Ritorno in Myanmar

RISE vol. 2 n. 3 (Luglio 2017)

A distanza di diciotto mesi, RISE ritorna in Myanmar. Lo fa con un numero doppio rispetto alle solite dimensioni della rivista, un riflesso del particolare interesse di ricerca che T.wai nutre per questo Paese del Sud-est asiatico. Avevamo lasciato il Myanmar subito dopo le elezioni del novembre 2015, e da allora molte cose sono cambiate. Nella primavera 2016 si è insediato il nuovo governo della Lega Nazionale per la Democrazia, guidato da Aung San Suu Kyi, eroina della resistenza pacifica ai generali birmani durante gli anni bui della dittatura. Il Paese è molto più aperto di un tempo, e un sorprendente dinamismo caratterizza la scena economica e sociale. Il governo ha lanciato un’iniziativa di pace a livello nazionale, nota come “Conferenza di Panglong”. Tuttavia – come avviene in tutti i casi in cui le attese quasi messianiche si scontrano con la dura realtà dei fatti – non solo permangono alcune criticità ereditate dal regime precedente, ma l’azione di governo ha paradossalmente esacerbato alcune tensioni storicamente presenti nel Paese, soprattutto nelle aree periferiche.

RISE dedica quindi un’intera sezione alle Borderlands, le terre di confine in cui spesso lo Stato centrale è assente o non riconosciuto, in cui le minoranze etniche amministrano territori, combattono contro le forze armate dello Stato centrale, organizzano sistemi politici, economici e sociali. È nel rapporto tra centro e periferia che si gioca il futuro del Myanmar, e la sezione vuole essere un invito a guardare al di là delle grandi aree urbane, per scoprire la complessità dei problemi che lo affliggono.

Torino e il Myanmar hanno da tempo sviluppato una relazione di intensa collaborazione, come illustrato dalla sezione dedicata. Mentre il Comune è attivo con progetti realizzati e in corso a Yangon, la vecchia capitale che sta cambiando molto velocemente, la Camera di Commercio Italia-Myanmar e il Consolato Onorario promuovono la presenza delle industrie italiane e la partnership economica con aziende birmane, cercando di contribuire allo sviluppo del Paese. Non manca un cenno alle relazioni culturali e artistiche, instaurate dall’Accademia Albertina, e alla storica figura di Padre Abbona, un piemontese alla corte dei re birmani. Per il tradizionale appuntamento con Italiani a Sud-Est abbiamo scelto di raccontare l’esperienza di MedAcross, ONG torinese attiva nel settore sanitario.

Le rubriche curate dall’Associazione Italia-ASEAN e dall’Osservatorio Economie Emergenti di Torino completano il numero, insieme alla recensione, che questa volta non riguarda un libro, ma un film documentario di straordinario valore civile.

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