Il 2013 è stato un anno di grandi cambiamenti per la Cina, con i primi passi verso il futuro compiuti a novembre, durante il Terzo Plenum del XVIII Comitato centrale. Il nuovo ambasciatore cinese in Italia, Li Ruiyu, ha commentato con AGIChina24 l’anno appena conclusosi e le sfide che stanno all’orizzonte, a pochi giorni dall’inizio dell’anno del Cavallo. La sfida più grande è quella di costruire entro il 2020 una classe media composta da almeno 600 milioni di cittadini con un reddito pro capite raddoppiato rispetto ai valori di quattro anni fa. Un’accelerazione che la Cina deve imprimere al suo percorso, con l’attuazione di 300 nuove misure in 15 settori della vita economica e sociale. “Oggi – spiega l’ambasciatore – la priorità delle nuove riforme è rendere lo sviluppo della Cina più efficiente, più equo e più sostenibile” attraverso un più forte ruolo del mercato, l’introduzione graduale di un sistema di garanzie e una maggiore attenzione all’ambiente.
Li Ruiyu si sofferma anche sui progressi tecnologici compiuti nel 2013, con il primo sbarco della Cina sulla Luna – terzo paese dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Il ruolo internazionale del paese è cresciuto, spiega l’ambasciatore, e i rapporti con l’Italia “hanno raggiunto una fase di collaborazione profonda, con frequenti visite istituzionali ad alto livello e con un grande coordinamento su moltissimi importanti progetti internazionali e locali”.
Pechino conta molto sull’Italia con gli investimenti per Expo 2015 (la Cina è l’unico paese che sarà ospite dell’evento con tre padiglioni) e per il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, che comincerà a luglio prossimo. “La Cina – commenta Li – sta vivendo un periodo importante di transizione, e le potenzialità del vostro paese sono in linea con le esigenze cinesi di trasformazione e di riassetto della struttura economica.” Da quando si è insediato, Li Ruiyu ha riscontrato una “forte volontà di cooperazione” dell’Italia con la Cina. “A mio parere – spiega l’ambasciatore – le due parti devono valorizzare la complementarietà delle due economie e sviluppare i rispettivi punti di forza, per far sì che questa volontà di cooperazione possa concretizzarsi in progetti reali.”
Cina e Italia hanno ancora tanta strada da percorrere insieme. Quelle che Pechino sta affrontando sono le “nuove quattro modernizzazioni”, come le definisce Li Ruiyu. I pilastri del nuovo corso si chiamano nuova industrializzazione, informatizzazione, urbanizzazione e modernizzazione dell’agricoltura. Tutti campi in cui l’Italia può fornire alla Cina la propria esperienza e le sue conoscenze. Proprio nelle scorse settimane, durante la visita a Pechino del ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, Italia e Cina hanno firmato un trattato di cooperazione nei settori della ricerca industriale, della cooperazione e dello sviluppo, delle comunicazione e delle tecnologie dell’informazione, che prelude a una forte impronta italiana nel futuro della Cina.
Il 2013 è stato un anno straordinario per il processo di sviluppo della Cina. Di fronte alle vicissitudini internazionali e all’onere delle riforme, dello sviluppo e della stabilità dal punto di vista della politica interna, la Cina ha portato a termine la transizione politica e ha tracciato nuove linee guida per promuovere riforme comprensive, aprendo così nuove prospettive per la realizzazione del “sogno cinese”. Lo scorso anno la Cina ha conosciuto molti cambiamenti incoraggianti. Il modello della democrazia socialista con caratteristiche cinesi si è dimostrato dinamico, mentre continua ad avanzare la costruzione dello stato di diritto e il meccanismo decisionale del governo diventa più razionale e democratico. L’economia cinese è in continua crescita ed espansione. Si stanno perfezionando i servizi in materia culturale, migliorando la preparazione dei cittadini. Si sta promuovendo la riforma delle istituzioni culturali e rafforzando ulteriormente la dinamicità del mercato. La sensibilità ecologica della Cina esce rafforzata. Con una serie di misure incisive come la Mappa dell’inquinamento da metalli pesanti, il Piano d’azione per l’inquinamento atmosferico e la Risoluzione sulla produttività eccessiva, si combatte una grande battaglia per la difesa dell’ambiente e del territorio.
“Sogno cinese” significa maggiore capacità nazionale e più ricchezza e felicità per i cittadini. A mio parere, ci sono tre aspetti fondamentali. Il primo è che il “sogno cinese” vuol dire “sogno di sviluppo” del paese, riguarda il cambiamento del modello di sviluppo, il miglioramento della qualità dello sviluppo, la realizzazione di un paese comunista moderno, ricco, democratico, civile e armonioso. Il secondo aspetto è che il “sogno cinese” si basa sul “sogno della felicità”: significa dare soddisfazione a tutti i cittadini che possono fare progressi attraverso lo studio, e guadagnare bene lavorando. L’intento è permettere ai cittadini di godere di servizi sanitari adeguati in caso di malattia, di assistenza in età senile, lavorando con entusiasmo e vivendo in serenità. Il terzo aspetto è che il “sogno cinese” è un “sogno di armonia” nel mondo, significa insistere sullo sviluppo pacifico, valorizzare il vantaggio reciproco sulla base di una strategia win-win, promuovere il progresso e la prosperità comune in tutto il mondo.
Attualmente i rapporti politici sino-italiani hanno raggiunto una fase di collaborazione profonda, con frequenti visite istituzionali ad alto livello e con un grande coordinamento su moltissimi importanti progetti internazionali e locali. D’altra parte gli scambi commerciali bilaterali stanno crescendo rapidamente. Nonostante l’attuale instabilità della ripresa economica mondiale, gli investimenti reciproci hanno conosciuto una forte espansione e il volume totale degli investimenti cinesi in Italia ha superato i 600 milioni di dollari. La cooperazione bilaterale nei campi culturale e scientifico-tecnologico è dinamica e in continuo sviluppo. L’Italia, paese a forte vocazione industriale, ha un grande vantaggio competitivo a livello internazionale. Prendiamo ad esempio il settore manifatturiero e la capacità di innovazione tecnologica. Molte piccole e medie imprese italiane hanno registrato numerosi successi nella competizione a livello internazionale. La Cina sta vivendo un periodo importante di transizione, le potenzialità del vostro paese sono in linea con le esigenze cinesi di trasformazione e di riassetto della propria struttura economica. Ci sono enormi opportunità di collaborazione, ad esempio nei settori della produzione di alta gamma, della tutela ambientale, dell’energia rinnovabile, della lavorazione dei prodotti agricoli.
“Made in Italy” e “reseach in Italy” erano noti in Cina anche nei secoli passati. L’Italia è un paese con una grande cultura dell’innovazione, le imprese italiane sono apprezzate per essere le più all’avanguardia a livello mondiale per il design e per la ricerca e lo sviluppo; se si riuscissero a combinare queste potenzialità con la forte capacità di produzione cinese ne conseguirebbe sicuramente un vantaggio per entrambe le parti. Verso la fine dell’anno scorso, il ministro Carrozza ha effettuato una visita in Cina partecipando al quarto Forum per l’innovazione Italia-Cina. Durante il Forum si è firmato l’accordo sul progetto per la mappatura della Luna in collaborazione con gli scienziati di entrambi i paesi. Questo è solo uno degli esempi di cooperazione tra i nostri paesi nel settore spaziale. Sono in programma ulteriori progetti di cooperazione, come la costruzione di satelliti o la ricerca nel settore dei razzi e delle applicazioni per il telerilevamento. In futuro, focalizzeremo la nostra collaborazione sulla ricerca e sull’innovazione delle tecnologie, in particolare quelle con buone prospettive di applicazione. Ripongo molta fiducia nel fatto che gli sforzi congiunti di Italia e Cina porteranno la cooperazione scientifica a risultati sempre più importanti e benefici ai nostri paesi e ai nostri popoli.
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