In base alla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, l’Assemblea nazionale del popolo (Anp) è il più importante organo del potere statale e, insieme al suo Comitato permanente, esercita il potere legislativo.
È composta di delegati eletti indirettamente da province, regioni autonome, municipalità sotto il diretto controllo del governo centrale, e regioni amministrative speciali, oltre che di delegati eletti dalle forze armate. Attualmente, l’Anp conta 2.987 deputati. Di questi, 2.099 (più del 70%) sono membri del Partito comunista cinese (Pcc), mentre i restanti sono rappresentanti degli “Otto Partiti Democratici” (che accettano la “guida” del Pcc) o non sono iscritti ad alcun partito.
La Costituzione conferisce all’Anp ampi poteri e diverse funzioni: emendare la Costituzione e controllarne l’applicazione; rettificare e approvare leggi organiche fondamentali; eleggere, nominare e destituire le più alte cariche di governo; decidere su questioni di interesse nazionale, quali i piani di sviluppo economico e sociale, il bilancio dello stato, l’istituzione di unità politico-amministrative; pronunciarsi sulle questioni di guerra e pace.
Vasti poteri in teoria, ma non nei fatti. L’Anp è un tipico esempio di istituzione ibrida “partito-stato”, in cui il ruolo dello stato si limita spesso alla mera esecuzione delle decisioni prese dal partito. Grazie ad alcune riforme istituzionali e alla crescente professionalizzazione dei suoi membri, negli ultimi anni l’Anp si è ritagliata un maggior spazio d’azione nella produzione legislativa, esprime più apertamente il suo dissenso su alcune nomine politiche, e svolge talora un ruolo di mediazione tra gli interessi del partito, del governo e dei differenti attori sociali. Tuttavia, il suo funzionamento non è paragonabile a quello di un Parlamento occidentale.
L’Anp, che ha un mandato di cinque anni, si riunisce in sessione plenaria una sola volta l’anno, per circa due settimane. Quando non in riunione, le sue competenze spettano al Comitato permanente. Vero organo esecutivo dell’Anp, il Comitato permanente è composto di circa 150 membri, fra i quali vengono eletti un presidente, tredici vicepresidenti e un segretario generale. Dal 2003, il presidente è Wu Bangguo, che è anche uno dei nove membri del Comitato permanente del Politburo, la massima sede del potere politico nel Pcc.
In tandem con la sessione plenaria dell’Anp si riunisce il Comitato nazionale della Conferenza politico consultiva del popolo cinese (acronimo inglese: Cppcc). La Cppcc è definita sul suo sito ufficiale come “un’organizzazione del fronte unito patriottico del popolo cinese, un’importante istituzione della cooperazione multipartitica e consultazione politica sotto la guida del Pcc, e una fondamentale modalità per la valorizzazione della democrazia socialista nella vita politica cinese”.
Massima istituzione con funzioni consultive, il cui mandato dura cinque anni, la Cppcc riunisce i rappresentanti dei diversi partiti politici e delle varie organizzazioni di massa attive nella Rpc. In Cina esistono infatti nominalmente otto “partiti democratici”, vestigia di quelli che – riuniti in un unico fronte sotto la guida del Pcc – si ritrovarono per proclamare la fondazione della Rpc proprio sotto l’egida della Cppcc nel 1949. In seguito, lo stato cinese si dotò di altri organismi di governo e, mentre i “partiti democratici” erano totalmente emarginati dalla vita politica cinese, la Cppcc vedeva le proprie funzioni ridotte alla consultazione politica, alla supervisione democratica, e alla partecipazione alle delibere e all’amministrazione degli affari dello Stato. Dal 2003 la presidenza è nelle mani di Jia Qinglin, anch’egli membro del Comitato permanente del Politburo del Pcc. Nell’attuale legislatura, il Comitato Nazionale conta 2195 delegati, il 60% dei quali non sono membri del Pcc.
Le sessioni del Comitato nazionale della Cppcc sono recentemente divenute un vivace forum di discussione, nel corso del quale i delegati avanzano proposte su questioni sociali, economiche e politiche. Sebbene in alcuni casi tali proposte siano state accolte, l’influenza della Cppcc nel processo di policymaking non deve essere sovrastimata, poiché si limita in realtà a questioni tecniche, problemi ambientali e sociali.
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