L’agenzia di rating “Made in China” Dagong prosegue la sua battaglia contro le “Tre Sorelle” Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s, e lancia Universal Credit, una joint venture con i russi di Rus Rating JSC e la piccola agenzia a stelle e strisce Egan-Jones Ratings Co. La notizia, annunciata alla fine di ottobre, ha sollevato entusiasmo tra chi accusa i tre colossi del rating di scarso controllo – o di connivenza – sui titoli e le società che nel 2008 si resero responsabili dell’inizio della crisi finanziaria globale.
Ma questa “lega di agenzie indipendenti” non potrà operare sul mercato europeo: lo ha spiegato ad AgiChina24 Lorenzo Stanca, managing partner di Mandarin Capital, che sta aiutando i cinesi di Dagong a sbarcare in Europa. “Il progetto di joint venture con queste agenzie riguarda mercati terzi, e non il mercato più grande e più promettente, che è quello europeo”. In Europa, racconta Stanca, Dagong ha già presentato una richiesta di licenza all’Esma – la Consob europea – per aprire direttamente un’agenzia chiamata “Dagong Europe”, per la quale si sta servendo della consulenza di Mandarin, che partecipa all’operazione anche come investitore temporaneo. “Universal Credit, a mio giudizio, è più che altro un’iniziativa dal grande significato politico, rivolta ad altri mercati” conclude Stanca.
L’interesse di Dagong in Europa si concentra soprattutto sull’Italia. Nel novembre 2011 il presidente della società Guan Jianzhong ha visitato Lisbona, Parigi e Milano, e infine ha deciso di stabilire il suo quartiere generale in Italia. “Milano sarà la sede principale dell’agenzia cinese, che darà lavoro a 40 persone, ma nel futuro potremmo aprire altre sedi” ha dichiarato Guan alla Reuters. “Ad agosto abbiamo presentato la richiesta di autorizzazione all’Esma, e normalmente ci vogliono sei mesi di tempo per avere il via libera, quindi prevediamo di essere operativi nel primo trimestre 2013”.
Nata nel 1994, Dagong ha iniziato a pubblicare giudizi sui debiti sovrani nel luglio del 2010, con l’obiettivo preciso di sfidare Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Guan in un’intervista ad AgiChina24 subito dopo la pubblicazione dei primi rating sui debiti sovrani, l’agenzia adotta criteri alternativi alle concorrenti: “Le tre famose agenzie di rating Usa condividono lo stesso retroterra culturale e adottano l’ideologia occidentale, specialmente nel valutare il sistema politico di un paese, e pertanto i loro rating sono influenzati da questo fattore”. Secondo Guan, il fatto che tutt’e tre le agenzie abbiano sede negli Usa, potrebbe viziare la loro indipendenza, rendendole i rappresentanti degli interessi americani e forse di qualche altra economia sviluppata. “I loro rating potrebbero non essere così oggettivi come ci si aspetta. Noi, d’altra parte, rifiutiamo un criterio ideologico, e invece di valutare il sistema politico di un paese puntiamo su altri elementi, come la capacità di crescita. A nostro avviso, il miglior metodo di ripianamento del debito è rappresentato dalla capacità di creare nuovo benessere sociale”.
L’ingresso di Dagong nel mercato del rating ha suscitato numerosi dubbi sulla sua effettiva indipendenza dal governo di Pechino: dubbi che l’agenzia ha cercato di dissipare sul nascere, sostenendo di essere al 100% privata e controllata da due soci che detengono rispettivamente il 60% e il 40% delle quote. “Uno dei due potrebbe essere un membro del governo – ha detto Guan Jianzhong ad AgiChina24 – ma dal nostro punto di vista questa è solo una garanzia in più”.
E mentre Dagong si prepara a sbarcare nel nostro paese, il suo giudizio sull’Italia non muta: sul finire del 2011 l’agenzia cinese aveva declassato il rating sul debito sovrano italiano a lungo termine, sia in valuta locale che estera, al livello BBB, un ulteriore passo indietro rispetto al voto A- con outlook negativo espresso in precedenza.
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