Corruzione e crescita: il caso del Viet Nam e della sua “fornace ardente”

I Paesi ad alto reddito, come Danimarca e Nuova Zelanda, tendono ad avere un basso livello di corruzione. I Paesi a basso reddito, come Somalia e Myanmar, al contrario, mostrano elevati indici di corruzione. Possiamo dunque dedurre che la corruzione impedisce la crescita e il raggiungimento di un elevato livello di reddito? La risposta non è ovvia come potremmo pensare. Sebbene in letteratura prevalgano i lavori che evidenziano gli effetti negativi della corruzione sull’economia e sulla società, dove per corruzione si può intendere genericamente l’utilizzo del potere per ottenere un vantaggio personale, non mancano gli studi che mostrano come, in alcune circostanze, la corruzione possa favorire l’attività economica. In questo senso, in letteratura, si trova spesso la contrapposizione tra l’ipotesi sand the wheels, che potremmo tradurre in “sabbia negli ingranaggi”, a grease the wheels o “olio negli ingranaggi”. Prima di esaminare le due posizioni, è importante sottolineare che riconoscere la presenza di possibili effetti positivi della corruzione sulla crescita non significa dimenticare come una società poco corrotta sia una condizione desiderabile di per sé a prescindere da eventuali effetti economici; e anche che le eventuali implicazioni delle due posizioni riguardano solo l’ordine delle priorità sulle quali le politiche di sviluppo dovrebbero concentrarsi e non sugli obiettivi da raggiungere.

Le tesi a favore della corruzione evidenziano come questa possa accelerare i processi burocratici, consentendo un processo decisionale più rapido e la rapida risoluzione dei problemi. Tra i primi sostenitori di questa tesi si può ricordare Nathaniel Leff[1]. Più recentemente, Daron Acemoglu, Thierry Verdier[2], Long Xiaoning e Huang Xiaoyong[3] hanno ripreso queste tesi. In ambienti in cui le normative sono soffocanti, la corruzione può consentire agli imprenditori di aggirare gli ostacoli e creare nuove opportunità. Ciò può stimolare l’innovazione e la crescita economica, soprattutto nei Paesi con regimi di governo dove prevalgono quadri giuridici ingombranti e la burocrazia assume caratteri di oscura disfunzionalità. In sistemi complessi e contorti, la corruzione può servire come mezzo per semplificare le interazioni e l’accesso ai servizi. Gli individui e le imprese potrebbero essere più inclini a partecipare quando la corruzione offre scorciatoie come nel Viet Nam degli anni Novanta e primi anni Duemila.

Posizioni contrarie sono state argomentate in modo convincente per un lungo periodo di tempo a partire da Gunnar Myrdal[4]. Quando i funzionari pubblici danno priorità al guadagno personale rispetto al bene pubblico, i cittadini perdono fiducia nella capacità dello Stato di servire i loro interessi. La corruzione spesso sottrae risorse a servizi pubblici vitali come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e le infrastrutture e ciò si traduce in un accesso ineguale ai beni di prima necessità, perpetuando la povertà e la disuguaglianza. Sebbene la corruzione possa dare l’impressione di facilitare la crescita a breve termine, spesso ostacola lo sviluppo economico nel lungo periodo. Gli investitori sono scoraggiati dall’incertezza e dal rischio rappresentato dai sistemi corrotti, che portano a una diminuzione degli investimenti esteri diretti. La corruzione può fornire un terreno fertile per la criminalità organizzata e altre attività illegali, ad esempio in Afghanistan e in Somalia il riciclaggio di denaro, il traffico di droga e il terrorismo sfruttano reti corrotte di funzionari pubblici per prosperare.

Se in letteratura prevalgono gli studi che evidenziano gli effetti negativi della corruzione sulla crescita, come ad esempio Paolo Mauro, Daniel Kaufmann e Aart Kraay e, più recentemente, Klaus Gründler e Niklas Potrafke e Chang-Qing Song, Chun-Ping Chang e Qiang Gong[5], il Sud-Est asiatico e il Viet Nam rappresentano esempi di come possano verificarsi casi di forte crescita in presenza di elevata corruzione e di come bassi livelli di corruzione probabilmente siano più il risultato che non l’effetto di alti livelli di reddito. Il caso del Viet Nam è interessante anche per esaminare le contraddizioni con le quali ci si può scontrare nel tentativo di ridurre la corruzione o, secondo un modo di dire vietnamita, come fare a “buttare il topo senza rompere la giara”.

L’avvio della campagna anticorruzione

Dopo l’avvio della riforma verso un’economia di mercato nel 1986, nota con il nome di Doi Moi (“cambiamento”), il Viet Nam è riuscito a mantenere elevati tassi di crescita, +7,4% di media annua negli anni Novanta e +6,8% nel primo decennio del Duemila[6], in presenza di elevata corruzione [trentesimo percentile nel Corruption Perception Index (CPI) con Eritrea, Papua Nuova Guinea, Uganda e Zambia nel 2004[7]], nonché a raggiungere lo status di Paese a reddito medio-basso nel 2010. Pochi anni dopo, nel 2013, il Paese ha avviato la più importante campagna anticorruzione nella propria storia con l’istituzione del “Comitato direttivo centrale per la lotta alla corruzione” (Central Steering Committee for Anti-Corruption, CSCAC). La CSCAC, guidata dal segretario generale del Partito comunista vietnamita, svolge un ruolo cruciale nel coordinamento delle attività anticorruzione in tutti i rami di governo[8].

Sono state promulgate e modificate varie leggi per rafforzare il quadro giuridico, come nel caso della “Legge anticorruzione” del 2018 e la “Legge sulla pubblica amministrazione” del 2020. Inoltre, il Viet Nam ha ratificato la “Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione” (United Nations Convention Against Corruption, UNCAC), dimostrando il suo impegno nei confronti degli standard internazionali anticorruzione[9]. Sono state adottate misure per migliorare l’efficacia delle Forze dell’ordine nelle indagini e nel perseguimento dei casi di corruzione. L’istituzione del Dipartimento di Polizia anticorruzione presso il Ministero della Pubblica sicurezza nel 2013 ha rafforzato la capacità del governo di indagare su casi di corruzione di alto profilo[10].

Il Viet Nam ha riconosciuto l’importanza della trasparenza nella lotta alla corruzione e sono state lanciate varie iniziative volte ad aumentare la responsabilità pubblica, compresa l’introduzione di una “linea diretta” anticorruzione e piattaforme online. Queste misure, sostenute anche dai processi a favore della digitalizzazione, incoraggiano i cittadini a denunciare le pratiche di corruzione e contribuiscono a una società più trasparente[11]. Il Paese indocinese ha posto grande enfasi sulla cooperazione internazionale nella lotta alla corruzione e, coerentemente, si è impegnato nell’assistenza legale reciproca e nello scambio di informazioni con altre nazioni, promuovendo partenariati bilaterali e multilaterali per combattere la corruzione transnazionale. La collaborazione del Viet Nam con organizzazioni internazionali, come il “Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite” (United Nations Development Programme, UNDP) e la Banca mondiale, ha fornito un sostegno cruciale per lo sviluppo delle capacità e la condivisione delle migliori pratiche in questo ambito[12].

La campagna anticorruzione del Viet Nam, denominata “fornace ardente” dal segretario generale del Partito, Nguyen Phu Trong, ha prodotto risultati significativi in termini di perseguimento di funzionari di alto profilo. Ad esempio, la campagna ha portato alle dimissioni forzate del presidente Nguyen Xuan Phuc e di due vice primi ministri all’inizio del 2023, e precedentemente, nel 2018, ha visto la condanna all’ergastolo dell’ex presidente di Petrovietnam Construction JSC, Trinh Xuan Thanh. Questi arresti evidenziano la determinazione del governo nell’affrontare la corruzione a tutti i livelli e inviano un forte messaggio ai funzionari pubblici sulle gravi conseguenze che dovranno affrontare nel caso si facciano coinvolgere in casi di corruzione[13].

Le conseguenze positive e negative della campagna

Il CPI ci permette di verificare come la situazione del Paese sia effettivamente migliorata dopo l’avvio della campagna. L’indice elaborato da Transparency International colloca il Viet Nam al settantasettesimo posto su 180 Paesi considerati nel 2022. Il punteggio assegnato al Viet Nam è di 42 su 100 (lievemente al di sotto del cinquantesimo percentile, cfr. Fig. 1), in progressivo miglioramento rispetto ai 31 punti del 2015 e i 33 punti del 2016, non lontano dalla media dell’Asia-Pacifico (Fig. 2), con un punteggio di 45, ma tutt’ora molto distante dai 90 punti della Danimarca che risulta il Paese meno corrotto[14].

 

Fig. 1 – Corruption Perception Index Paesi ASEAN, 2022

(elaborazione dati pubblicati sul sito di Transparency International).

Fig. 2 – Corruption Percpetions Index 2022, Asia-Pacifico 

(fonte: Transparency International)

Al di là della misurazione dell’indice di corruzione, la campagna ha avuto sicuramente degli effetti positivi sull’economia, tra cui la riduzione dei costi informali legati all’attività imprenditoriale, lo snellimento dei processi burocratico-amministrativi in alcuni settori economici e la rottura di alcuni gruppi di interesse per creare un ambiente imprenditoriale più equo e favorevole agli investimenti.

Il tasso di imprese che pagano tangenti è sceso significativamente dal 70% nel 2006 al 41,4% nel 2021, il livello più basso degli ultimi sedici anni[15]. Ciò indica che i costi informali per fare affari in Viet Nam sono diminuiti. In secondo luogo, in concomitanza con le riforme amministrative, la campagna ha semplificato le procedure burocratiche per imprese e privati. Riducendo la burocrazia, il governo ha migliorato la facilità di fare affari, attirando più investitori e favorendo la crescita economica[16]. Inoltre, la campagna anticorruzione ha spezzato parte del nesso politica-impresa, soprattutto nel settore immobiliare, favorendo così un ambiente imprenditoriale più equo. A livello locale, la maggior parte dei casi di corruzione riguardano la vendita di terreni di proprietà statale a basso prezzo a imprese clientelari. Limitando l’influenza dei gruppi di interesse a livello locale, la campagna ha offerto opportunità alle piccole imprese di crescere[17].

Tuttavia, la campagna ha generato anche conseguenze negative, come rallentamenti nel sistema burocratico e interruzioni nei servizi primari come le cure mediche e l’immatricolazione dei veicoli che hanno colpito la qualità della vita della popolazione e l’economia del Paese. Nel 2022, il tasso di esborso degli investimenti pubblici ha raggiunto solo il 68% dell’obiettivo previsto e nel primo trimestre del 2023 oltre il 90% degli enti centrali e il 30% di quelli locali hanno registrato un tasso di esborso inferiore al 5% del totale annuo previsto[18].

Il timore di essere coinvolti in indagini anticorruzione ha portato infatti molti funzionari a esitare nell’approvare progetti o licenze, provocando gravi interruzioni dell’attività economica. Anche le attività di cooperazione allo sviluppo sono state rallentate dal clima di “caccia al burocrate corrotto” che ha contraddistinto il Paese negli ultimi anni. I funzionari pubblici responsabili dei progetti di cooperazione internazionale firmano con riluttanza gli accordi con i partner stranieri e le relative autorizzazioni a lanciare gare per lavori, servizi e forniture, rallentando così l’utilizzo dell’“aiuto pubblico allo sviluppo” (APS) già ostacolato da procedure molto complesse[19]. Oltre a rallentare la propria attività amministrativa, a partire dal 2020, quarantamila dipendenti pubblici si sono dimessi, e tra questi, solo nel 2022, 89 funzionari appartenevano alle cinquecento cariche più prestigiose presso l’amministrazione centrale[20].

Le ripercussioni di questo problema vanno ben oltre il business e gli investimenti. Alla fine del 2022 e all’inizio del 2023, il Viet Nam ha dovuto affrontare una grave carenza di attrezzature e forniture mediche, principalmente a causa del rifiuto dei funzionari governativi di approvare i relativi contratti di appalto. Dall’ottobre 2022 sono iniziate indagini approfondite nel campo dei servizi di revisione dei veicoli con la detenzione di circa quattrocento dipendenti e ispettori che hanno portato al crollo del sistema di ispezione in tutto il Paese, con conseguenti ritardi nell’approvazione di centinaia di migliaia di veicoli[21].

La campagna anti-corruzione ha anche avuto un effetto depressivo sul settore immobiliare e sulle industrie ad esso collegate, che rappresentano almeno il 16% del PIL del Paese. Le indagini hanno infatti portato a ritardi in molti progetti di sviluppo immobiliare, in parte perché alcune delle principali società promotrici del settore, come Tan Hoang Minh, FLC e Van Thinh Phat, sono state coinvolte dalla campagna. Inoltre, la mancanza di un quadro chiaro per la tariffazione dei terreni, unitamente alla riluttanza dei funzionari locali ad assumersi le proprie responsabilità amministrative hanno creato inevitabilmente dei ritardi nell’avanzamento dei progetti. Il Ministero delle Costruzioni ha rivelato che il numero di società immobiliari fallite nel primo trimestre del 2023 è aumentato del 30% su base annua, con 1.816 imprese che hanno sospeso la propria attività[22].

Risulta, quindi, evidente come il costo economico e sociale della “fornace ardente” del segretario Trong sia piuttosto elevato. Si deve, tuttavia, ricordare che la crescita nel 2022 ha segnato un notevole +8% e le previsioni più basse per il 2023, intorno al +4,7%, sembrano determinate principalmente dal rallentamento dell’economia globale più che da problemi interni[23]. Il Viet Nam è riuscito a crescere a ritmi elevati negli anni Novanta e nel primo decennio del Duemila, in presenza di forte corruzione, e ha continuato a crescere fortemente nell’ultimo decennio in presenza di minore corruzione. Come si diceva all’inizio, il caso del Viet Nam sembra dunque portare evidenza aneddotica alla tesi che i bassi livelli di corruzione che si riscontrano nei Paesi ad alto reddito potrebbero essere il risultato più che la causa di un lungo periodo crescita e del conseguente miglioramento delle condizioni di vita, e del relativo mutamento dei bisogni della popolazione anche in direzione di maggiore equità e giustizia.

Conclusioni

Questo articolo si è concentrato sulla relazione tra corruzione ed economia, ma non meno importante è la relazione con la politica, e sebbene non vi sia qui lo spazio per un approfondimento, per completezza si segnala che non mancano gli osservatori che vedono nella campagna anticorruzione una lotta di potere all’interno del Partito[24], tesi tuttavia negata dai dirigenti vietnamiti.    Il segretario Trong, in particolare, insiste che la campagna è una condizione di sopravvivenza per il Partito e per la sua legittimazione popolare, a conferma che esisterebbe una crescente domanda della gente di maggior giustizia amministrativa e di accesso ai servizi. A questo riguardo si può osservare che, sebbene il Viet Nam abbia compiuto progressi significativi nei suoi sforzi anticorruzione, persistono numerose sfide, tra queste va segnalata la cultura della corruzione, profondamente radicata, che richiede sforzi a lungo termine per cambiare gli atteggiamenti della società. Rafforzare l’istruzione pubblica e continuare a sensibilizzare la popolazione sugli effetti dannosi della corruzione è essenziale per promuovere una cultura dell’integrità. Inoltre, garantire l’indipendenza e l’efficacia delle Forze dell’ordine e della magistratura resta un compito fondamentale.

Per superare queste sfide e costruire una società libera dalla corruzione sono necessari una volontà politica sostenuta, unitamente a sforzi continui per aumentare la trasparenza amministrativa e la responsabilità dei funzionari pubblici. Rimane da verificare se i vietnamiti si accontenteranno di un sistema amministrativo meno corrotto e permetteranno la sopravvivenza del sistema di governo monopartitico attuale, senza alcuno spazio per il dissenso politico, una volta raggiunto l’obiettivo di divenire un Paese a “reddito medio-alto”, fissato per il 2030.


[1] Leff, N.H. (1964), “Economic Development through Bureaucratic Corruption”, American Behavioural Scientist, Vol 8(3), pp. 8-14.

[2] Acemoglu, D., e T. Verdier (2000), “The Choice between Market Failures and Corruption”, American Economic Review, Vol. 90(1), pp. 194-211.

[3] Long, X.N., e X.Y. Huang (2015), “Anti-Corruption and Investment Growth”, Economic Research Journal Working Paper.

[4] Myrdal, G. (1968), An Asian Drama. An Inquiry into the Poverty of Nations, New York: Twentieth Century Fund and Pantheon Books.

[5] Song, C., C. Chang, e Q. Gong (2021), “Economic Growth, Corruption, and Financial Development: Global Evidence”, Economic Modelling, Vol. 94, pp. 822-830; Gründler, K., e N. Potrafke (2019), “Corruption and Economic Growth: New Empirical Evidence”, European Journal of Political Economy, Vol. 60(C); Kaufmann, D., e A. Kraay (2003), “Governance and Growth: Causality Which Way? Evidence for the World, in Brief”, Governance Working Papers and Articles, World Bank Institute; Mauro, P. (1995), “Corruption and Growth”, The Quarterly Journal of Economics, Vol. 110(3), pp. 681-712.

[6] Fondo Monetario Internazionale (FMI) (2023), “Real GDP Growth, Annual Percent Change”, ottobre, disponibile online al link https://www.imf.org/external/datamapper/NGDP_RPCH@WEO/VNM.

[7] Transparency International, il database è consultabile online al sito https://www.transparency.org/.

[8] Thayer, C.A. (2014), “Vietnam in 2013: Domestic Contestation and Foreign Policy Success”, Southeast Asian Affairs 2014, ISEAS – Yusof Ishak Institute, pp. 355-372.

[9] United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) (2021), Vietnam, State Party to UNCAC, disponibile online al link https://www.unodc.org/unodc/en/treaties/CAC/country-profiles/vietnam.html.

[10] Vietnam Government Portal (2021), “Anti-corruption in Vietnam”, disponibile online al link https://www.chinhphu.vn/portal/page/portal/English/anti-corruption.

[11] Open Development Vietnam (2018), “Corruption Report Hotlines Launched”, 20 dicembre, disponibile online al link https://vietnam.opendevelopmentmekong.net/news/corruption-report-hotlines-launched/.

[12] United Nations Development Programme (UNDP) (2021), “Vietnam and the United Nations Development Programme”, disponibile online al link https://www.vn.undp.org/content/vietnam/en/home.html.

[13] Vietnam News Agency (2018), “Former Vietnamese Official Gets Life Sentence in Corruption Crackdown”, febbraio, disponibile online al sito http://en.nhandan.com.vn/politics/domestic/item/5882302-former-vietnamese-official-gets-life-sentence-in-corruption-crackdown.html.

[14] Il CPI valuta e classifica i Paesi in base a quanto il settore pubblico è percepito come corrotto da esperti e dirigenti aziendali. Si tratta di un indice composito basato su una combinazione di tredici sondaggi e valutazioni diverse sulla corruzione. Il CPI è l’indicatore di corruzione più utilizzato in tutto il mondo. I dati di questo indice sono consultabili online al sito di Transparency International.

[15] Cfr. i dati disponibili online al link https://pcivietnam.vn/uploads//EN-Bao-cao-dai/2021_PCI_Report_final.pdf.

[16] Caporale, V. (2022), “Why Vietnam’s Economic Future is Bright – and Growing Brighter”, The Diplomat, 29 settembre, disponibile online al link https://thediplomat.com/2022/09/why-vietnams-economic-future-is-bright-and-growingbrighter/.

[17] Truong, X., e C. Thanh (2023), “From Land-Related Serious Criminal Cases: Proposing to Investigate Corruption Charges”, Tap Chi Toa An Hhan Dan Viet Nam, disponibile online al link https://tapchitoaan.vn/tu-cac-dai-an-lien-quan-dat-dai-kien-nghi-dieu-tra-toi-danh-thamnhung6023.html.

[18] Minh, A. (2023), “PM: Ministries Are Not Allowed to Return Public Investment Plans”, VnExpress, 24 marzo, disponibile online al link https://vnexpress.net/thu-tuong-cac-bonganh-khong-duoc-tra-lai-ke-hoach-von-dau-tu-cong-4584956.html.

[19] Un esercizio condotto dal gruppo di coordinamento dei donatori del Paese (Development Partners Group) ha portato a stimare informalmente l’ammontare degli APS bloccati o cancellati, con riferimento al periodo 2020-2022, pari a circa quattro miliardi di dollari, valore che se confermato corrisponderebbe circa all’intero disavanzo pubblico del 2022.

[20] Nguyen, K.G. (2023), “Vietnam’s Anti-corruption Campaign: Economic and Political Impacts”, ISEAS – Yusof Ishak Institute, Issue n. 41, 18 maggio, disponibile online al link https://www.iseas.edu.sg/wp-content/uploads/2023/04/ISEAS_Perspective_2023_41.pdf.

[21] Ibi, pp. 5-6.

[22] Ibid.

[23] FMI (2023), “IMF Staff Completes 2023 Article IV Mission to Vietnam”, Press Release n. 23/247, 29 giugno, disponibile online al link https://www.imf.org/en/News/Articles/2023/06/29/pr23247-vietnam-imf-staff-completes-2023-art-iv-mission.

[24] Nguyen, op. cit., p. 7.

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