Giovanni B. Andornino

President

Giovanni B. Andornino is the President of the Torino World Affairs Institute and Head of its Global China Program. He is an Assistant Professor of International Relations of East Asia at the University of Torino and the Secretary General of the China-Italy Philanthropy Forum.

Area of Expertise

  • International affairs
  • Contemporary China
  • Chinese politics

Latest content

[IT] Il peso crescente dell’economia cinese sulla scena globale tocca direttamente anche l’Italia. Dopo aver subito l’impatto della recessione nello scorso biennio con un calo del Pil di oltre il 6%, le stime del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) indicano per il nostro paese un rimbalzo nel 2010 (+ 0,9%) che dovrebbe sostanzialmente confermarsi anche l’anno prossimo (+1,1%). Fondamentale in questa dinamica di crescita è il contributo che viene dalla ripresa delle esportazioni, trainate proprio dai mercati dei paesi emergenti, a partire dalla Cina.

Nov 15, 2010

[IT] Eventi recenti hanno messo sotto forte pressione la public diplomacy della Repubblica Popolare Cinese (Rpc), già impegnata in una complessa transizione dalla retorica del “paese in via di sviluppo”, ormai difficilmente sostenibile, a quella dello “sviluppo pacifico”. A preoccupare gli altri paesi non è tanto il rischio che l’ascesa cinese assuma una connotazione aggressiva, quanto che Pechino, forte del suo crescente peso economico, ampli sempre più il perimetro delle sue ambizioni territoriali e geopolitiche.

Nov 15, 2010

[IT] Il 16 agosto scorso il Dipartimento della Difesa statunitense ha pubblicato il Rapporto annuale sugli sviluppi della situazione militare e di sicurezza nella Repubblica Popolare Cinese. Frutto di un ampio monitoraggio realizzato dalle varie agenzie del governo statunitense, il Rapporto è stato definito come una “fonte autorevole circa le valutazioni che l'Amministrazione Obama ha compiuto rispetto alle problematiche di sicurezza che coinvolgono la Cina”.

Oct 18, 2010

[IT] Il Pacifico occidentale e soprattutto il Mar della Cina meridionale sono teatri geopolitici di primaria importanza, dove maggiore è la probabilità che la politica estera di Washington entri in contrasto con la proiezione regionale della Rpc. Dopo una prolungata fase di disimpegno, negli ultimi mesi l‟amministrazione Obama ha indicato in modo chiaro di voler elevare significativamente il profilo della sua politica in Asia orientale, in particolare nel Sud-Est asiatico. Pechino tende però a vedere nel re-engagement statunitense i prodromi di una strategia di soft-containment ai suoi danni.

Oct 18, 2010

[IT] Il sorpasso dell‟economia cinese su quella del vicino Giappone in termini di Pil aggregato ha suscitato una miriade di commenti che vanno dalle riflessioni sulla presunta maggiore efficacia del modello di capitalismo di Stato à-la-chinoise, a allarmate previsioni per le conseguenze di un futuro primato assoluto della Cina, una volta superati anche gli Stati Uniti. Un simile scenario può apparire remoto, ma non si può negare che Pechino continui a contare su una grande disponibilità di fattori cruciali per la crescita economica: vaste estensioni di territorio ancora da sfruttare, un enorme serbatoio di forza lavoro (per ora) e ricche dotazioni di capitale. Piuttosto, quel che preoccupa la dirigenza cinese è la manifesta difficoltà nell'incrementare quella che in economia si conosce come Total Factor Productivity (Tfp). È il capitale umano, in particolare, a presentare un certo deficit in termini di capacità di generare invenzione e innovazione, requisiti importanti non soltanto per il ciclo produttivo, ma anche per irrobustire il soft power di una nazione.

Oct 18, 2010

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