[ITALIA-ASEAN] Il ruolo dell’Associazione Italia-ASEAN nel costruire relazioni con il Sud-Est asiatico

A cura dell’Associazione Italia-ASEAN

Lo scorso novembre l’Associazione Italia Asean ha celebrato il quinto anniversario dalla fondazione. Uno speciale televisivo andato in onda su SKY il 27 novembre (disponibile su Itasean.org) ha marcato la ricorrenza nell’impossibilita di manifestazioni pubbliche di alto profilo a causa del virus COVID-19.

In questi cinque anni l’Association of South-East Asian Nations (ASEAN) ha fatto passi da gigante. Ancora nella seconda metà del 2015, quando la nostra Associazione era in gestazione, in alcuni importanti ambienti di diversi Paesi membri si registravano dubbi non solo circa l’opportunità, ma persino la fattibilità del raggiungimento entro l’anno dell’obiettivo di formalizzare le tre comunità – politica e di sicurezza, economico-commerciale, sociale e culturale – che sarebbero dovute diventare i pilastri per l’evoluzione dell’ASEAN. Traguardo raggiunto invece il 31 dicembre 2015, in extremis, grazie alla determinazione dei Governi ASEAN e soprattutto di quello malaysiano che esercitava la presenza di turno. In tale maniera l’ASEAN ha compiuto un passo di straordinaria importanza verso l’integrazione regionale.

Con analoga determinazione e superando ostacoli che sembravano insormontabili, l’ASEAN ha saputo poi mettersi al centro del processo che il 15 novembre scorso, questa volta sotto la presidenza del Viet Nam, ha portato alla conclusione della Regional Comprehensive and Economic Partnership (RCEP), che è stato descritto a ragione come il più grande accordo economico-commerciale mai sottoscritto al mondo, interessando 15 Paesi che rappresentano circa un terzo della popolazione e del PIL mondiale.

Quest’evoluzione, registrata ovunque con attenzione, se non addirittura ammirazione, ha sorpassato ogni aspettativa e più che confermato la prima delle considerazioni che ci spinsero quando ci mettemmo all’opera, con il presidente Enrico Letta e il professor Romeo Orlandi: che i 10 Paesi dell’ASEAN erano ormai da anni prepotentemente alla ribalta dello sviluppo mondiale. La seconda era che da parte italiana non si faceva a sufficienza per attingere alle straordinarie opportunità che essi offrivano. Nei cinque anni trascorsi da allora l’Associazione Italia Asean si è adoperata in molte direzioni per cercare di accompagnare il “sistema Italia” verso una maggiore conoscenza e consapevolezza delle ampie prospettive che si aprono per gli interessi italiani in quella regione.

Essenziali per la vita stessa della associazione sono stati due fattori registratisi sin dai primi momenti: da una parte il sostegno delle istituzioni tanto nazionali e locali, in Italia e nei Paesi ASEAN, quanto regionali, come l’Unione Europea (UE) e l’ASEAN stessa, e internazionali, specie di stampo finanziario [si pensi alla Banca Mondiale e alla Banca asiatica di Sviluppo (Asian Development Bank – ADB)]; dall’altra, le adesioni e l’immediata fattiva collaborazione di molte fra le più importanti società italiane con proiezione internazionale. Su questi rapporti l’Associazione ha potuto fondare il perseguimento delle proprie finalità.

Nello Statuto erano stati individuati indicativamente i settori e le modalità in cui sviluppare la nostra azione. Alla prova dei fatti si può vedere che le nostre attività si sono indirizzate prioritariamente in alcune direzioni e hanno privilegiato soprattutto alcune modalità. Primo ed essenziale è stato comunque l’obiettivo della diffusione a tutti livelli, iniziando da quello imprenditoriale, di una maggiore consapevolezza circa i Paesi dell’ASEAN, dell’organizzazione stessa, e delle importantissime opportunità che essi offrono. Un’azione quasi di divulgazione, che si è dispiegata inizialmente attraverso l’organizzazione di convegni in sede a Roma e sul territorio, spesso auspici le organizzazioni imprenditoriali regionali, grazie alla collaborazione fondamentale con Confindustria e le associazioni di categoria. Convegni e seminari sia di carattere generale – come l’importante convegno organizzato nel giugno 2018 con la Farnesina sull’Istruzione Superiore, la Scienza e la Ricerca – incentrati sia sui Paesi – quali di recente il Viet Nam a seguito della conclusione dell’accordo di libero scambio con l’UE – o su temi specifici – quali le modalità operative di accesso ai finanziamenti dell’ADB.

Ai convegni si sono affiancate numerose pubblicazioni dedicate a singoli Paesi, all’ASEAN in quanto organizzazione, a temi specifici, quale quello forse inconsueto ma di grande rilevanza delle relazioni fra le diverse religioni e lo sviluppo economico nei Paesi dell’area, anche da questo punto di vista caratterizzati da una grande diversità. Per consigliarla l’Associazione ha dato vita ad un comitato scientifico, composto da alcuni fra i più autorevoli esperti nazionali dell’area. Il rapporto con le ambasciate a Roma si è progressivamente irrobustito e l’Associazione è divenuta la sede di elezione per gli incontri pubblici delle personalità di Governo dei Paesi ASEAN in visita in Italia.

In collaborazione con The European House-Ambrosetti, insieme alla quale ha elaborato la formula e la struttura del convegno, la Associazione ha organizzato a partire dal 2017 tre edizioni di un convegno denominato “High Level Dialogue on ASEAN-Italy Economic Relations (HLD)”. L’iniziativa ha fatto registrare un successo crescente, raccogliendo nelle capitali ASEAN un numero sempre maggiore di personalità dell’economia e della politica italiana e di quei Paesi, con il fine di favorire una reciproca conoscenza e di creare una comunità di persone che condividessero interessi e obiettivi. La partecipazione al terzo HLD, tenutosi nel 2019 ad Hanoi, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del primo ministro vietnamita Nguyen Xuan Phuc di fronte a una platea di oltre cinquecento decision makers italiani e di tutti i Paesi ASEAN, ha consacrato l’importanza di questo esercizio, certamente il più importante che veda protagonista l’Italia nei Paesi ASEAN. Il Dialogo nell’anno in corso ha dovuto subire una battuta d’arresto per le note ragioni; dopo Giacarta 2017, Singapore 2018, Hanoi 2019, la quarta edizione a Kuala Lumpur è dunque rimandata al 2021.

Sul fronte della comunicazione, l’Associazione negli ultimi tempi ha profondamente riorganizzato il proprio sito Internet, ora strutturato non solo come strumento di primo contatto, ma inteso come hub di interazione con tutti coloro che hanno in Italia un interesse – non ristretto alle attività economiche ma esteso a 360° – per i Paesi dell’ASEAN. L’occasione è gradita per invitare il Torino World Affairs Institute e coloro che ne seguono le attività a esplorare il sito[1] e a contribuire ad animare l’hub. Fra le nuove attività lanciate sul sito che hanno riscontrato maggior favore è stata l’avvio di una rassegna stampa giornaliera, che cerca di rimediare alla scarsa attenzione dei media nazionali per l’area, segnalando notizie ricavate dai siti istituzionali e dalla stampa internazionale, come pure la newsletter settimanale, che segnala le maggiori novità della settimana che abbiano relazione con l’ASEAN, corredate da editoriali, approfondimenti e commenti. La rassegna stampa viene anche diffusa a un indirizzario ragionato di rappresentanti della politica, economia, informazione e cultura.

L’Associazione si onora di pensare che non sia azzardato ipotizzare che l’insieme delle attività intraprese in questi cinque anni nello stimolare l’attenzione pubblica sull’ASEAN abbia in qualche modo contribuito a far maturare la decisione del Governo a porre la candidatura italiana allo status di “partner di sviluppo” dell’ASEAN, approvata dai ministri degli Esteri dell’ASEAN nella loro 57° riunione di inizio ottobre. Tale status era prerogativa in precedenza della sola Germania ed è stato concesso alla Francia, da tempo candidata, contemporaneamente all’Italia e solo pochi giorni or sono anche l’UE ha acquisito lo status di partner strategico. Essere partner strategico o di sviluppo significa dar vita a un vasto programma di cooperazione con l’ASEAN che, nel caso dell’Italia, spazierà dalla cooperazione politico istituzionale a quella nei settori agricolo, ambientale, della sanità e del patrimonio culturale. Un campo d’azione vastissimo verso quale l’Associazione si ripromette di orientare la propria attenzione nel futuro, senza trascurare i settori più tradizionali della propria azione, compresi quelli ancora non sufficientemente sviluppati, quale l’organizzazione nei Paesi ASEAN di missioni economiche e di studio.

Inizialmente l’Associazione si era data un orizzonte temporale di tre anni, successivamente prorogato dai soci sull’onda dei buoni risultati del periodo iniziale, sulla base di un programma d’azione che venne approvato nell’occasione. Nelle scorse settimane l’Associazione ha condotto, grazie al contributo di PwC, fra i soci più attivi fin dei primi giorni, un sondaggio fra tutti i soci al fine di conoscerne l’opinione sulle attività svolte sinora e per trarne indicazioni circa quelle future, il cui programma di massima, sulle linee sovraesposte, è stato approvato dal Consiglio direttivo il 17 dicembre.

In conclusione, si può affermare che con la creazione dell’Associazione Italia Asean si è venuti incontro a un’esigenza reale, dando vita a un centro motore di interesse e di attività che prima mancava. Per valutarne l’efficacia difficile dire meglio della risposta data dal presidente Enrico Letta alla domanda postagli alla fine dello speciale SKY citato a inizio articolo: “Siamo contenti del lavoro svolto? Sì. Siamo soddisfatti? No. Siamo solo all’inizio di questo lavoro, stiamo ancora recuperando il tempo perduto”.


Note bibliografiche

[1] Il sito web dell’Associazione è disponibile online al link https://www.itasean.org/.

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