Il Partito-Stato è riuscito a istituzionalizzare il conflitto industriale in Cina? Nel XXI secolo, i lavoratori della Repubblica popolare cinese (Rpc) sono stati tra gli attori sociali più attivi a livello globale, sia per quanto riguarda le azioni di contestazione che per i risultato ottenuti dal punto di vista delle condizioni materiali e legislative. Di conseguenza, un numero crescente di studiosi ha indagato sulle relazioni industriali della Rpc, concentrandosi sulle basi del crescente potere contrattuale dei lavoratori e sulle istituzioni e i meccanismi progettati per far fronte alle agitazioni sindacali. Attraverso un’analisi empirica della banca dati sugli scioperi e sulle controversie legali di lavoro, questo articolo mostra l’entità e le tendenze delle agitazioni sindacali tra il 2011 e il 2019, identificando due fasi del conflitto industriale. La prima “fase insurrezionale”, dal 2011 al 2016, è stata caratterizzata da scioperi massicci e illegali, seguita da una “fase istituzionale” a partire dal 2017, in cui le controversie di lavoro hanno progressivamente guadagnato slancio dal punto di vista giuridico. L’articolo conclude che il Partito-Stato è riuscito a promuovere una “istituzionalizzazione viziata” delle relazioni industriali, ovvero il tentativo di radicare il conflitto sindacale attraverso il canale istituzionale delle controversie di lavoro senza garantire la rappresentanza politico-sindacale dei lavoratori.
L’articolo integrale è disponibile sul sito dedicato alla rivista OrizzonteCina.
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