attivazione di una serie molteplice di nuovi riferimenti culturali: dal futuribile mondo delle tecnologie informatiche e della socialità digitale, alle aspirazioni cosmopolite in voga tra i giovani indonesiani, alla passione diffusa per la cultura pop coreana, al sound del K-Pop, all’iconografia anime fatta di personaggi dalla fisionomia paffuta e cute, ai simboli-icone come quello rappresentato dal gesto del cuore coreano (indice e pollice che si incrociano formando una  specie di V a guisa di cuore stilizzato). Come ha suggerito l’antropologo Michael Hertzfel, il populismo è soprattutto “un modo performativo di azione politica” finalizzato a rendere accettabili valori e pratiche generalmente considerati oltraggiosi e imbarazzanti[16]. Dobbiamo quindi domandarci, continua Hertzfeld, non tanto che cosa sia il populismo, ma piuttosto come funzioni. Le recenti elezioni indonesiane possono senz’altro offrirci uno spunto.


[1] In Indonesia il potere legislativo è affidato congiuntamente al governo e all’Assemblea Consultiva del Popolo (Majelis Permusyawaratan Rakyat, o MPR), che costituisce un parlamento bicamerale articolato in una camera bassa—il Consiglio Rappresentativo del Popolo (Dewan Perwakilan Rakyat, o DPR) —e in una camera alta—il Consiglio Rappresentativo Regionale (Dewan Perwakilan Daerah, o DPD) —i cui rappresentanti vengono scelti per elezione diretta. A questi due organi legislativi nazionali, si aggiungono i rappresentanti dei Consigli Rappresentativi Regionali Provinciali e Municipali (Dewan Perwakilan Rakyat Daerah o DPRD Propinsi e DPRD Kabupaten/Kota). Il 14 febbraio 2024 gli elettori indonesiani hanno dunque espresso il voto per cinque consultazioni diverse (per il Presidente, il DPR, il DPD, il DPRD provinciale e il DPRD municipale).

[2] Si vedano per esempio gli interventi del giornalista investigativo statunitense Allan Nair (2024). “Could Indonesia return to military rule? Allan Nair on the ‘Massacre General’ running for President”, DemocracyNow!, 13 febbraio, disponibile online al sito: https://www.democracynow.org/2024/2/13/prabowo_subianto_indonesia_election, dell’analista politica Bridget Welsh, (2024). “Indonesia’s Valentine polls”, 13 febbraio, disponibile online al sito: https://bridgetwelsh.com/articles/indonesias-valentine-polls/, di Ann Marie Murphy, direttrice del Foreign Policy Studies in the School of Diplomacy and International Relations at Seton Hall University, (2024). “Indonesia elects Prabowo. What happened and what’s next?”, The National Bureau of Asian Research, 21 febbraio, disponibile online al sito: https://www.nbr.org/publication/indonesia-elects-prabowo-what-happened-and-whats-next/, di Edward Aspinall, professore di International Relations presso l’Australian National Universities (ANU), (2023). “Indonesia’s election bears the signs of weakening democracy”, East Asia Forum, 10 dicembre, disponibile online al sito: https://eastasiaforum.org/2023/12/10/indonesias-election-bears-the-signs-of-weakening-democracy/.

[3] Jokowi aveva sconfitto Prabowo nelle elezioni presidenziali del 2014 e del 2019, dandogli, tuttavia, in modo inaspettato l’incarico di Ministro della Difesa nell’ottobre 2019.

[4] A questo proposito si veda per esempio la testimonianza del direttore esecutivo di Amnesty International Indonesia, Usman Hamid, che riporta di numerosi atti intimidatori da parte della polizia mirati a spingere gli elettori a votare Prabowo (Rohmawati, Y. 2024. “Amnesty International catat 16 kasus intimidasi sepanjang Pemilu 2024”, tempo.co., 23 febbraio, disponibile online al sito: https://nasional.tempo.co/read/1837071/amnesty-international-catat-16-kasus-intimidasi-sepanjang-pemilu-2024), a cui si aggiungono le numerose controversie legate all’utilizzo dei programmi statali di assistenza alimentare per influenzare il voto in favore di Prabowo (si rimanda all’articolo presente in questo numero di Sciortino, R. (2024) “L’evoluzione dell'(ab)uso del Bansos in Indonesia”, RISE, Vol. 9, N. 1, pp. 36-59), le inchieste uscite sul settimanale indonesiano Tempo (in particolare il numero uscito il 21 gennaio 2024), le osservazioni nei già citati contributi di Aspinall, Murphy e Nair, e un articolo uscito a riguardo sul Jakarta Post (2024. “Court summons four ministers in election dispute case” 2 aprile, disponibile online al sito: https://www.thejakartapost.com/indonesia/2024/04/02/court-summons-four-ministers-in-election-dispute-case.html).

[5] Il documentario è stato trasmesso gratuitamente in prima mondiale su YouTube l’11 Febbraio 2024. Per una recente analisi dei meccanismi clientelari in vari paesi del Sudest Asiatico, si veda il libro di Aspinall, E., Weiss, M. L., Hicken, A., & Hutchcroft, P. D. (2022). Mobilizing for elections: Patronage and political machines in Southeast Asia. Cambridge University Press.

[6] Secondo i dati definitivi pubblicati il 20 marzo 2024, Prabowo ha vinto con il 58.6% in 34 delle 36 province del vasto stato arcipelagico indonesiano, mentre gli altri due contendenti—l’ex-governatore di Giacarta Anies Baswedan, a capo di una coalizione elettorale di partiti islamici, e il candidato del partito democratico (PDI-P) Ganjar Pranowo—hanno ottenuto rispettivamente il 24.9% e il 16.5%.

[7] La campagna elettorale di Prabowo ha rappresentato il primo caso di impiego massiccio dell’IA a fini politico-propagandistici, evidenziando la quasi completa assenza di una regolamentazione in materia e ponendo dei seri interrogativi etici e politici, si veda a questo proposito il recente articolo di Lamb, K., Potkin, F., e Teresia, A. (2024) “Generative AI may change elections this year. Indonesia shows how,” Reuters, 2 agosto, disponibile online al sito: https://www.reuters.com/technology/generative-ai-faces-major-test-indonesia-holds-largest-election-since-boom-2024-02-08/ .

[8] Si vedano, per esempio, i seguenti clip che raffigurano il candidato (talvolta accompagnato dal suo vice) che si cimenta in mosse di danza teneramente maldestre  (https://vm.tiktok.com/ZGeaTb537/, https://vm.tiktok.com/ZGeaT9xL3/https://vm.tiktok.com/ZGeaTtymn/), o addirittura il suo alter-ego cartone animato uscire da giganteschi cartelloni propagandistici e mettersi a danzare per le strade di Giacarta al ritmo del tormentone elettorale Oke Gas 2 cantato da Richard Jersey (https://vm.tiktok.com/ZGeaTabXe/).

[9] Il termine Orde Baru (“Nuovo Ordine”), si riferisce al periodo della storia politica indonesiana, durato 32 anni, di governo di Suharto, che prese il potere nel 1965 dopo due decenni di presidenza di Sukarno. Lungi dall’essere pacifica, la transizione fu segnata da un periodo di disordini sociali durante il quale furono massacrati centinaia di migliaia di presunti militanti e simpatizzanti comunisti, vedi, tra gli altri, Roosa, J. (2006). Pretext for Mass Murder: the September 30th Movement and Suharto’s coup d’état in Indonesia. Madison: University of Wisconsin Press. Sulla collaborazione tra Prabowo e i servizi di intelligence statunitensi al fine di reprimere il dissenso contro il regime di Suharto e di tenere sotto controllo i movimenti indipendentisti, si vedano le inchieste (basate anche su documenti del Pentagono) del già citato Allan, N. (2014). “Prabowo megaku anak kesayangan Amerika”, Kampus.com, 2 luglio, disponibile online al sito: https://nasional.kompas.com/read/2014/07/02/0934427/Allan.Nairn.Prabowo.Mengaku.Anak.Kesayangan.Amerika .

[10] Sebbene Prabowo si sia sempre dichiarato innocente e non sia mai stato formalmente incriminato per queste azioni, i suoi crimini sono stati ampiamente documentati, costandogli la sospensione dall’esercito e la negazione del visto d’ingresso (per violazione dei diritti umani) da parte di Australia e Stati Uniti: tra le molte fonti si veda https://www.insideindonesia.org/editions/elections-2014/prabowo-and-human-rights, Wandelt, I. (2007). “Prabowo, Kopassus and East Timor: on the hidden history of modern Indonesian unconventional warfare.”, in Streifeneder, E. & Missbach, A. (a cura di), Indonesia-the presence of the past. A festschrift in honour of Ingrid Wessel, Berlino, Regiospectra Verlag, pp. 121-147.

[11] Dahlan, M. M. (2024). Kronik penculikan aktivis dan kekerasan negara 1998. Yogyakarta, I-Boekoe.

[12] Dian, R. (2023). “Faisol riza menyayangkan tanggpan Prabowo soal pelanggaran HAM 1998: ‘Saya Sebanarnya Marah”, Narasi, 13 dicembre, disponibile online al sito: https://narasi.tv/read/narasi-daily/faisol-riza-menyayangkan-tanggapan-pak-prabowo-terhadap-pelanggaran-ham-1998; KBA News (2023). “Civil society coalition criticizers Prabowo’s claim of clean human rights record as misleading”, 24 dicembre, disponibile online al sito: https://kbanews.com/english-edition/civil-society-coalition-criticizes-prabowos-claim-of-clean-human-rights-record-as-misleading/; Asia-Pacific Solidarity Network (2023), “Ex-PRD activists slam Budiman-Prabowo meet, demand justice for past abuses”, 27 luglio, disponibile online al sito: https://www.asia-pacific-solidarity.net/news/2023-07-27/ex-prd-activists-slam-budiman-prabowo-meet-demand-justice-past-abuses.html, Dirgantara, A., Asril, S. (2024). “Prabowo minta maaf pernah kejar aktivis, Budiman Sudjatmiko: kedua kalinya mohon maaf di depan umum”, Kompas.com, 20 gennaio, disponibile online al sito: https://nasional.kompas.com/read/2024/01/29/14441711/prabowo-minta-maaf-pernah-kejar-aktivis-budiman-sudjatmiko-kedua-kalinya

[13] Strassler, K. (2020). Demanding images: Democracy, mediation, and the image-event in Indonesia. Durham, Duke University Press.

[14] La dimissioni di Suharto nel 1998 hanno inaugurato l’Era Reformasi. Il periodo post-Suharto può essere ulteriormente suddiviso tra un primo periodo di ottimismo circa la possibilità di un reale cambiamento politico – che generalmente coincide con i primi anni dopo le dimissioni di Suharto e corrisponde alla presidenza di Abdurrahman Wahid (1999– 2000) e Megawati Sukarnoputri (2001-2004) – e un periodo post-Reformasi (pasca-Reformasi), che si ritiene sia iniziato gradualmente dopo l’elezione del generale Susilo Bambang Yudoyono nel 2004 e che è stato caratterizzato “da maggiori sforzi per regolamentare i media e l’espressione pubblica” (Strassler, K. (2020). Demanding images: Democracy, mediation, and the image-event in Indonesia. Durham, Duke University Press).

[15] Yano, C. R. (2013). Pink globalization: Hello Kitty’s trek across the Pacific. Durham, Duke University Press.

[16] Herzfeld, M. (2019). “How populism works.”, in Kapferer, B. & Theodossopoulos, T. (a cura di), Democracy’s paradox: Populism and its contemporary crisis. New York, Oxford, Berghahn Books, pp. 122-138.

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