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Gli investimenti diretti giapponesi in Thailandia e in Viet Nam

[IT] Alcuni mesi fa, nel maggio 2020, i media hanno riportato lo spostamento di una parte consistente della produzione di un grande gruppo manifatturiero giapponese, Panasonic, dalla Thailandia al Viet Nam. Quello spostamento ha sicuramente delle ragioni commerciali e strategiche. Due ragioni principali potrebbero essere la crescita economica del Viet Nam (con conseguente crescita del Paese come potenziale mercato), e l’entrata in vigore dell’accordo commerciale fra il Viet Nam e l’Unione Europea (UE), che renderà più semplice esportare prodotti giapponesi fabbricati in Viet Nam. Qualunque siano le cause, se lo spostamento relativo agli investimenti diretti giapponesi dalla Thailandia verso il Viet Nam continuerà, avrà probabilmente importanti conseguenze economiche e geopolitiche.

Myanmar, “l’ultima frontiera” della diplomazia infrastrutturale del Giappone nel Sud-Est asiatico

Un’amicizia di vecchia data L’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) rappresenta uno strumento fondamentale della politica estera del Giappone. Il Sud-Est asiatico ne è tradizionalmente...   Read More

Responsabilità etiche nell’era delle geopolitiche negazioniste: il Giappone e il caso del Myanmar

[IT] Viviamo in un periodo storico che vede un’ingente proliferazione e diversificazione dei mezzi di informazione, che si spiega principalmente con la crescente influenza e diffusione delle notizie amatoriali che si diffondono anche attraverso l’utilizzo semi-incontrollabile dei cosiddetti social network. Ciò ha indubbiamente avuto effetti sia positivi sia negativi. Quelli negativi sono facilmente riassumibili nell’effettiva impossibilità di controllare la professionalità etica di tutti coloro che diffondono informazioni, un fenomeno che in questi ultimi anni si è guadagnato le prime pagine delle testate di tutto il mondo con, diremmo, l’hashtag “#fake news”. D’altra parte, la conseguenza positiva della globalizzazione dell’informazione sta proprio nella possibilità di dare giustizia anche a chi, fino ad ora, non ha avuto modo di far sentire la propria voce.

La Free and Open Indo-Pacific giapponese alla prova dell’ASEAN

[IT] Non è un caso che il primo ministro giapponese Suga Yoshihide, subentrato ad Abe Shinzo a metà settembre 2020, abbia scelto due grandi Paesi dell’Association of South-East Asian Nations (ASEAN) come meta del suo primo tour diplomatico: Viet Nam e Indonesia. Del resto, lo stesso Abe visitò gli stessi Paesi (più la Thailandia, ora scenario di proteste democratiche) poco dopo l’insediamento al potere del dicembre 2012, con l’intenzione di attrarre i Paesi del Sud-Est asiatico attraverso programmi di cooperazione allo sviluppo e un inusuale ruolo di leadership nel mantenimento di beni pubblici internazionali negli oceani Pacifico e Indiano.

[LA RECENSIONE] Il Myanmar nello scenario internazionale. Dall’isolamento a un’inedita centralità (1948-2019)

[IT] La storia plurimillenaria della Birmania può essere letta come la ricerca costante e ostinata di uno spazio di relativa sicurezza all’interno di un perimetro geopolitico altamente dinamico e competitivo, contrassegnato dalla prossimità di civiltà molto più prospere e dalla presenza di vari rivali di lungo corso che, in più di una occasione, hanno diretto le proprie mire espansionistiche verso le fertili terre abitate dalle popolazioni indigene.

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