Questo articolo esamina lo sviluppo di “Forest City” in Iskandar Malesia nel contesto più ampio dell’espansione internazionale della Cina. L’analisi si concentra sulla rappresentazione di Forest City come modello di sostenibilità. Nonostante siano promosse come “eco-città e “città verdi”, questi mega-progetti spesso non rispettano tali ideali, rivelando un significativo divario tra l’immagine di mercato e le loro pratiche ambientali effettive. Questo studio mira a comprendere perché ciò accade. Si suggerisce quindi che questo sviluppo urbano segua l’esperienza, la logica, le strategie e le metodologie dei donatori asiatici. Di conseguenza, attori come la Cina “riflettono” la propria esperienza di sviluppo trasferendo le loro dinamiche di urbanizzazione. L’analisi contribuisce a fornire una comprensione più profonda di come le agende geopolitiche ed economiche modellino i progetti di sviluppo urbano e influenzino le loro rivendicazioni di sostenibilità. Si indagano i meccanismi attraverso i quali queste agende si realizzano, spesso a scapito di pratiche sostenibili autentiche. Esaminando il caso di Forest City, l’articolo illumina l’interazione complessa tra relazioni internazionali e pianificazione urbana, evidenziando il ruolo degli interessi nazionali nel modellare le politiche di sviluppo che esternamente si presentano come amichevoli verso l’ambiente ma internamente sono compromesse.
L’articolo integrale è disponibile sul sito dedicato alla rivista OrizzonteCina.
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