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L’industrializzazione basata sugli IDE è il futuro? Una prospettiva dal punto di vista del lavoro

[IT] I Paesi dell’Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) hanno raggiunto livelli elevati di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e del PIL pro capite negli ultimi quarant’anni. Una crescita accompagnata da una forte riduzione dei livelli di povertà assoluta. Ciò fa del Sud-Est asiatico, diversamente da altre regioni del mondo, una storia di successo. Nel più ampio orizzonte dell’Asia Orientale (che include l’Asia nord e sud-orientale), tuttavia, i risultati dei Paesi ASEAN sembrano meno nitidi.

La Cina nel Sud-Est asiatico: le relazioni interstatali, i legami tra gli Stati e il business e i flussi di investimento in Malaysia

[IT] Fin dal lancio nel 2013 della Belt and Road Initiative (BRI) da parte del presidente Xi Jinping, si è assistito a un aumento degli investimenti cinesi nel Sud-Est asiatico. Un importante risultato ottenuto dalla BRI è stato l’incremento delle relazioni interstatali tra la Cina e i Paesi della regione, visibile in particolare in Malaysia. Sulla base di tali rapporti, le aziende di proprietà statale dei due governi sono tuttora coinvolti nella predisposizione di progetti comuni attraverso la creazione di partnership tra soggetti pubblici, malgrado anche gli investitori privati ricevano il sostegno governativo.

[LA RECENSIONE] L’altra storia della Birmania. Una distopia del XXI secolo

[IT] Nell’ottobre del 2017, nel mezzo della crisi umanitaria dei Rohingya che affliggeva lo stato Rakhine, nel Myanmar nord-occidentale ai confini con il Bangladesh, Thant Myint-U, influente storico e intellettuale birmano, scriveva un editoriale per il Financial Times intitolato “È tempo di gettare a mare la favola del Myanmar”. L’articolo fece molto discutere, perché l’autore non è un personaggio qualsiasi: nipote di U Thant, segretario generale delle Nazioni Unite negli anni Sessanta, appartiene alla ristretta élite cosmopolita del Paese.

[FOCUS ECONOMIA] La crescita economica del Myanmar alla vigilia delle elezioni politiche di novembre

[IT] L’andamento parabolico della crescita del Prodotto interno lordo (PIL) del Myanmar nel periodo compreso tra l’avvio del processo di riforma nel 2011 e l’inizio dell’esperienza di governo della National League for Democracy (NLD) guidata da Aung San Suu Kyi nel 2016 suggerisce la metafora di un decollo economico non riuscito e il ridimensionamento delle aspettative sul futuro di questo Paese così diviso e carico di contraddizioni.

[ITALIA-ASEAN] Myanmar-Italia, una potenziale partnership economica con un’incognita politica

[IT] Se dal 2000 al 2020 abbiamo visto raddoppiare il peso economico del blocco formato dall’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), guardando al 2030 possiamo immaginare che il PIL del Myanmar possa addirittura triplicare. Sotto la gestione britannica (1886-1937), la Birmania era una delle colonie più ricche. Era il più grande esportatore del mondo di riso e durante l’amministrazione britannica era un importante fornitore di petrolio con la Burman Oil Company. Produceva il 75% del tech nel mondo e il Paese si credeva sulla via di un veloce sviluppo.

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