F. Mazzei, V. Volpi, La Rivincita della mano visibile. Il modello economico asiatico e l’Occidente, Milano, Egea 2010.
Il Dopo “L’Asia al centro”, Mazzei e Volpi, noti specialisti dell’Estremo Oriente, tornano con un libro che, partendo dall’esempio storico fornito dal Giappone, offre una chiave di lettura dello sviluppo di altri paesi dell’area, quali la Cina, Taiwan e la Corea. Secondo gli autori, infatti, il Giappone rappresenta il modello di “stato sviluppista confuciano” che è stato seguito, con diverse varianti, dai suoi vicini asiatici. Da segnalare i capitoli sul fordismo e sul toyotismo, che mostrano in maniera efficace come il cambiamento della tecnologia richieda l’adeguamento delle istituzioni e della società nel suo complesso. Al termine della lettura del testo, che è da raccomandare, rimane tuttavia senza risposta il quesito su cui si arrovellano da decenni gli studiosi delle economie dell’Asia Orientale: perché il confucianesimo, un tempo ritenuto una delle cause del sottosviluppo asiatico, è ora visto invece come uno dei fattori del boom economico di questa regione del mondo? L’intreccio virtuoso tra stato e mercato è una caratteristica della fase di decollo delle economie capitaliste, incluse quelle anglosassoni, e non è certo un’esclusiva confuciana. Evidentemente, come illustrato dagli autori con ricchezza di dettagli, gli incentivi economici, le alleanze internazionali e la storia contano. Le due Coree hanno in fondo una medesima cultura confuciana e una stessa idea di organizzazione industriale basata su grandi conglomerati, ma sono andate in direzioni diametralmente opposte. Perciò, anche se il libro non risponde direttamente alla questione, è un’ottima base per approfondire ulteriormente la discussione.
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