Nell’aprile del 1991 il Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc) adottò la “Circolare sul rafforzamento del lavoro di applicazione della legge per il mantenimento della stabilità sociale”. Vi si affermava che il “mantenimento della stabilità” era un compito politico di estrema importanza per il Partito e per il popolo intero. La circolare sottolineava come fosse cruciale a questo fine “rafforzare il lavoro di applicazione della legge”. Vennero così istituite e successivamente ampliate specifiche agenzie governative dedicate a tale attività. È il caso, in particolare, del Comitato politico-giuridico del Comitato centrale e degli Uffici per il Mantenimento della stabilità (Wei Wen Ban 维稳办), operativi dal livello di distretto in su. A livello di Governo centrale, questi uffici sono sottoposti alla supervisione dell’Ufficio del Gruppo direttivo per il Mantenimento della stabilità guidato da Liu Jing, membro del Comitato centrale e viceministro di Pubblica sicurezza. A livello di Comitato centrale del Pcc è operativo un ufficio corrispondente, presieduto da Zhou Yongkang, segretario del Comitato per gli affari politici e legislativi e membro del Comitato permanente dell’Ufficio politico. Ad essere realmente a capo di questo settore è però in ultima istanza il vicepresidente Xi Jinping.
Fine principale dell’Ufficio per il Mantenimento della stabilità è di “preservare la stabilità” e assicurare la sicurezza del Partito-Stato. Dal 2006 le sezioni dell’Ufficio collocate a livello locale sono coadiuvate da “volontari”, che mantengono sotto sorveglianza le attività locali suscettibili di compromettere la stabilità sociale e politica. Secondo i ricercatori di Duihua – organizzazione umanitaria senza fini di lucro – questi volontari sono “agenti d’informazione per il mantenimento della stabilità” (wei wen xinxiyuan, 维稳信息员) e contribuiscono alla predisposizione di rapporti di “intelligence sociale”.
La spesa nel settore della pubblica sicurezza è cresciuta del 17% nel 2009 e ancora dell’8,9% nel 2010. Il bilancio della sicurezza interna ha raggiunto i 514 miliardi di yuan nel 2010 (oltre 65 miliardi di euro al cambio attuale). È suppergiù la stessa cifra spesa nel settore della difesa. Nel 2011 il bilancio della sicurezza interna ha registrato un balzo del 13,8%, che ha portato il totale della spesa per il mantenimento dell’ordine pubblico a 624,4 miliardi di yuan (circa 79,15 miliardi di euro) – una cifra per la prima volta superiore a quella prevista per la difesa nazionale. Tuttavia, secondo Xie Yue – scienziato politico dell’Università Tongji di Shanghai – la spesa per il “mantenimento della stabilità” potrebbe essere ancora maggiore di quanto riportato dai dati ufficiali.
L’incremento di spesa è stato in parte motivato dalla necessità di rafforzare la sorveglianza e la “protezione della stabilità” dinanzi al proliferare di proteste a livello locale e non solo. Un esempio è la mobilitazione via internet per una “rivoluzione dei gelsomini” ispirata alle rivolte in Nord Africa e in Medioriente. L’editoriale pubblicato il 5 marzo del 2011 sul Quotidiano di Pechino, organo ufficiale del Partito, recitava: “Tutti sanno che la stabilità è una benedizione e il caos una calamità. Le masse popolari ne sono decisamente contrariate”. L’editoriale proseguiva ribadendo la suprema armonia tra il partito e le masse popolari: “In oltre trent’anni di riforma e apertura, sotto la guida del Partito comunista cinese e grazie agli sforzi di tutte le nazionalità, la situazione politica del nostro paese è rimasta stabile, l’economia si è sviluppata, le politiche del partito rivolte al popolo ne hanno conquistato i cuori e abbiamo raggiunto l’unità: tutto ciò gode del convinto sostegno delle masse”.
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