José Rizal, Noli Me Tangere, Livorno: Debatte Editore, 2003 (edizione originale Berlino 1887).
Scritto tra il 1884 e il 1886, e pubblicato nel 1887, Noli me tangere è un classico della letteratura moderna delle Filippine e un vero manifesto della lotta per l’affrancamento dalla Spagna, che arriverà più di dieci anni dopo, nel 1898. Il suo autore – José Rizal – è considerato l’eroe del movimento nazionalista filippino. Figlio di genitori ricchi e colti, Rizal studia lettere, filosofia e medicina all’Università Santo Tomás di Manila. Nel 1882 viaggia in Europa, studia medicina e arti liberali a Madrid, e prosegue poi gli studi medici a Parigi e a Heidelberg. Esposto ai venti liberali e progressisti della belle époque, Rizal matura una profonda coscienza dell’arretratezza delle Filippine, e propugna – se non proprio la completa indipendenza dalla Spagna – la fine dell’asservimento coloniale, con il raggiungimento di una piena eguaglianza di diritti e di doveri dei filippini e degli spagnoli. Ispiratore della Lega filippina, un’associazione di riforma non violenta, torna nelle Filippine nel 1892, viene arrestato per sedizione nel 1896, e quindi fucilato, a soli 35 anni, divenendo il primo martire della lotta filippina per la libertà. Il 30 dicembre, data della ricorrenza della morte di Rizal, ancora oggi è festa nazionale.
Paragonato, per la sua ammirazione della cultura europea non disgiunta da una forte consapevolezza di una distinta identità asiatica, a figure quali Sun Yat-Sen, José Rizal con Noli me tangere scrive un romanzo epico paragonabile al manzoniano I promessi sposi. Anche in questo caso, infatti, poteri civili e religiosi – tra loro frammischiati – congiurano per evitare che una coppia di innamorati convoli a sospirate nozze. La storia dell’amore impossibile tra Crisóstomo e Maria Chiara è la scusa per raccontare una società oppressa da una classe coloniale retrograda, conservatrice e oscurantista, lontana anni luce dai venti di modernità che Rizal aveva respirato in Europa. Per la denuncia dello sfruttamento delle colonie da parte delle benpensanti madrepatrie europee, il romanzo è stato accostato anche a Max Havelaar di Multatuli, che ha per oggetto i rapporti tra l’Olanda e la colonia di Giava. Il razzismo degli europei è sempre sottotraccia nel testo, e qualche volta esce allo scoperto: “… esiste veramente, congenita, questa indolenza nei nativi, o siamo noi, come afferma un viaggiatore straniero, che con questa supposta indolenza cerchiamo di scusare proprio quella nostra, la nostra arretratezza e il nostro sistema coloniale?” (p. 25). L’ipocrisia dell’Occidente è un altro tema ricorrente, a volte in maniera sottile: “Da principio non si dissero che sciocchezze, quelle dolci sciocchezze che assomigliano molto alle vanterie delle nazioni in Europa: piacciono e sembrano miele ai nazionali, ma fanno ridere e aggrottare le ciglia agli estranei” (p. 65).
In 64 piccoli capitoli, Rizal dipinge molti personaggi, soprattutto membri del notabilato spagnolo politico, amministrativo, militare e religioso, che con disinvoltura, ipocrisia e disprezzo delle popolazioni locali guida le sorti delle Filippine. Ad uscire a pezzi dal quadro generale sono in particolare le figure dei frati francescani spagnoli: non solo Maria Chiara è in realtà figlia di un francescano (che non vuole che la fanciulla sposi un filippino), ma è pure concupita da un altro francescano, che per gelosia si oppone all’unione. La Chiesa Cattolica, popolata da asserviti sagrestani, viene descritta come estremamente corrotta dal potere temporale – non solo perché legata alla proprietà della terra e all’economia agraria, ma anche per la diffusa pratica della compravendita delle indulgenze: “Che fosse in pace con Dio era indubitabile, quasi dogmatico: non c’erano motivi per stare in cattivi rapporti con Dio quando si sta bene in terra, quando non si è mai stati in contatto con Lui, né mai Gli si sono prestati soldi” (p. 49).
Ricco di riflessi evidentemente autobiografici, Noli me tangere alterna un registro linguistico ampolloso (laddove entra in scena l’élite castigliana, con i riti, le buone maniere e i titoli onorifici che le sono propri) con uno stile più diretto e asciutto utilizzato per descrivere le angherie subite dai piccoli, dagli umili, da coloro che sono visti come numero, e non considerati come persone, nemmeno da coloro che dovrebbero pescare le anime: “La Chiesa non ti salva gratuitamente le anime care: non distribuisce bolle gratis. Le devi comprare e, invece di dormire, la notte lavorerai […] digiuna, che il cielo è caro! Pare proprio che i poveri non entrino nel cielo!” (p. 112). Tra gli ultimi, la peggior sorte tocca ai bambini, ritenuti potenziali delinquentelli da raddrizzare con la forza della frusta. Anche se fallisce, il giovane maestro prova un approccio pedagogico moderno: “E siccome per imprimere le idee nel cervello occorre che regni la calma esteriore e interiore, che si abbia serenità di spirito, tranquillità materiale e morale e buon animo, mi convinsi che prima di tutto dovevo infondere nei bambini confidenza, sicurezza e stima in se stessi. Compresi anche che lo spettacolo quotidiano delle frustate uccideva la pietà nel cuore ed estingueva quella fiamma della dignità […]” (p. 132).
In frasi come queste c’è tutto lo spirito dei tempi in cui vive Rizal, la forza della ragione e del progresso accompagnata all’afflato romantico degli eroi, e la voglia di scardinare un sistema avviluppato se stesso, incapace di rispondere alle domande del popolo. Leggere Noli me tangere è come addentrarsi nelle strade di Intramuros, il centro storico di Manila dove ancora si respira l’aria della vecchia Castiglia, e ricordarsi della storia – troppo poco studiata – del colonialismo europeo in Asia. Di più: leggere il capolavoro di Rizal nel XXI secolo significa riflettere sui costi delle alternative alla libertà, intesa non come assenza di norme ma come gestione di spazi individuali all’interno di regole condivise, basate sul principio di uguaglianza. Accompagnata da un ricchissimo apparato di note che consente diversi livelli di approfondimento, l’edizione italiana del libro è in questo senso un’occasione da non perdere.
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