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[Yìdàlì 意大利] All’Expo missione di sistema dell’Italia

[IT] “Shibohui” ossia “Expo”. Da quando il 1° maggio si sono accesi i riflettori della manifestazione dallo slogal evocativo “better city, better life”, a Shanghai non si sente parlare d’altro. Le previsioni parlano di 70 milioni di visitatori nell’arco dei sei mesi della manifestazione – un obiettivo ambizioso per strappare il primato a Osaka che nel 1970 ne registrò 64,2 milioni. Il pubblico internazionale è consapevole della valenza politica ed economica dell’Expo: l’effetto-Expo potrebbe incidere per un 30-40% sugli orientamenti turistici futuri. Tutti i 192 paesi presenti hanno quindi investito per mettere in mostra il meglio di sé.

La crisi in Kirghizistan e la passività cinese

[IT] Il mese scorso un’improvvisa esplosione di odio interetnico ha precipitato nel caos il Kirghizistan, piccolo paese montuoso nel cuore dell’Asia centrale, generando una crisi umanitaria e politica di proporzioni inedite in un delicatissimo teatro geopolitico. Con una riedizione del conflitto del 1990, quando il paese era ancora una repubblica sovietica, si sono verificati violenti scontri tra popolazione di etnia kirghisa (il 70% del totale) e uzbeka (15%) nell’oblast di Osh e in altre località del sud.

Obama: nuova strategia e rapporti con la Cina

[IT] Dopo quindici mesi di elaborazione è stata di recente pubblicata la nuova National Security Strategy (Nss) degli Usa. Il punto di partenza, chiarito dal Presidente Obama nella nota introduttiva, è che questo non potrà essere un altro secolo americano: “The burdens of a young century cannot fall on American shoulders alone”. L’unilateralismo dell’era Bush è impraticabile, ancor prima di essere inefficace.

Scioperi scuotono l’industria cinese

[IT] Nella seconda metà di maggio, gli operai hanno incrociato le braccia nella fabbrica di componentistica auto della Honda a Foshan, una città nella provincia meridionale del Guangdong. Lo sciopero ha causato la temporanea chiusura degli altri stabilimenti Honda nel paese che dipendono dalla produzione degli impianti di Foshan. Grande eco sui media ha avuto anche lo sciopero agli impianti produttivi di Shenzhen della Foxcann, una sussidiaria della taiwanese Hon Hai, che produce componenti elettronici per i colossi mondiali del settore, a partire dalla Apple, e che impiega in Cina 400.000 persone. Lo sciopero fa seguito ad una serie di suicidi tra giovani lavoratori, apparentemente a causa delle difficili condizioni di lavoro, che prevedono straordinari e turni di dodici-tredici ore al giorno in catena di montaggio sei giorni su sette.

Le banche cinesi nell’era del debito

[IT] In questi giorni due notizie hanno evidenziato i paradossi del settore finanziario cinese. Da un lato, l’Agricultural Bank of China sbarcherà alle borse di Hong Kong e di Shanghai il 15 luglio, ultima tra le quattro grandi banche di stato a essere quotata, al termine di un’offerta pubblica del valore di 19,2 miliardi di dollari americani, tra le maggiori mai realizzate. L’operazione, che fa della banca l’ottava al mondo per capitalizzazione di mercato, ha fatto notizia per la partecipazione della Qatar e della Kuwait Investment Authorities, che investiranno nella banca 3,6 miliardi di dollari complessivamente, segnalando una straordinaria attenzione dei paesi del Golfo per il mercato finanziario cinese.

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