African leaders in the Great Lakes Region are pushing democracy to its edge. The same political phenomenon, however, has produced different outcomes
[IT] RISE/1 è quasi interamente dedicato al Myanmar, un Paese che con le recenti elezioni dell’8 novembre – vinte al di là di ogni più rosea aspettativa dalla Lega Nazionale per la Democrazia, guidata dal premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi – sembra essersi definitivamente lasciato alle spalle decenni di dittatura militare. Gli interventi qui pubblicati mostrano peraltro come le sfide che il Paese deve affrontare siano tutt’altro che trascurabili, tanto in economia quanto in politica interna ed estera.
[IT] OrizzonteCina 6/2015 è dedicato principalmente al continente africano. Per lungo tempo l’Africa è stata rappresentata come un insieme di realtà politicamente instabili e, sul piano economico, fragilissime, prigioniere di un circolo vizioso fatto di poteri pubblici predatori, conflitti latenti, povertà diffusa. I dati statistici relativi all’ultimo decennio segnalano che altri orizzonti sono possibili: l’Africa, soprattutto nella sua componente sub- sahariana, è oggi in molte sue parti una terra di opportunità economica.
La presenza cinese nel continente africano, accresciutasi vistosamente da inizio secolo, è una delle “storie” più dibattute in questo contesto di trasformazione del profilo dell’Africa nella coscienza di investitori, governi e opinioni pubbliche.
There is a sprawling scholarship on violence, crime, and corrupt state rule; yet few have interpreted these challenges as transformative at a global scale and as a potential source of alternative, non-state, legitimacy. This volume challenges “Westphalian conservativism” in a provocative yet plausible manner, shedding light on the ubiquity and diversity of unfolding non-state agendas and on their effects on the imaginary state community.
Myanmar’s NLD has won popular mandate, but is now confronted with having to deliver on its promises under the de facto guidance of Aung San Suu Kyi