[IT] All’inizio di maggio il Guangzhou Ribao ha riportato la notizia che il “Centro per i lavoratori” (dagongzhe zhongxin, 打工者中心), un’organizzazione della società civile basata a Shenzhen, stava per essere sfrattato dalla propria sede. Nonostante nel settembre del 2011 i suoi rappresentanti avessero stipulato un contratto d’affitto di tre anni, il padrone del locale era disposto a pagare una penale di 10.000 yuan pur di liberarsi degli inquilini ed era addirittura arrivato al punto da tagliare acqua e corrente, costringendo questi ultimi a tenere chiuso l’ufficio per un paio di giorni.
[IT] Stando a notizie apparse sui media locali, lo scorso 29 marzo oltre cinquecento lavoratori dello stabilimento di Longgang (Shenzhen) della giapponese Ohms Electronics, una sussidiaria della Panasonic, sarebbero scesi in sciopero avanzando una serie di richieste riguardanti servizi sociali e salari. Singolarmente, nel documento che elencava le rivendicazioni, oltre alle varie questioni economiche i lavoratori lamentavano anche la mancanza di rappresentatività del sindacato aziendale, un problema che sarebbe emerso con forza durante le trattative per gli aumenti salariali.
[IT] l comune di Xintang a Guangzhou è noto come la “capitale dei jeans” (niuzaifu zhi du), ma ancor più come teatro di violenti scontri tra lavoratori migranti e forze di pubblica sicurezza. Alla fine di febbraio, quasi un mese dopo il capodanno lunare, le oltre quattromila aziende di abbigliamento e prodotti complementari che costituivano la spina dorsale di questa comunità erano in ginocchio a causa della scarsità di forza lavoro: il 70% della domanda di lavoro rimaneva inevasa, come riportato dal settimanale cinese “Nanfang Zhoumo”.
[IT] Nell’ultimo biennio i media cinesi hanno scritto molto sul “revival maoista” in Cina, soprattutto sulle varie campagne politiche promosse dalle autorità di Chongqing, in particolare dall’ex-segretario del Partito comunista cinese (Pcc) di questa municipalità autonoma, Bo Xilai.
[IT] Zhang Lin è un lavoratore migrante come tanti altri. Dopo aver seguito un corso di addestramento professionale, nel febbraio del 2009 è stato assunto da un’azienda privata a Shenzhen. Gli avevano promesso un salario mensile di base di 1.400 yuan (172€) per una giornata lavorativa di otto ore, cui si aggiungevano altre tre ore di straordinari, più un’ora “rubata” durante la pausa pranzo. In aprile, però, con la busta paga arriva una sorpresa: lo stipendio è di appena 2.000 yuan, molto meno delle attese.
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