Il 24 giugno 2019, dalla base di Xichang nel Sichuan, è stato lanciato in orbita uno degli ultimi componenti della costellazione satellitare cinese BDS o per esteso Beidou (北斗), nome con cui i cinesi identificano da secoli l’Orsa Maggiore. Il satellite, posizionato in orbita geostazionaria, fa parte della famiglia BDS-3, la terza generazione del global navigation satellite system (GNSS) cinese.[1] Con il lancio di giugno, effettuato tramite un vettore Long March 3B, la Cina si appresta a completare uno dei progetti più avanzati del suo programma spaziale.
Dall’inizio del 2017, la Cina ha lanciato 19 nuovi satelliti di geoposizionamento ampliando sensibilmente l’area di rilevamento di Beidou che, secondo i piani di Pechino, dovrebbe raggiungere la copertura globale entro la fine del 2020 con un totale di 35 satelliti in orbita. La terza generazione di satelliti Beidou è dotata di collegamenti inter-satellite a radiofrequenza e laser, orologi atomici di ultima generazione e altri strumenti tecnologici d’avanguardia, alcuni dei quali innovativi rispetto ai sistemi di navigazione satellitare attualmente in funzione come il Global Positioning System (GPS) americano, il GLONASS russo e il Galileo dell’Unione Europea. Beidou dispone infatti di un servizio di invio e ricezione SMS e di funzionalità di ricerca e soccorso già utilizzate con successo durante il terremoto del Sichuan nel 2008, quando il sistema satellitare era ancora in fase sperimentale. Oggi, oltre 40.000 pescherecci cinesi e quasi 5 milioni di automezzi commerciali sono dotati di ricevitori collegati a Beidou in grado di ricevere e inviare messaggi via satellite.
L’evoluzione dei global navigation satellite system
I GNSS sono diventati onnipresenti nelle nostre vite quotidiane oltre che parte integrante di attività commerciali e industriali: dalla navigazione stradale, all’identificazione di percorsi pedonali, all’ottimizzazione del traffico e del carburante, alla guida di automezzi pesanti, di velivoli e navi, fino al monitoraggio di foreste e terreni agricoli e all’ottimizzazione della semina. In ambito militare i vantaggi dei GNSS a copertura globale sono ovvi: identificazione veloce e accurata degli obiettivi, monitoraggio di truppe, veicoli e infrastrutture, esplorazione dettagliata di ampie zone marine, terresti e aeree in quasi tutti gli angoli del pianeta, dunque anche oltre i propri confini.
Finora il sistema più utilizzato, oltre che il primo a essere messo a disposizione di paesi terzi, è stato il GPS statunitense che ha raggiunto la piena operatività nel 1995. Con l’avvento del GPS, per la prima volta, l’esercito statunitense poté godere di uno strumento di posizionamento di altissima precisione che venne ampiamente adoperato durante la Guerra del Golfo. Reso accessibile gratuitamente ai civili e a paesi terzi da Reagan nel 1983,[2] l’accuratezza del segnale GPS venne tuttavia appositamente degradata (di circa 100 m) per l’uso civile. Tale politica, denominata selective availability, fu interrotta nel 2000 da Bill Clinton che permise la ricezione di un segnale accurato anche per usi non militari (fatta eccezione per alcune aree militarmente sensibili). Il sistema GPS è interamente sotto il controllo di Washington D.C. ed è dunque potenzialmente soggetto a essere precluso a paesi terzi in qualsiasi momento. Per questo motivo altri GNSS sono stati progettati e messi in orbita negli ultimi decenni, come il GLONASS russo, il Galileo europeo e sistemi a copertura regionale come il NAVIC indiano e il QZSS giapponese. La pluralità e la competizione tra questi sistemi ha naturalmente aumentato l’accuratezza e la stabilità dei servizi offerti per uso civile, commerciale e militare.
Comparazione dei sistemi GNSS (globali) e RNSS (regionali) in orbita
Beidou come infrastruttura nazionale e globale
Per la Cina le implicazioni della messa in orbita di un’infrastruttura così complessa e ambiziosa vanno sicuramente oltre il mero dato ingegneristico. Tra i driver principali vi è non solo la molto declamata autosufficienza (zìlìgēngshēng, 自力更生) vis-à-vis gli Stati Uniti, ma anche una potenziale (anche se parziale) transizione della dipendenza tecnologica dei paesi partner da Washington D.C. verso Pechino. Il Pakistan è stato il primo paese a stabilire accordi con la Cina per un utilizzo di Beidou su larga scala, in particolare per uso militare, con l’obiettivo di terminare la sua dipendenza dal GPS. Simili accordi sono stati presi o sono in fase di discussione con alcuni paesi del sud est asiatico (Laos, Indonesia, Tailandia, Cambogia, Myanmar), mediorientali e africani (Kuwait, Brunei, Algeria, Egitto e Uganda).[3]
Anche la Belt and Road Initiative (BRI), naturalmente, si inserisce in questo contesto. Come è infatti chiarito nel Libro Bianco dedicato al Beidou pubblicato nel giugno 2016,[4] la terza e ultima fase di sviluppo del progetto (BDS-3)[5] prevede la fornitura di servizi satellitari PNT (positioning, navigation, timing) ai paesi aderenti alla BRI e alle regioni limitrofe. Coerentemente con questo obiettivo, Wu Yanhua,[6] Vice direttore della China National Space Administration, ha presentato pubblicamente il concetto di space information corridor (kōngjiān xìnxī zǒuláng, 空间信息走廊) lungo le nuove Vie della Seta, palesando l’ambizione di Pechino di conquistare l’egemonia dell’informazione nella regione euroasiatica a supporto delle rotte commerciali e infrastrutturali. Secondo Wu Yanhua, l’efficienza delle future infrastrutture logistiche e di trasporto ferroviario e marittimo lungo la BRI dipenderà in buona parte dagli assetti spaziali per la fornitura di servizi di connettività, navigazione, posizionamento e geointelligence.[7] Tuttavia, nel caso di Beidou, il concetto di autosufficienza tecnologica, propria e dei paesi partner, ha un potere esplicativo limitato. Il sistema satellitare cinese può essere infatti considerato come il trait d’union tra il programma aerospaziale e la strategie di cybersicurezza cinesi,[8] modellate secondo il fine di demarcare in maniera sempre più netta e normata l’esistenza di uno spazio digitale su cui esercitare la propria sovranità e di ottenere un predominio nel controllo delle informazioni per garantire la sicurezza nazionale.
Il concetto di “informatizzazione” tra spazio e cyber
Il tratto comune che unisce i due programmi è il concetto di “informatizzazione” (xìnxīhuà, 信息化). Per avere la misura di come tale concetto influenzi le politiche di Pechino possiamo fare riferimento ai piani programmatici di alcuni tra i settori più strategici per il paese. Come la penultima versione del Libro Bianco della difesa mise in luce già nel 2015,[9] lo spazio e il cyberspazio sono diventati per Pechino due nuovi domini strategici: letteralmente, adoperando un’espressione della tradizione leninista, “vette di comando” (zhìgāodiǎn, 制高点) per la competizione strategica globale. Nel testo si evince infatti un’enfasi sempre più chiara sull’importanza dell’informazione: “La forma della guerra evolve accelerando nella direzione di una guerra informatizzata” (xìnxīhuà zhànzhēng, 信息化战争).[10] Similmente, la versione più recente del libro bianco (luglio 2019), intitolata “La difesa nazionale della Cina nella Nuova Era”, conferma e rafforza la medesima nozione oltre che la necessità incalzante di prepararsi alle guerre informatizzate. Il documento evidenzia l’importanza di uno sviluppo integrato dei processi di automazione e informatizzazione nel campo militare e dell’aggiornamento delle proprie dottrine militari nel contesto di un mondo informatizzato.
Coerentemente a tale evoluzione dottrinale, la governance dell’Esercito popolare di liberazione (Epl) ha attraversato negli ultimi quattro anni una profonda riconfigurazione. Per poter combattere le guerre informatizzate, Xi Jinping ha alterato l’assetto dell’Epl[11] creando nel dicembre 2015 le Forze di Supporto Strategico (zhànlüè zhīyuán bùduì, 战略支援部队). La struttura organizzativa delle FSS rinnova piuttosto radicalmente la fisionomia dell’Epl, segnalando la simbiosi strategica di spazio e cyberspazio. Le FSS sono divise in sei dipartimenti generali[12]che comprendono due dipartimenti neocostituiti:[13] lo Space Systems Department e il Network Systems Department, rispettivamente incaricati di operazioni di intelligence nello spazio (SSD),[14] nel cyberspazio e nel campo elettromagnetico (NSD).[15] Nonostante la governance delle FSS sia ancora opaca, la costituzione dei due nuovi dipartimenti segnala inequivocabilmente la priorità che spazio e cyber assumono nell’apparato di difesa cinese.
Il Libro Bianco sulle attività spaziali, pubblicato nel 2016, riprende questi concetti ed evidenzia con forza l’importanza dell’informatizzazione. La sezione VI è dedicata alle capacità delle infrastrutture di terra di raccogliere ed elaborare i dati satellitari tramite le cosiddette funzioni di tracciamento, telemetria e contromisura (TT&C). L’aggiornamento delle funzioni TT&C è considerato cruciale per fornire una geolocalizzazione accurata degli obiettivi militari e una risposta adeguata. I radar disposti a terra devono essere in grado di ottenere con precisione i dati di obiettivi mobili nello spazio. Inoltre, l’Epl ha investito sostanzialmente in tecnologie di contromisura in grado di colpire o neutralizzare comunicazioni satellitari avversarie, segnali radio ed elettromagnetici.
In alcuni scritti dell’Aeronautica militare[16] e del Ministero della difesa, emergono due concetti che sono particolarmente rilevanti per la nostra analisi e che fungono da assi portanti alla dottrina che guida il programma spaziale cinese ed entro cui possiamo inquadrare lo sviluppo del progetto Beidou: il “dominio dello spazio” (zhì tiān quán, 制天权) e il “dominino informativo” (zhì xìnxī quán, 制信息权). Il dominio dello spazio (traducibile anche come “superiorità spaziale”) consiste nel poter sfruttare lo spazio per i propri obiettivi secondo i tempi, i luoghi e le modalità prescelte, e impedire all’avversario la stessa libertà di azione. Il dominino informativo è la capacità delle Forze armate di sostenere in maniera ininterrotta le operazioni di raccolta e trasmissione di informazioni (nello spazio e nei domini cyber e terrestre). Secondo il Ministero della difesa cinese, “il cuore del controllo sul campo di battaglia è nella capacità di controllare le informazioni”.[17] Sullo stesso registro, un manuale strategico della China Academy of Military Science teorizza che “le guerre future potrebbero iniziare con lo scontro offensivo e difensivo nello spazio e nella rete”.[18] Per Pechino, dominio dello spazio e dominio delle informazioni sono dunque le competenze fondamentali e inseparabili per poter combattere, e vincere, le guerre informatizzate.
Funzioni di Beidou e integrazione civile-militare e pubblico-privato
Secondo la descrizione ufficiale nel sito governativo dedicato, il sistema BDS è composto da una serie molto complessa di componenti prodotti all’interno di una supply chain in gran parte nazionale che va a integrarsi con le tecnologie fornite dalle grandi imprese tech cinesi operanti nei settori di internet, intelligenza artificiale, big data, cloud computing e IoT. I satelliti sono progettati e costruiti dalla China Academy of Space Technology (CAST) e i lanciatori dalla China Academy of Launch Vehicle Technology (CALT), due unità appartenenti alla prominente China Aerospace Science and Technology Corporation (CASC).[19] Oltre ai satelliti in orbita, Beidou è composto da una fitta rete terrestre di stazioni di monitoraggio e controllo.
Il Libro Bianco “China’s BeiDou Navigation Satellite System”,[20] dichiara che il sistema sarà in grado di fornire in ogni momento e in tutte le condizioni meteorologiche un servizio accurato di posizionamento, navigazione e segnale orario a tutti i suoi utenti. Le fasce di servizio offerte saranno tre: 1) un servizio gratuito per uso pubblico con una precisione di posizionamento di 10 metri e una precisione oraria di 10 nanosecondi; 2) un servizio premium disponibile in abbonamento, dotato di una precisione di 2 metri e un servizio SMS in entrata e uscita; 3) un servizio per uso militare capace di raggiungere una precisione di 10 cm oltre a fornire servizi SMS e altri tipi di comunicazione.
Oltre alle ovvie applicazioni di massa, che sono quelle che tutti conosciamo e usiamo abitualmente tramite il GPS, vi sono numerose altre applicazioni commerciali e industriali. In particolare:
Trasporti marini e terrestri: monitoraggio e raccolta di informazioni su strade, ferrovie e rotte marine; ausilio alla navigazione e alla guida autonoma dei veicoli; collegamento in rete delle navi; assistenza per manovre e attracco; monitoraggio e guida di operazioni aeroportuali e ferroviarie.
Agricoltura: telerilevamento di informazioni sui terreni agricoli, sui nutrienti e la loro distribuzione nel suolo, sulla concimazione e la protezione delle colture; controllo delle macchine agricole senza pilota; ausilio per la semina intelligente.
Silvicoltura: censimento delle risorse forestali; stima delle superfici e della quantità di legname; ispezione e pattugliamento forestale; prevenzioni di incendi e determinazione dei confini.
Attività marine: monitoraggio delle aree di pesca; ausilio alla navigazione e ai flussi in entrata e in uscita dei pescherecci; early warning per disastri marittimi; utilizzo di un servizio di messaggistica (SMS) a beneficio dei pescherecci per segnalare la propria posizione.
Gestione dei disastri naturali: potenziamento della prevenzione e del sistema di early warning tramite SMS; diffusione rapida di comunicazioni, report e comandi di emergenza per accelerare la risposta alle catastrofi naturali e supportare la capacità decisionale delle forze di soccorso; monitoraggio di potenziali pericoli presso ponti, dighe, bacini e serbatoi.
Energia elettrica: sincronizzazione temporale della trasmissione elettrica per garantire un sistema di distribuzione stabile ed efficiente attraverso l’uso della funzione di temporizzazione satellitare.
Finanza: sincronizzazione temporale della rete informatica per il funzionamento stabile e fluido dei terminali e delle applicazioni finanziarie.
Sicurezza: supporto ai servizi di pubblica sicurezza come l’antiterrorismo e il pattugliamento delle aree rurali e urbane. Integrandosi con il sistema di comando dei corpi di polizia, Beidou è dotato di una funzione di dispacciamento automatico per garantire velocità ed efficienza nella risposta.
Osservando le molteplici funzioni di Beidou emerge con chiarezza l’applicazione di un principio ricorrente e cruciale per le politiche di sviluppo tecnologico di Pechino: l’integrazione tra industria civile e militare (CMI secondo l’acronimo inglese). La sezione IV del Libro Bianco della difesa del 2015 articola in maniera piuttosto dettagliata le linee guida istituzionali e gli incentivi[21] da predisporre per la costruzione di un sistema CMI sostenibile ed efficiente. La linea di confine tra i due ambiti, in termini di tecnologie, attori e processi coinvolti, è sempre più sfumata, e il sistema Beidou ne è un esempio puntuale. Infatti, l’informatizzazione è uno degli ambiti elettivi in cui si sostanzia l’integrazione civile-militare da cui emergono le cosiddette tecnologie dual-use.
Un’altra integrazione su cui spinge Pechino è la complementarità tra pubblico e privato. Secondo il “Medium and long term development plan for China’s satellite navigation industry“,[22] pubblicato dalla China National Administration of GNSS and Applications, l’industria satellitare cinese dovrà essere guidata dalle forze di mercato e dall’innovazione per far fronte ai deficit strutturali del paese. Tali deficit sono, in particolare, la carenza di innovazione e la dipendenza tecnologica dall’estero soprattutto per quanto riguarda le “core technologies” (héxīn jìshù, 核心技术). Nel documento si evince una consapevolezza piuttosto lucida del divario che la Cina dovrà colmare per quanto riguarda la produzione autoctona dei microprocessori per la navigazione satellitare, una lacuna tradotta egregiamente nell’espressione “disporre delle apparecchiature, non avere i chip” (yǒujī wú xīn, 有机无芯).
Anche l’ultima versione del Libro Bianco delle attività spaziali incoraggia la complementarità e l’organicità della supply chain aerospaziale. Come ha già evidenziato Marco Aliberti sulle pagine di OrizzonteCina,[23] nell’ottica di un utilizzo più efficiente delle risorse e di diversificazione delle fonti di investimento, Pechino ha introdotto il principio di “sviluppo coordinato” (xiétiáo fāzhǎn, 协调发展). Con questo concetto si intende integrare ogni singolo progetto legato allo spazio all’interno di un piano nazionale di sviluppo spaziale. L’Articolo 6 della Sezione IV del libro bianco, dedicata alle fonti di finanziamento, incoraggia la partecipazione dell’industria privata e di attori non-governativi e la crescente integrazione pubblico-privato nella catena del valore. Tale apertura non è stata proclamata a vuoto. Tanto è vero che il settore New Space cinese,[24] emulando il dinamismo dell’industria spaziale privata statunitense, è attualmente in una fase di grande fermento, soprattutto nella municipalità di Pechino, dove si concentrano i centri di comando e la maggior parte delle infrastrutture, degli investimenti e del know-how dell’industria spaziale cinese.
Considerazioni conclusive
Il completamento del sistema satellitare Beidou inaugurerà per Pechino un’era in cui la centralità dell’informatizzazione a livello interno e internazionale non sarà più solo un’ambizione o un formulato teorico, ma si tradurrà in una capacità sostanziale del suo apparato tecnologico. Beidou offrirà accurate informazioni satellitari in tempo reale dentro e fuori il paese e sarà messo a disposizione, discrezionalmente, dei paesi aderenti (o in qualche misura allineati) alle politiche di Pechino. Ben oltre la self-reliance tecnologica, il GNSS cinese rappresenta il punto di congiunzione tra le politiche spaziali e la capacità di raccolta ed elaborazione dei dati, considerata l’asse portante delle operazioni di cybersicurezza e delle politiche digitali. Parzialmente oscurato dagli onnipresenti e spesso ridondanti resoconti su Made in China 2025 e sulle politiche per l’intelligenza artificiale, il completamento di Beidou potrebbe rivelarsi una pietra miliare nella maturazione tecnologica di Pechino e nella sua capacità di proiezione internazionale.
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[1] China Aerospace Science and Technology Corporation, “China launches new Beidou satellite”, 28 giugno 2019, disponibile all’Url http://english.spacechina.com/n16421/n17212/c2665290/content.html.
[2] La decisione di Reagan fu presa in seguito all’abbattimento di un aereo civile della Korean Airlines entrato per errore nello spazio aereo dell’URSS e abbattuto dalle forze aree sovietiche causando 269 vittime.
[3] Beidou Navigation Satellite System, “The BDS-3 preliminary system is completed to provide global services”, 27 dicembre 2018, disponibile all’Url: http://en.beidou.gov.cn/WHATSNEWS/201812/t20181227_16837.html.
[4] Ufficio d’Informazione del Consiglio per gli affari di Stato della Repubblica popolare cinese, “Full text: China’s BeiDou navigation satellite system”, 16 giugno 2016, disponibile all’Url http://www.scio.gov.cn/32618/Document/1480601/1480601.htm.
[5] A seguito di una fase dimostrativa (BDS-1) in cui sono stati messi in orbita i primi tre satelliti (1994-2000) e una seconda fase di lancio di altri 11 satelliti (BDS-2) che hanno garantito la copertura dell’Asia-Pacifico e l’inaugurazione del servizio per uso commerciale (2004-2011).
[6] Durante un seminario sulla connettività spaziale nella BRI tenutosi a Nanning, nella Provincia autonoma del Guangxi.
[7] Ufficio d’Informazione del Consiglio per gli affari di Stato della Repubblica popolare cinese, “Wǒguó jiāng bùduàn kuòdà «yīdài yīlù» kōngjiān xìnxī chéngguǒ gòngxiǎng «péngyǒu quān»” [La Cina continuerà ad espandere i dati spaziali della BRI condividendoli con la “cerchia di amici”], 11 settembre 2018, disponibile all’Url http://www.scio.gov.cn/31773/35507/35510/35524/Document/1637481/1637481.htm.
[8] Si vedano: “Kuòbù mài xiàng wǎngluò qiángguó xīn zhēngchéng” [Intraprendere un nuovo viaggio per diventare una superpotenza della rete], Qiushi, 07 novembre 2018, disponibile all’Url http://www.qstheory.cn/wp/2018-11/07/c_1123676793.htm (link in cinese); Cyberspace Administration of China, “Guójiā wǎngluò kōngjiān ānquán zhànlüè” [Strategia nazionale di cybersicurezza], 27 dicembre 2016, disponibile all’Url http://www.cac.gov.cn/2016-12/27/c_1120195926.htm (link in cinese). Si veda inoltre il contributo di Francesco Silvestri su OrizzonteCina Vol. 9, No. 2.
[9] Ufficio d’Informazione del Consiglio per gli affari di Stato della Repubblica popolare cinese, “«Zhōngguó de jūnshì zhànlüè» báipíshū (quánwén)” [Libro Bianco sulla strategia militare cinese (testo completo)], 26 maggio 2015, disponibile all’Url http://www.scio.gov.cn/zfbps/ndhf/2015/Document/1435161/1435161.htm.
[10] La frase intera originale è: “Zhànzhēng xíngtài jiāsù xiàng xìnxī huà zhànzhēng yǎnbiàn”, 战争形态加速向信息化战争演变. Si veda la Sezione I del Libro Bianco della Difesa del 2015.
[11] La riforma del 2015 modifica l’assetto già aggiornato nel 1998, anno in cui venne istituito il General Armaments Department (GAD). Con la creazione del GAD, i dipartimenti generali dell’Epl divennero quattro: il GAD, il General Staff Department, il General Political Department e il General Logistics Department.
[12] Staff Department, Political Work Department, Logistics Department, Equipment Department, Space Systems Department, Network Systems Department.
[13] Kevin Pollpeter, Testimony before the U.S.-China Economic and Security Review Commission: Hearing on China’s Advanced Weapons, CNA China Studies, 24 febbraio 2017, disponibile all’Url https://www.uscc.gov/sites/default/files/Pollpeter_Testimony_0.pdf.
[14] Trasmettere informazioni generate da sensori e piattaforme spaziali alle forze di terra, aria e mare. Esempi di queste funzioni sono la ricognizione e la sorveglianza spaziale, comunicazioni via satellite e data relay, navigazione e geo-posizionamento, early warning di lanci missilistici, osservazioni idrografiche, geologiche, geodetiche e meteorologiche.
[15] L’integrazione delle funzioni nel dominio cyber e nel campo elettromagnetico, generalmente definita come “integrated network and electronic warfare” (INEW), riflette una concezione olistica e integrata di cui l’Epl è stato pioniere. Secondo alcuni analisti, tra le funzioni del NSD vi sarebbe anche la “guerra psicologica” su cui vi sono tuttavia pochi studi e dati disponibili.
[16] Ufficio di Propaganda del Dipartimento politico dell’Aeronautica militare, “Míngcí jiěshì: Zhì tiān quán” [Spiegazione lessicale: dominio dello spazio], Quotidiano del Popolo, 13 agosto 2009, disponibile all’Url http://military.people.com.cn/GB/8221/84385/140007/165887/166063/9851564.html (link in cinese).
[17] Ministero della difesa della Repubblica popolare cinese, “Zhànchǎng kòngzhì quán héxīn zài zhì xìnxī quán” [Il nucleo del controllo del campo di battaglia è nel dominio informativo], 08 novembre 2016, disponibile all’Url http://www.mod.gov.cn/jmsd/2016-11/08/content_4759522.htm (link in cinese).
[18] China Academy of Military Science, Zhànlüè xué [Studi strategici] (Pechino: Military Science Press, 2013), 96.
[19] China Aerospace Science and Technology Corporation, “Organization”, disponibile all’Url http://english.spacechina.com/n16421/n17138/n2357690/index.html.
[20] Ufficio d’Informazione del Consiglio per gli affari di Stato della Repubblica popolare cinese, “Full text: China’s BeiDou navigation satellite system”, 16 giugno 2016, disponibile all’Url http://www.scio.gov.cn/32618/Document/1480601/1480601.htm.
[21] Ministero della difesa della Repubblica popolare cinese, “IV. Building and development of China’s armed forces”, 26 maggio 2015, disponibile all’Url http://eng.mod.gov.cn/Database/WhitePapers/2015-05/26/content_4586713.htm.
[22] China National Administration of GNSS and Applications, “Medium and long term development plan for China’s satellite navigation industry“, 21 luglio 2016, disponibile all’Url http://en.chinabeidou.gov.cn/c/80.html.
[23] Marco Aliberti, “Sopra il cielo: il Programma spaziale cinese tra industria 4.0 e geopolitica”, OrizzonteCina 8 (2017) 1: 2-5, disponibile all’Url: https://www.twai.it/articles/sopra-il-cielo-il-programma-spaziale-cinese-tra-industria-4-0-e-geopolitica/.
[24] Con l’espressione “New Space” si indica l’emergere dell’industria spaziale privata. Il “New Space” cinese si è sviluppato a partire dal 2014, anno in cui l’industria aerospaziale è stata aperta agli investimenti privati.
“The conference is the outcome of one year of meetings within the New Technologies for Peace working group. During our gatherings, scholars, diplomats, experts... Read More
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