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Economia e identità nel Donbass

Senza l’assistenza che la Russia assicura ai separatisti, la guerra nel Donbass non potrebbe continuare, né ci potrebbe essere il sostegno russo se i separatisti non fossero in grado di raccogliere un qualche tipo di supporto tra la popolazione. Durante il processo di risoluzione del conflitto sarà cruciale indagare le motivazioni che sono alla base del supporto – o dell’acquiescenza – dei locali nei confronti dei separatisti. Finora, posto il ruolo decisivo giocato da Mosca nel rendere fattibile l’opzione separatista durante le prime fasi del conflitto, la questione è stata affrontata in due modi: le ostilità sono state interpretate come mosse da ragioni economiche, oppure come uno scontro di identità collettive.

Identità, esclusione e disaffezione politica: l’enclave serba di Velika Hoča

Dopo i festeggiamenti per il decimo anniversario dell’auto-proclamata dichiarazione di indipendenza dalla Repubblica di Serbia, il Kosovo continua il proprio tortuoso percorso di stabilizzazione politica affrontando uno dei capitoli più critici del suo lungo confronto diplomatico con Belgrado.

Arrestare la democrazia? La sfida russa alla leadership americana nel Caucaso meridionale

L’élite russa che si è coagulata intorno a Vladimir Putin ha giustificato la sua ascesa e, successivamente, il consolidamento del suo potere in funzione di un obiettivo minimo da conseguire: il riconoscimento internazionale dello status di grande potenza della Federazione Russa. Se questo principio vale per l’Ucraina e l’Est Europa, a maggior ragione vale in Caucaso.

UE-Russia: quale futuro?

Le relazioni fra Russia e Unione Europea sembrano essere in una crisi profonda. Iniziate all’insegna di speranze, ambizioni ed entusiasmo negli anni Novanta, esse sono oggi associate a grandi delusioni. A partire dal crollo dell’Unione Sovietica, 27 anni fa, la Russia non ha mai intrattenuto relazioni veramente stabili con l’UE, nonostante la loro vicinanza geografica e l’interdipendenza economica che “condannano” entrambe le parti alla cooperazione. Perché ciò è accaduto così rapidamente e in modo quasi irreversibile, almeno a breve e medio termine?

Aumentare la fiducia e la soddisfazione dell’opinione pubblica nelle attività di polizia attraverso un victim-centred approach: un progetto pilota in Kosovo

Lo scopo dei programmi di riforma del settore della sicurezza (Security Sector Reform, SSR) nei paesi in via di sviluppo rimane principalmente quello di sviluppare istituzioni di sicurezza responsabili, in linea con i principi dello stato di diritto (rule of law) e del controllo governativo, nonché con il rispetto dei codici di condotta internazionali e delle norme in materia di diritti umani. Mentre le forze armate e le agenzie di intelligence il più delle volte non hanno pressoché alcuna interazione con i civili, per le forze di polizia la questione è diversa: data la natura del loro lavoro, i contatti con i civili sono quotidiani. Non solo, investigazioni, sicurezza pubblica e prevenzione del crimine dipendono in larga parte dall’esistenza e dalla qualità di tali interazioni. Soprattutto quando si segue un approccio incentrato sulle comunità (community-centred approach), il successo in questi ambiti è misurato proprio dalla capacità degli agenti di polizia di costruire relazioni con i membri delle comunità stesse, i quali, specularmente, si sentono sicuri di potersi rivolgere alla polizia in caso di necessità.

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