[Lessico Popolare] Geming 革命. Lunga vita alla rivoluzione. O addio alla rivoluzione?

Il 20 giugno 2011 He Bing, preside della facoltà di giurisprudenza dell’Università di scienze politiche e diritto di Pechino, ha tenuto un discorso ispirato, audace e al tempo stesso ironico durante la cerimonia di laurea dei suoi studenti. Secondo He, “Questa è un’età assurda: siete incoraggiati a cantare canzoni rivoluzionarie, ma non a fare una rivoluzione; siete incoraggiati a guardare il film ‘La fondazione del Partito’, ma non a fondare un partito”. Il filmato del discorso di He Bing è stato caricato su Youtube, suscitando molte reazioni. Secondo uno dei commenti: “Da oggi ci saranno più e più voci differenti. C’è ancora speranza per la Cina”.

Geming (革命), che significa letteralmente “rovesciare il mandato del Cielo” e viene generalmente tradotto con “rivoluzione”, è un concetto cruciale nel discorso politico cinese sin dalla fine della dinastia Qing (1911), proseguendo poi con la “Grande rivoluzione culturale proletaria” lanciata da Mao Zedong il 16 maggio 1966. Nell’era post-maoista, tuttavia, la parola “rivoluzione” si è progressivamente cristallizzata come un’eredità del passato, mentre a prevalere è stata l’espressione “riforma e apertura” (gaige kaifang, 改革开放). Un’attenta lettura dei rapporti politici presentati ai congressi di partito dalla fine della rivoluzione culturale in poi rivela una drastica riduzione nell’utilizzo del termine “rivoluzione/ rivoluzionario”. La parola venne utilizzata oltre 200 volte nel rapporto di Hua Guofeng all’XI Congresso del 1977: compariva praticamente in ogni riga del rapporto. Per contro, nel rapporto di Hu Jintao al XVII Congresso del 2007 la parola “rivoluzione/ rivoluzionario” compare solo 12 volte, per lo più nella sezione intitolata “Il grande corso storico della riforma e dell’apertura”, in cui Hu si riferisce al passato storico al fine di evidenziare il proprio contributo politico e rafforzare in questo modo la propria posizione di potere. Il XVIII Congresso sarà l’ultimo di Hu Jintao e la preparazione del suo rapporto avrà senza dubbio attraversato un delicato processo di redazione e revisione. Resta da vedere se la parola “rivoluzione” comparirà o meno, specialmente se si considera che lo stesso declino nell’uso del termine si è manifestato nei giornali di partito, in particolare negli ultimi due anni, per effetto delle implicazioni socio-politiche dei processi di trasformazione in corso nel mondo arabo. Se si cerca “rivoluzione dei gelsomini” (molihua geming, 茉莉花革命) nel database del Quotidiano del Popolo, si trovano solo due articoli pubblicati nel 2011 e due nel 2012: in tutti e quattro l’accento è sul “mantenimento della stabilità” e sulla creazione di una “società armoniosa”, più che sulla “rivoluzione”.

Tuttavia il termine geming contiene qualcosa di molto utile per i leader cinesi. Il termine affonda le proprie radici nella tradizione storica cinese. Ge (革) è un carattere antico: appare per la prima volta come esagramma 49 nell’Yijing (易經, Libro dei cambiamenti), dove un intero capitolo è dedicato a ge. L’esagramma è generalmente tradotto con “rivoluzione” (e associato con l’immagine della muta del pelo), o con “cambiamento radicale”. Il trigramma inferiore indica il fuoco, mentre quello superiore indica la palude. L’esagramma trasmette un’immagine dinamica: c’è tensione tra l’acqua che fluisce dalla palude e cerca di bagnare il suolo, e le fiamme del fuoco che cercano di innalzarsi e prosciugare la palude. La combinazione dei due trigrammi indica la competizione tra i due elementi dell’acqua e del fuoco, in uno stato di flusso continuo. Un’altra lettura allegorica vede nell’esagramma due figlie: la maggiore sta nel trigramma inferiore, mentre la minore la sovrasta dal trigramma superiore. Questa dissonanza strutturale indica una situazione paradossale, poiché la posizione delle due donne nell’esagramma non riflette la loro rispettiva posizione di anzianità nella famiglia e nella società. Per questo l’esagramma suggerisce che un cambiamento è necessario per correggere la situazione. Se ne può dedurre che ge implica automaticamente l’idea di intrinseca transitorietà di un regime politico? Non necessariamente. Pare più appropriato ritenere che l’esagramma ge simboleggi la tensione esistente in una situazione contraddittoria, e dunque la necessità di correggerla. Questa potrebbe essere la ragione per cui ge è una componente sia del composto “rivoluzione” (geming), sia del composto “riforma” (gaige, 改革). Ge indica la tensione verso un cambiamento in una relazione di potere, ma non necessariamente un cambiamento di sostanza. Questo è il messaggio fondamentale dell’Yijing. Nella forma scritta più antica, l’antico carattere per yi 易 (cambiamento) rappresenta due bicchieri, con l’acqua che si sposta dal bicchiere A al bicchiere B. La connessione semiotica fondamentale è il movimento (yi). Immaginate di avere due bicchieri e di versare l’acqua contenuta nel bicchiere A nel bicchiere B. Il movimento dà luogo a un trasferimento di sostanza che non ne modifica però l’essenza. Nell’Yijing l’immagine di ge è associata a quella del pozzo (jing, 井), che è l’esagramma che nel libro precede ge: il pozzo deve essere continuamente riparato per svolgere i rituali di Stato. L’esagramma che segue ge è invece ding 鼎, che simboleggia il tripode: il braciere rituale utilizzato per cuocere la carne durante le cerimonie sacrificali. Ding indica innovazione e riforma e, per la sua funzione, può essere interpretato come simbolo del potere dello Stato. È il caso di notare che l’esagramma ding è esattamente l’opposto di ge, e può essere interpretato come il braciere (cioè le istituzioni statali) che assorbe il nuovo, dopo che il vecchio è stato scartato (attraverso ge).

Così come compaiono, gli slogan politici talvolta cambiano connotazione e talvolta scompaiono. Non è necessaria la sfera di cristallo per immaginare che “rivoluzione” non comparirà di frequente nel rapporto di Hu Jintao al XVIII Congresso. Tuttavia un’equilibrata premonizione degli esiti del congresso potrebbe essere offerta dal significato etimologico di ge, che suggerisce la trasmissione dello scettro dall’attuale leader al suo successore – con Xi Jinping in posizione di favorito – senza modificare la sostanza. Dopo il congresso potrebbe essere utile rileggere questi passi dell’Yijing:

“Il grande uomo produce i suoi cambiamenti come fa la tigre quando cambia le strisce: la loro bellezza diventa più brillante” (大人虎變, 其文炳也.)

“L’uomo superiore produce i suoi cambiamenti come fa il leopardo quando cambia le macchie: la loro bellezza diventa più elegante. I piccoli uomini cambiano le loro facce: si dimostrano pronti a seguire il loro governante” (君子豹變, 其文蔚也. 小人革面, 順以從君也.)

Solo la Storia mostrerà se i leader attuali e futuri saranno in grado di comportarsi da grandi uomini e soprattutto se il popolo cinese continuerà a seguire i suoi governanti, senza che questi ultimi mutino la sostanza del loro potere.

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