Nelle ultime ore del 2013, al termine di un’imponente operazione, la polizia arrestò nel Guangdong 182 persone, sequestrando tre tonnellate di metamfetamina in forma cristallina nota come “Ice” e 23 tonnellate di precursori chimici necessari per la produzione di questa droga. L’operazione – in sé un grande successo – allo stesso tempo dimostra come la produzione e il traffico di droga aumentino a dispetto delle ingenti risorse profuse dal governo cinese per il contrasto dello spaccio.
L’entità del fenomeno è infatti allarmante. Nel 2012 la polizia cinese ha affrontato oltre 122.000 casi legati a produzione, traffico e abuso di sostanze stupefacenti, arrestato 133.000 persone, sequestrato 45,1 tonnellate di droga di cui 16,2 di metamfetamina in forma cristallina (due tonnellate in più rispetto al 2011). Ha inoltre messo fuori uso 357 laboratori per la produzione di droghe sintetiche: nel 2011 erano stati 326, posizionando la Cina come il primo paese nella regione per laboratori illeciti smantellati.
Anche il numero dei tossicodipendenti è aumentato. Negli ultimi anni infatti è cresciuto approssimativamente di 100.000 unità all’anno: 1,06 milioni censiti nel 2010, 1,24 milioni nel 2011 e 1,3 milioni nel 2012. La maggior parte fa uso di eroina, ma il numero e la proporzione di drogati da sostanze di tipo amfetaminico (prevalentemente metamfetamina e in misura molto minore ecstasy) continua a salire (il 38% di tutti i drogati registrati nel 2012, mentre erano solo 28% nel 2010). Aumenta inoltre il numero di coloro che fanno uso di sostanze relativamente nuove come le ketamine, i cannabinoidi sintetici, mefedrone, kratom. Peraltro il numero dei drogati comunicato dalle autorità pecca per difetto, riferendosi solamente a coloro che sono stati identificati a seguito di fermo o arresto. Il numero reale potrebbe raggiungere anche i 15 milioni, poiché coloro che fanno uso di amfetamine e di nuove droghe – ovvero la maggioranza – sfuggono più facilmente ai controlli rispetto a chi fa uso di eroina.
Il governo non è rimasto passivo e nell’ultimo quinquennio ha anzi adottato varie contromisure. Nel 2011 ha iniziato una campagna nazionale per prevenire l’uso di internet in attività criminali legate alla droga – campagna che ha finora portato all’arresto di oltre 800 persone, allo smantellamento di 144 gruppi criminali, alla distruzione di 22 siti di produzione e al sequestro di 380 kg di droga. Le autorità hanno anche continuato ad ampliare i margini di applicazione e l’incisività della legislazione volta a prevenire la diversione dei preparati farmaceutici contenenti efedrine e pseudoefedrine, che vengono utilizzati per la produzione di amfetamine. Infine, nel marzo 2013, è divenuta operativa la China Food and Drug Administration. Questa nuova agenzia ha rimpiazzato la China’s State Food and Drug Administration, che aveva svolto il suo ruolo in modo insoddisfacente e il cui direttore, Zheng Xiaoyu, era stato condannato a morte per corruzione. Costruita sul modello americano ed elevata a rango ministeriale, l’agenzia acquisisce poteri e competenze che prima appartenevano a molteplici enti ed uffici. Questa ristrutturazione dovrebbe migliorare la supervisione della produzione, circolazione e consumo non solo di cibo, ma anche di medicine da cui in modo incrementale si estraggono illegalmente alcune delle nuove droghe.
Pur rappresentando un progresso rispetto al passato, queste misure sono ancora insufficienti a rispondere alle nuove e preoccupanti tendenze. In primo luogo, il consumo di eroina è destinato a salire, anche se in misura ridotta, e ciò potrebbe portare a un aumento della domanda di oppio non solo dal Myanmar e dal Laos (i fornitori tradizionali della Cina), ma anche dall’Afghanistan, i cui raccolti sono in grado di soddisfare un aumento della domanda in Cina – con evidenti ricadute geopolitiche.
In secondo luogo, il consumo di amfetamine è destinato a salire in modo cospicuo per due ragioni. Da una parte le notevoli dimensioni dell’industria chimica cinese consentono alla criminalità organizzata di rifornirsi con maggior facilità di materie prime per la produzione delle pillole. Dall’altra, un’aumentata disponibilità di reddito e il desiderio di molti giovani cinesi di emulare quello che viene percepito come uno stile di vita occidentale spingeranno ulteriormente i consumi.
Infine, anche il consumo di cocaina crescerà per effetto dell’aumento del reddito e dello spirito di emulazione. Nel biennio 2010- 2011 si è verificato un aumento del 70% dell’uso di cocaina in Asia orientale e sud-orientale rispetto al biennio precedente e la Cina è ai primi posti. Questo nuovo fenomeno è motivo di grande preoccupazione per le autorità, che temono che un aumento nei consumi di cocaina porti a una più stretta alleanza fra la criminalità organizzata cinese e quella sudamericana, in particolare messicana.
A causa del rafforzamento dei controlli di polizia sui precursori chimici, i trafficanti continueranno a puntare sulla diversione delle preparazioni farmaceutiche dal mercato legale. Anche in molti paesi nella regione del sud-est asiatico sono state sequestrate larghe quantità di preparazioni farmaceutiche dirottate dal mercato legale.
In questo difficile contesto è auspicabile che le autorità agiscano in modo bilanciato sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta. Per quanto riguarda la domanda di droga è importante continuare a migliorare i servizi offerti dai centri di disintossicazione, finora più adeguati a curare la dipendenza da eroina che quella dalle nuove droghe. Un maggiore coinvolgimento di organizzazioni non governative aumenterebbe di molto le probabilità di successo. Per quanto riguarda invece l’offerta, molto dipenderà dall’esito della campagna anti-corruzione in atto. L’operazione nel Guangdong, infatti, avrebbe potuto essere portata a compimento molto tempo prima se non fosse stato per la connivenza delle autorità locali. Considerando poi i crescenti legami fra criminalità cinese e d’oltremare, la cooperazione internazionale è essenziale per contrastare efficacemente il narcotraffico. In quest’ambito è opportuno che le autorità cinesi si impegnino costantemente nell’attuazione di specifici accordi bilaterali anti-droga. Contestualmente, la comunità internazionale dovrebbe potenziare gli uffici di collegamento della polizia presso ambasciate e consolati in Cina. Questa forma di cooperazione bilaterale ha un grande potenziale per lo scambio di informazioni e l’attuazione di operazioni congiunte, a condizione che le autorità di polizia e doganali cinesi prestino la necessaria collaborazione, cosa che non sempre è avvenuta in passato.
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