La Città di Torino nell’ottobre 2010 ha conferito la cittadinanza onoraria ad Aung San Suu Kyi come segno di sostegno alla democrazia. Nel 2014 ha poi iniziato a mettere in campo azioni concrete di apertura verso il Myanmar: dopo l’inaugurazione del Consolato Generale Onorario del Myanmar, ha avuto l’onore di ospitare il Presidente Thein Sein con la sua delegazione di trenta Ministri e Direttori. Ha inoltre accolto la richiesta di tre giovani giornalisti birmani di poter visitare la redazione de ‘La Stampa’ per approfondire la conoscenza del giornalismo italiano. L’anno successivo è stato connotato dalla stesura degli accordi: la firma del Patto fra le Città di Torino e di Yangon, l’Accordo fra l’Accademia Albertina di Belle Arti e il Lacquerware College di Bagan, e l’Accordo tra la Camera di Commercio di Torino e l’Union of Myanmar Federation of Chambers of Commerce and Industry.
Altra attività rilevante è stata la realizzazione, con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO) e all’interno del progetto “Fostering Pro-poor and Inclusive MSME development in Myanmar”, di un seminario di scambio artistico e culturale sui manufatti in lacca con la città di Bagan a maggio 2015, ospitando una delegazione composta da artigiani–imprenditori e da un docente del Lacquerware College di Bagan. La delegazione ha lavorato in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design (IED) e con l’Accademia Albertina di Belle Arti, presentando agli studenti le tecniche di produzione artistica delle lacche birmane. Ha avuto anche l’opportunità di incontrare la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA): il Presidente e i Direttori dei diversi settori hanno potuto apprezzare questa antica arte e sostenere i birmani nel percorso verso la certificazione del loro prodotto, l’ideazione di un brand unico e verso la costituzione di un’Associazione locale di laccatori, sulla falsariga di quelle italiane. Gli artigiani sono stati inoltre insigniti dal CNA del simbolo di eccellenza degli artigiani. In occasione della Torino Fashion Week 2017 inaugurata dallo IED di Torino il 27 giugno, hanno sfilato anche gioielli e accessori contemporanei prodotti dal Corso di Design del Gioiello e Accessori, di cui una selezione realizzata proprio in occasione del laboratorio torinese con i laccatori birmani, superando così una sfida che sembrava impossibile: unire il gusto occidentale alle antiche tradizioni birmane.
Nel 2014 il Ministero della Cultura del Myanmar ha affidato invece a TecnArt – spin-off dell’Università degli Studi di Torino che opera nel settore della diagnostica scientifica applicata ai Beni Culturali – la consulenza scientifica per la realizzazione del laboratorio di termoluminescenza; attività conclusasi nel dicembre 2015 presso il sito archeologico di Sri Ksetra (Pyay), grazie anche alla collaborazione scientifica con la suddetta università e l’Istituto nazionale di Fisica Nucleare. L’antica città di Sri Ksetra è entrata recentemente a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) e, grazie anche al nuovo laboratorio, il Ministero della Cultura e TecnArt lanceranno una campagna di studi scientifici proprio su questo importante sito della storia del Myanmar.
Inoltre, anche il settore della cooperazione internazionale è stato attivo nei confronti del Myanmar. Nel corso degli anni, la Città di Torino ha costruito e consolidato rapporti di collaborazione con numerose città del mondo, in Paesi in sia di sviluppo (PVS) e/o in via di transizione verso ordinamenti democratici. Le attività promosse e realizzate sono state finalizzate a contribuire al rafforzamento istituzionale delle città partner, a sostegno delle politiche locali da queste promosse per ridurre la povertà, promuovere lo sviluppo locale sostenibile e attuare percorsi di democrazia partecipativa. I progetti di cooperazione decentrata promossi con Yangon nel quadro del finanziamento europeo e delle politiche italiane di cooperazione internazionale sono due:
I punti di forza dei due progetti sono stati il tema e il partenariato. Per quanto riguarda il tema, è significativo che le prime concrete occasioni di cooperazione tra Torino e Yangon siano rappresentate da due progetti di cooperazione decentrata che hanno come temi principali le politiche locali di sostenibilità ambientale. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Parigi del 2015 ha riconfermato che aspetti globali come il clima non possono che essere affrontati a livello locale. Pertanto che due enti locali come Torino e Yangon abbiano lavorato insieme sul tema della mobilità sostenibile e della gestione sostenibile dei rifiuti urbani dimostra fattivamente cosa significa “pensare globale e agire locale” anche sui temi come quelli della cura dell’ambiente urbano. In secondo luogo, dal punto di vista del partenariato nei due progetti la tipologia dei partner è articolata e differenziata, comprendendo due enti locali (Torino e Yangon), un centro di ricerca del Politecnico di Torino (ITHACA) un’organizzazione non governativa (Cesvi) e le società partecipanti come partner tecnici (Amiat nel primo caso, 5T nel secondo). Questo assetto appare coerente con l’ampliamento del partenariato territoriale promosso dalla nuova legge sulla cooperazione internazionale (L.125/2014) e con il favor europeo per e il partenariato pubblico-privato (PPP). Tale valore aggiunto emerge anche dalle tre componenti dei due progetti che in entrambi i casi riguardavano: 1) la governance locale delle politiche pubbliche; 2) gli aspetti tecnici e di innovazione tecnologica che meglio possono consentire alle autorità locali una gestione efficiente e appropriata dei servizi pubblici locali essenziali per la collettività (come i rifiuti e la mobilità); 3) la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza nei percorsi di costruzione di tali politiche.
In conclusione, l’esperienza di quasi quattro anni di collaborazione continuativa con i funzionari e gli amministratori della Città di Yangon e, da pochi mesi, con quelli della Regione di Yangon (che ha assunto nuove competenze in materia di politiche locali) ha consentito alla Città di Torino, e ai suoi funzionari, di accompagnare il processo di transizione amministrativo, burocratico e istituzionale che negli ultimi anni sta coinvolgendo tutte le autorità pubbliche birmane. Un processo che non è solo tecnico-progettuale ma che intrecciandosi con quello politico-istituzionale e con l’attenzione del tessuto sociale, culturale e imprenditoriale torinese al Myanmar, ha determinato percorsi di amicizia istituzionale e professionale. Elemento, questo, che va al di là dei differenti risultati attesi dei singoli progetti e che si avvicina a un risultato di processo: il processo di cooperazione territoriale Torino-Yangon.
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