[IT] Se non si comprendono le origini del Pcc, la sua natura di movimento rivoluzionario nazionalista, la sua organizzazione, si perde di vista la ragione per cui, con tutti i costi ricordati dagli autori, il Partito è ancora in sella. Se si sovrastima la razionalità della modernizzazione, finiamo per trascurare il ruolo storico degli imperi e dell’etnonazionalismo.
[IT] Né l’una né l’altra di queste due politiche assimilazioniste – l’una, quella italiana, implicitamente normativa ma poco articolata nel delineare nuove appartenenze possibili; l’altra, quella cinese, esplicitamente normativa e chiaramente espressa nei termini dell’appartenenza irrinunciabile alla nazione cinese – contempla esplicitamente e si pone come obiettivo la formazione di identità e di appartenenze plurime, duttili e in grado di conciliare le diverse anime di un retaggio linguistico-culturale complesso
[IT] Ciò che va sottolineato è il dispendio di energie e di capitale cognitivo a cui assistiamo ogni giorno in cui l’expertise collettiva accumulata sulla Cina, e dispersa in centri di ricerca, corsi di formazione e università, non viene fatta collidere (positivamente) con le convinzioni e convenzioni confutate che perdurano annacquando il valore delle nostre lenti specialistiche e la loro presa sulla realtà.
[IT] Facendo ricerca sulle operazioni di truffa online, ci si rende conto di ciò che altrimenti dovrebbe essere già ovvio, ovvero che il Partito-Stato cinese è ben lungi dall’essere l’attore onnipotente che spesso si presume esso sia e che diversi attori cinesi possono avere agende molto variegate, persino contrastanti.
[IT] Non percepiamo (più) la Cina come ‘an exemplary, not subversive, student in the classroom of global capitalism’, ma come un ex allievo esemplare che oggi ha raggiunto una posizione che permette di dettare le proprie regole in un numero crescente di campi, e dunque anche, a volte, inevitabilmente, una certa dose di sovversività.