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Chinese economic statecraft. An illiberal actor in a (more) liberal global economy: who is changing who?

interactions, including at times the investment activities of non-state actors designed to attain commercial objectives. This extended usage of the concept can in part be explained by assumptions and/or misunderstandings of the nature of Chinese international actors, and their relationship with the state. It also raises questions about whether economic statecraft entails something more than the normal day-to-day business of macroeconomic policy-making. But more than anything, it reveals a deep-seated distrust of Chinese ambitions, with interim commercial objectives – even when pursued by non-state actors – perceived as being part of a broader strategy of making China ever richer and stronger, and thus better able to pursue other goals intended to alter the nature of the global order. As one response to these perceived challenges is to offer national companies various forms of support and protection to fend off unwanted Chinese attention, it could be that one of the consequences of China’s integration into the liberal global economy is to make parts of that economy less (neo)liberal than before.

Tra le donne Acholi, tutto ha inizio da una collana

[IT] “La gente alla radio parla costantemente di diritti delle donne, ma la verità è che le donne possono far valere i propri diritti solamente se hanno anche una voce a livello socioeconomico. Se non hanno fonti di reddito, come possono distinguersi, come possono sentirsi forti? Loro sono tipicamente più povere degli uomini. È molto importante quindi che noi difensori dei diritti umani lavoriamo duramente per dare potere a queste donne socialmente ed economicamente, dotandole di competenze che possano aiutarle a difendersi da sole. In una situazione in cui riescono a malapena a sopravvivere, dare loro competenze e formazione può renderle meno vulnerabili. Le donne che non hanno potere economico, non hanno via di fuga”.

Uno sguardo alla Colombia: discriminazioni e violenze di genere in tempo di pandemia

[IT] Durante i 53 anni di conflitto civile in Colombia, almeno 32.092 persone sono state vittime di violenza contro la propria integrità fisica e sessuale, di cui 29.035 donne e bambine. Nonostante la richiesta da parte delle organizzazioni di rappresentanza delle donne di aprire un macro caso sulla violenza di genere durante il conflitto armato presso la Jurisdicción Especial para la Paz (JEP) – il Tribunale speciale per la pace – come avvenuto per la violenza contro minori,  questo non è stato fatto per mancanza di sufficienti elementi giudiziali. E sebbene nel 2016 il governo della Colombia abbia firmato un accordo con il gruppo guerrigliero FARC-EP, non si può ancora parlare di un paese in pace.

Percorsi di violenza: il caso delle lavoratrici domestiche etiopi in Medio Oriente

[IT] Se chiedete ad una ragazza etiope per quale motivo vuole emigrare e lavorare in Medio Oriente, la risposta più comune è: “per migliorare la mia vita e quella dei miei famigliari”. Con una popolazione di quasi 120 milioni di persone, il 40% delle quali ha meno di 35 anni, l’Etiopia è la seconda nazione più popolosa del continente africano. Il locale Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali stima che nel 2019 fossero circa 11 milioni i giovani in cerca di lavoro. Un numero che continuerà a crescere nei prossimi anni con l’aumento della popolazione e dei tassi di iscrizione scolastica.

Genere, agency e strutture di violenza: prospettive femministe sulla militarizzazione del sesso in Siria

[IT] Gli schemi di violenza sessuale perpetrata nei contesti di detenzione in Siria da parte dell’apparato di sicurezza governativo, o di altri gruppi armati, mostrano come le vittime di tale violenza sistematica siano tanto uomini quanto donne, cisgender e transgender, secondo criteri differenziati e affini. Nonostante l’attenzione internazionale di ricerca e di policy sulla violenza sessuale nei contesti di conflitto abbia attestato la rilevanza del genere nelle pratiche violente prima classificate sotto la voce più comprensiva di “tortura”, alcune analisi tendono a circoscrivere la violenza sessuale in rappresentazioni rigide dei conflitti.

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