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La legittimità politica della nuova élite nel Laos contemporaneo. Chi sono i “Phu-gnay” di oggi?

[IT] Dovunque si facciano affari, si gestisca un progetto o si porti avanti un progetto di ricerca nel Laos di oggi, prima o poi ci si imbatte nei Phu gnay (letteralmente, “persone importanti”). È fondamentale passare attraverso una persona di questo rango per ottenere le autorizzazioni necessarie, aprire un’attività, importare o esportare beni, lavorare con le autorità locali o, più semplicemente, avere libero accesso nei villaggi. Qual è, dunque, il reale significato del termine e chi può essere classificato all’interno di questa categoria?

Tra passato conteso, presente precario e futuro incerto: come predire le trasformazioni agrarie in Laos

[IT] Come arriviamo a capire, ad anticipare e a cercare il significato dentro i percorsi contemporanei delle trasformazioni agrarie? Attraverso quali esperienze storiche e approcci metodologici e concettuali? In questo saggio, esamineremo tutte queste questioni attraverso la lente della transizione agraria nella Repubblica Democratica del Popolo Lao (RDPL). Inquadreremo questa transizione sullo sfondo di un passato conteso, immediatamente definito dagli stili di vita agrari che nel corso del tempo si è cercato di rinnovare, e come il suo raggiungimento abbia generato nuova precarietà e incertezza sul futuro delle trasformazioni agrarie.

L’ultimo rifugiato: le popolazioni indigene e lo spettro dell’espropriazione terriera in Cambogia

[IT] La Cambogia è costituita da 24 differenti gruppi etnici che parlano lingue appartenenti ai ceppi Mon-Khmer e austronesiano. Le popolazioni numericamente più importanti sono i Tampuan, i Kuy, i Bunong, gli Jarai, i Brao e i Kreung. In assenza di dati statistici aggiornati, varie fonti stimano che questi gruppi costituiscono il 2-3% dell’intera popolazione cambogiana, ossia tra le 350 e le 400 mila persone.[1] Alcuni di essi si rifiutano di indicare la provenienza etnica a causa della discriminazione sociale, dei matrimoni misti, dell’urbanizzazione e dei diversi processi di acculturazione. I territori delle popolazioni indigene sono disseminati in 15 province (sulle 24 che compongono il sistema amministrativo cambogiano) ma una buona parte è dislocata nelle tre province settentrionali e nord-orientali (Preah Vihear, Ratanakiri e Mondolkiri).

La Cambogia autoritaria del nuovo “re-dio”

[IT] Quasi cinque anni dopo, nell’aprile 1975, l’entrata trionfale a Phnom Penh dell’esercito dei “Khmer Rossi”, lo spietato movimento marxista cambogiano guidato da Pol Pot, Hun Sen fu nominato appena trentenne alla guida di un governo filovietnamita. Durante quella fase turbolenta della storia cambogiana recente, segnata dall’invasione delle truppe vietnamite nel dicembre 1978, il leader del Partito del Popolo cambogiano (PPC) diede prova fin da subito della sua capacità di adattarsi e di avvantaggiarsi della situazione politica dell’epoca, riuscendo in poco tempo a scalare il partito dall’interno.[1] Da premier, concordò con il governo comunista del Viet Nam unificato il ritiro delle truppe dal Paese nel settembre 1989 e negoziò gli “Accordi di Parigi” del 23 ottobre 1991, che posero fine a una sanguinosa guerra civile. Un accordo di pace che Tiziano Terzani giudicò “indecente” in quanto riconosceva a Pol Pot e ai Khmer Rossi – carnefici vestiti come “normali uomini d’affari” – una legittimazione politica.

Creare spazi di pace e di sviluppo sostenibile: l’accompagnamento protettivo internazionale come metodo non-violento di trasformazione dei conflitti

Rivendicando la fondamentale co-dipendenza tra sviluppo sostenibile e pace – “there can be no sustainable development without peace and no peace without sustainable development”...   Read More

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