Droga e conflitto, una relazione a doppio taglio

Human Security 18

Esiste, da sempre e ovunque, una relazione intima tra droghe, conflitto e violenza: un rapporto complesso e, per molti aspetti controverso, che si snoda a più livelli, coinvolgendo una moltitudine di attori e interagendo con altrettanto complesse dinamiche politiche, sociali ed economiche – come dimostrano gli articoli di questo numero di Human Security.

Secondo Peter Andreas, docente di Relazioni Internazionali alla Brown University, il binomio droga e guerra può essere scomposto, e quindi meglio compreso, nelle sue cinque dimensioni cardine. Sono infatti cinque le preposizioni che qualificano il rapporto tra droga e guerra e che Andreas analizza nel suo articolo: la guerra con la droga, ovvero l’uso di sostanze psicoattive da parte dei soldati; la guerra per la droga e la violenza tra cartelli rivali e gruppi armati; il finanziamento della guerra attraverso la droga; la guerra contro la droga e il consumo di droga dopo la guerra.

In ognuna di queste dimensioni il rapporto tra droga e guerra ha radici profonde. Nel suo articolo, Fabio Armao, docente di Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Torino, ritraccia la storia della droga a partire dalla sua “invenzione” e commercializzazione fino alla creazione di subculture che ne hanno legittimato o esaltato l’assunzione e, soprattutto, fino all’utilizzo della droga come strumento di realpolitik da parte delle potenze egemoni, Stati Uniti in primis. Quello della droga è uno dei mercati più proficui al mondo e, nelle parole di Armao, “rappresenta a tutti gli effetti uno dei massimi esempi storici di sinergia tra pubblico e privato, tra stato e capitalismo”. È però una storia sempre attuale, come rendono evidente i tre articoli che seguono.

In Colombia, il narcotraffico ha giocato un ruolo importante nelle vicende politiche del paese e nel conflitto tra il governo e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia fin dagli anni Sessanta. Più recentemente l’economia della droga ha portato all’espansione di gruppi paramilitari, costringendo molte comunità locali a vivere in una spirale di violenza criminale, nonostante gli sforzi per debellare il narcotraffico. Affronta il tema, Sara Frisan, tirocinante presso Insight Crime, che nel suo articolo per Human Security, spiega come le sostanze stupefacenti abbiano influenzato la condotta degli attori armati colombiani, “fino a diventare la causa scatenante e, al tempo stesso, il fine ultimo della violenza”.

Anche in Afghanistan, la droga ha avuto e continua ad avere un ruolo importante nel conflitto. Come spiega Claudio Bertolotti, Direttore di START InSight, l’incremento della coltivazione di oppio in Afghanistan è andato di pari passo con l’insurrezione talebana e ha di fatto permesso ai Talebani di sostenere e alimentare una “macchina da guerra” efficace tanto militarmente quanto sul piano politico-economico. Non solo, secondo Bertolotti, il ricco mercato della droga ha portato alla nascita di una fitta rete di rapporti di collaborazione-competizione tra Talebani, signori della guerra, narcotrafficanti e gruppi di “para-insorti” che, oltre ad aver condizionato la vita degli Afghani, ha spesso determinato il destino degli interventi stranieri.

In modo simile, il mercato della droga è diventato parte integrante della trasformazione politica ed economica di diverse città di frontiera in Myanmar. Per spiegare questo fenomeno e metterne in evidenza le implicazioni, l’ultimo articolo di questo numero di Human Security prende in esame lo ‘sviluppo economico’ della città di Muse, al confine tra Myanmar e Cina. A partire dai i risultati della loro ricerca a Muse, Patrick Meehan, Sai Aung Hla e Sai Kham Phu mettono in discussione tutte quelle narrazioni che vedono nell’integrazione delle zone di frontiera nei mercati e nelle strutture politiche nazionali una panacea contro la violenza, la criminalità e l’illegalità.

Download
  • Events & Training Programs

Copyright © 2024. Torino World Affairs Institute All rights reserved

  • Privacy Policy
  • Cookie Policy