Human (In)security e ambiente

Human Security n. 2 (Dicembre 2016)

Più di qualsiasi altro fenomeno, il cambiamento climatico attrae sempre più l’interesse del mondo accademico e di quello politico. Quest’anno lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha inserito per la prima volta nel suo Yearbook un capitolo dedicato alla relazione fra clima e sicurezza, definendo il cambiamento climatico un “moltiplicatore di minacce”. Sulla stessa linea, Charles Geisler, Professore Emerito della Cornell University, apre questo numero di Human Security esplorando le connessioni fra cambiamento climatico, violenza e sicurezza umana nel contesto africano. Segue un articolo di Teemu Palosaari, ricercatore al Tampere Peace Research Institute (TAPRI), in Finlandia, che introduce il “paradosso Artico” e la questione controversa dell’interrelazione fra presenza di risorse naturali e conflittualità.

La sicurezza umana è infatti indissolubilmente legata tanto ai cambiamenti ambientali quanto all’accesso alle risorse naturali. L’acqua è stata definita l’oro blu e il petrolio del 21° secolo e indicata come la risorsa naturale che nei prossimi decenni potrebbe calamitare tassi di conflittualità interstatale tali da scatenare il terzo conflitto mondiale. Parallelamente a un’accresciuta politicizzazione dell’acqua, tanto a livello domestico, quanto sul piano internazionale, si è sviluppato dunque un intenso dibattito in cui si sono affermati concetti quali idropolitica o diplomazia dell’acqua. Il primo dei pezzi proposti sul tema, a firma di Andrea Martire, analista de Il Caffè Geopolitico, offre una panoramica e breve analisi delle situazioni più rappresentative di conflittualità, reale o potenziale, sulla gestione delle risorse idriche fluviali a livello internazionale. A seguire, Gabriele Giovannini, dottorando presso la Northumbria University, propone un focus più specifico e dettagliato sulle dinamiche di conflitto e cooperazione tra paesi rivieraschi a monte e a valle del fiume Mekong partendo dal caso della diga di Xayaburi.

A chiudere, due articoli incentrati sulla città intesa come un ambiente multi-dimensionale che influenza e condiziona la sicurezza umana. Annalisa De Vitis, analista de Il Caffè Geopolitico, evidenzia come la portata e la velocità dei processi di urbanizzazione compromettano la capacità di alcune città di garantire livelli adeguati di human security. I membri del gruppo Architetti Migranti, invece, presentano alcune delle riflessioni emerse della loro ricerca nella città di Tigre, a nord di Buenos Aires, dove percezione di insicurezza e massificazione del lusso hanno plasmato i modelli di sviluppo abitativo urbano, dando vita al fenomeno delle città privatizzate che, oltre a inasprire le disuguaglianze sociali, hanno un notevole impatto ambientale.

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